USA vs Italia, Bloomberg vs Berlusconi, Democrazia vs Fascismoide

A parte i contenuti di altissimo livello, altro che tv italiana (Bloomberg, sindaco di New York e tra l’altro ebreo, ricorda ai fanatici contrari alla moschea vicino Ground Zero, che, oltre ad essercene un’altra nei pressi, vi sono pure locali porno e fast food; in Italia avremmo un Quagliariello a caso a starnazzare) ditemi se il format non somiglia praticamente a questo (ho preso una puntata a caso, non so neanche di che parlino). E sia chiaro, quello di Jon Stewart non è certo l’unico con questo format: ha talmente tanto successo che ce ne sono decine.

Va specificato che quella sopra non è una puntata normale: Stewart non voleva fare satira, bensì informazione, e trattandosi di 11 settembre si è limitato. In altre occasioni, tuttavia, ci è andato giù duro contro tutto e tutti (recentemente ha morso le pa*le a tutti gli ultimi otto presidenti USA sulla questione energetica), ma nessuno ne ha chiesto la testa.

In Italia, però, una cosa del genere non può esistere (e infatti è stata cancellata): non è ammissibile che un comico dialoghi con un politico e si permetta anche di prenderlo in giro. Anzi, il comico non può neppure permettersi di fare informazione e dire cose vere se tale politico o un suo leccapiedi non è lì a smentirle (lo so, è pazzesco). Un bravo anchorman deve sdraiarsi a terra e permettere che il politico di turno si pulisca le scarpe dopo aver calpestato una cacca: questa è informazione, anzi è l’ABC del giornalismo italiano.

Infine, Bloomberg possiede un impero mediatico come Berlusconi. Lui però ha dovuto abbandonare le cariche presso la sua impresa quando si è candidato a sindaco (pur rimanendone proprietario), e non solo formalmente come Berlusconi, perché se vi fossero commistioni a Bloomberg verrebbero tagliati mani e piedi, prima dalla stampa (che ovviamente è indipendente e cattiva, non fintoterzista e servile) poi dalle autorità di controllo (che controllano davvero, mica fanno i comici). Inoltre Bloomberg ha promosso riforme (non importa se buone o cattive) volte a cambiare la città e non a salvarsi dai processi o ad aumentare il fatturato dell’azienda di famiglia, si è circondato di esperti e non di ruffiani e donnine di facili costumi e cose così. È stato rieletto tre volte di fila e non tre volte intervallate e solo perché non c’era nessun altro da votare (nel 2008 il centrodestra avrebbe vinto pure se avesse candidato a premier un ceppo di legno – che poi sarebbe stato lo stesso, anche se avesse vinto Veltroni).

Insomma, qualcuno fra italiani e americani sta sbagliando qualcosa. Ditemi voi chi.

HT | Wittgenstein

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