Evasione e morale pubblica e privata

In questi giorni ci stiamo ricordando di quando Silvio Berlusconi affermò che se lo Stato ti chiede più di un terzo dei guadagni, allora evadere ed eludere le tasse è moralmente accettabile.

Ciò non è esatto per varie ragioni. In primo luogo non esiste una certa percentuale oltre la quale evadere è moralmente accettabile: tutto dipende da quanto lo Stato ti restituisce in termini di servizi. Se lo Stato si prende il 100% di quello che guadagni ma ti dà tutto quello che ti serve (dal cibo alla scuola agli ospedali), in linea teorica non avresti spinte ad evadere. Ciò non toglie, tuttavia, che sarebbe altamente inefficiente (ed è impossibile riuscire a soddisfare le esigenze di tutti: e se io volessi uno yacht?).

In secondo luogo, l’evasione potrà pure essere accettabile a livello individuale (il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me – cit.), ma non lo è a livello sociale. Anzi, è una piaga, con conseguenze pratiche su chi le tasse le paga, volente o nolente, a cominciare dai lavoratori dipendenti che le tasse non possono evaderle. Questo articolo di Luca Paolazzi spiega chiaramente perché l’evasione è un danno per tutti, anche per chi non le paga.

Se una giustificazione dell’evasione provenisse da un privato cittadino, non ci sarebbe nulla di male. Ma se questa proviene da un capo di governo, non può essere meno di uno scandalo: un capo di governo dovrebbe proteggere il pubblico, non il privato, e pertanto non può in alcun modo ritenere moralmente accettabile l’evasione, perlomeno non pubblicamente.

Un capo di governo decente domani varerebbe una legge che prevede il carcere per gli evasori, la tracciabilità dei pagamenti ai professionisti (non per le vecchiette che vanno a comprarsi le scarpe e che non saprebbero usare una carta di credito  – salvo poi dar loro una social card, che governo schizofrenico abbiamo) e l’elenco fornitori obbligatorio, e vediamo quanti hanno il coraggio o la possibilità di evadere le tasse.

E un capo di governo decente dopodomani, dopo la legge antievasione, abbasserebbe le tasse, in modo da renderla meno inaccettabile anche a livello individuale e con un grande ritorno d’immagine e di consenso. L’ho già detto e ripetuto: Berlusconi si trova in una situazione in cui potrebbe fare il proprio bene e quello del Paese, visto che potrebbe presentarsi alle prossime elezioni con una carta potentissima: «abbiamo abbassato le tasse».

E invece non lo fa per uno motivo molto semplice: Berlusconi ha bisogno del sostegno degli evasori non nel 2013, bensì oggi, perché deve salvare sé stesso e i suoi amici dalle inchieste e dai processi che li travolgono (tra le quali, ovviamente, vi sono pure processi per evasione fiscale). Non può rischiare di perdere la poltrona, perché significherebbe la fine politica, per cui deve tenersi stretti gli amici evasori.

Tanto nel 2013, come già nel 1994, nel 2001 e nel 2008, Berlusconi andrà su tutte le televisioni a dire che lui abbasserà le tasse, e milioni di fessi che le tasse le pagano per forza continueranno a votarlo e a fare piaceri a chi le tasse non le paga, nella speranza (vana) di pagare meno tasse, perché non le ha abbassate nel 1994, né nel 2001-2006, né nel 2008-2010 (a parte l’abolizione dell’ICI per i ricchi, visto che gli altri già non la pagavano grazie a Prodi), e non vedo perché dovrebbe farlo nei prossimi anni.

È tutto molto semplice: se Berlusconi non taglia le tasse oggi che ha una grande possibilità di introdurre misure durissime per combattere l’evasione e giustificarle grazie alla crisi, state tranquilli che non lo farà neppure domani quando la crisi (degli altri, non la nostra) sarà passata. Se esistesse un’opposizione, prenderebbe appunti su questo mio ragionamento e nel 2013 potrebbe promettere un taglio reale delle tasse. Berlusconi è impantanato sul suo stesso terreno, e sconfiggerlo sarebbe una barzelletta oggi più che mai. Ma il PD, che l’opposizione dovrebbe guidarla, preferisce l’inciucio su tutto, anche sulle mostruosità (non si deve discutere sulle intercettazioni, è una legge che non si può migliorare in alcun modo).

Di questo passo nel 2013 rischiamo di uscire sconfitti da un’elezione impossibile da perdere.

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