Pallottole e dragoni di piombo

Ricevo e pubblico volentieri un articolo di sm su due episodi avvenuti nei giorni scorsi in Messico e Cina, nei quali il piombo sembra essere diventato il “metallo dell’oppressione”.

Salve a tutti, parlerò di due fatti, tra i tanti, che penso siano passati “sotto la soglia d’attenzione” dei mass media (non è difficile, quando zappando da una parte all’altra trovi Fede, Studio Aperto e Minzolini, più quegli oggetti misteriosi del Tg2 e Tg5, il Tg3 con le spalle al muro e il TG La7 già bello e finito).

Prima parlerò di cose che succedono in Messico. È il primo novembre, da noi è festa, e pure domenica; in Messico è domenica, ma la festa la fanno in un altro modo. Avete mai sentito nominare Margarito Montes Parra? Presumo di no. Nemmeno io, del resto, fino a quel giorno. Lui è diventato noto a livello internazionale, almeno per chi è interessato a dare notizie, quel giorno. Un gruppo di sicari (presunti, suvvia, siamo garantisti) è entrato nel suo ranch, anzi ‘rancho’, il Los Alamitos (un nome, tutto un programma), Cajeme, Sonora (altro nome evocativo), nord del Messico. Hanno ammazzato Margarito, la moglie, gli ultimi due figli che gli erano rimasti, e circa 15 altre persone, anche bambini di quattro anni, più la scorta che non è riuscita a proteggerlo dall’attacco.

Ma attacco di chi? Chi era questo Margarito Montes Parra? Da noi non dice nulla, non sia mai che se ne parli a discapito del GF 10 o dell’ultima sparata di Ghedini. E poi, non siamo il Paese che per un malinteso senso di NINBY rimuove le targhette dedicate a Impastato?

Ma lui non era uno sconosciuto dalle sue parti. Era un simbolo della lotta dei poveri contadini messicani, i campesiños. Lui veniva dal Messico meridionale, ma si era dovuto spostare da là, dopo le tante lotte contro il latifondo e la miseria per i ‘dannati della Terra’. Quest’uomo era un rivoluzionario, a modo suo, lo ‘Zapata’ moderno come era definito, uno che aveva lottato per la vita e il futuro di migliaia di diseredati. Una storia bellissima e tormentata, ma nel 2007, pare per una rissa dopo una battaglia di galli, uno dei suoi figli era rimasto ucciso. Lui si è autoesiliato da allora e si era allontanato dalla sua terra d’origine. Ma non è solo questo che temeva: l’invasione delle terre dei latifondisti aveva comportato il recupero per i poveracci di ben 200.000 ettari di territorio, e se qualcuno ha a mente il discorso, sapete quanto è pesante la vita di chi vive a margine del latifondo: un sistema di pochissimi super-ricchi e tantissimi miserabili. Ma i super-ricchi, come al solito, non perdonano chi rivendica un po’ della loro ricchezza e prenderle mica per sé, ma per una moltitudine di disperati. Ora il Messico, sconvolto già da 5.000 morti l’anno per i reati connessi con la droga, è anche sconvolto dalle proteste per la strage, ora che i sindacalisti là muoiono come mosche, nel più tipico scenario delle ‘democrazie’ sudamericane.

Dall’altro lato del globo c’è un’altra realtà, la Cina. Anche qui, terra e piombo, ma in proporzioni diverse. Il Messico langue (la crisi economica è stata peggiorata dalle conseguenze della ‘Suina’ che là ha colpito durissimo, complice lo smantellamento del sistema sanitario), ma la Cina invece ‘vola’ felice con percentuali di PIL da paura, in crescita verticale.

Ma c’è molta polvere sotto il tappeto volante cinese, e più si solleva, più si mostra e va per l’aria. Per esempio, nella città di Jiyuan, provincia dell’Henan, dove si è deciso di trasferire, ennesima migrazione coatta della Cina interna (ora c’è la diga, ora la centrale atomica, ora il fiume deviato ecc. ecc.) della popolazione. Non sarà come la diga delle xx gole, ma è pur sempre una città di media grandezza.

Ma perché è successo questo? Perché c’è una concentrazione di industrie, la Yuguang Gold and Lead e altre due grandi società, che nell’insieme mandano avanti 35 impianti produttivi. La gente, ultimamente, ha ‘mangiato la foglia’, e come tante altre volte, si è ribellata. Ma come, hanno il lavoro e si lamentano? È come da noi, per dirne una, a Taranto. Forse anche peggio. Le proteste si diffondono sempre di più, centinaia di milioni di persone stanno capendo che loro, del turbo-capitalismo alla cinese, non vedono che le briciole, anzi la spazzatura. E hanno ragione. Perché quando si è trattato della salute dei bambini, cose non belle sono uscite. La stessa municipalità della città aveva fatto fare un’indagine medica, tanto per calmare gli animi, su 2.700 bambini, ovvero minori di 14 anni (i più vulnerabili alle intossicazioni), ed è venuta fuori una realtà raccapricciante. Almeno 1.000 di loro avevano un tasso di piombo nel sangue praticamente letale, e subito allontanati dalla zona. Roba che da noi, giusto nelle scuole di Crotone (ricordate qualche mese fa, quando si scoprì con cosa le avevano costruite?). Scuse per l’inconveniente (almeno quelle) ne sono venute, tanti inchini, ma dopo due mesi di fermo degli impianti cosa si poteva fare? Costruire impianti che non inquinino? Macché; si è dichiarata l’incompatibilità delle persone, in conflitto d’interessi con il piombo e il profitto. Per 100 milioni d’euro o 1 miliardo di yuan, 15.000 persone sono state sradicate dalla loro città e portate al confino. E la cosa divertente è che il 30% del costo del trasferimento coatto lo pagheranno le VITTIME dei mortiferi impianti. Che nel frattempo possono continuare ad inquinare e a far profitti.

Un dubbio: chissà se il piombo cinese è presente nelle pallottole messicane? È facile, dopotutto la Cina è uno dei maggiori esportatori di armi del mondo, Kalashnikov inclusi. È la globalizzazione, bellezza.

Fonti: Il Manifesto 1 e 2

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