Dopo aver visto Ballarò martedì e Annozero giovedì, entrambi sulle frequentazioni di Silvio Berlusconi e del suo divorzio, mi sono reso contro di due cose: la prima, ovvia, è che con questa manovra sono spariti dall’attenzione vari temi caldi.
La seconda è che il centrodestra è terribilmente in difficoltà a causa di questa faccenda. La prova è stata la performance di giovedì dell’avvocato di Berlusconi, Nicolò Ghedini. Nel momento in cui Alexander Stille sta per dire la sua, Ghedini lo minaccia preventivamente di querela per le cose che stava per dire. Stille voleva parlare di un’indagine, conclusasi con l’archiviazione, riguardante Berlusconi e una ragazza di nome Virginia Sanjust. Quel che Stille voleva tirare fuori non era la vicenda giudiziaria, bensì una questione morale e culturale.
L’altro argomento, comune a Ghedini e Sandro Bondi a Ballarò, è stato il fatto che, di fronte all’immoralità del comportamento di Berlusconi, i due non riuscissero a tirar fuori altro argomento che “Berlusconi ha vinto le elezioni, dunque tutto quello che fa è giusto”. Un argomento assurdo e irrazionale, che Ghedini ha approfondito dicendo: “È proprio perché voi non fate come Berlusconi che perderete sempre le elezioni”. Insomma, il segreto per vincere le elezioni è assecondare gli istinti più bassi del popolo, come il sesso o, come fa la Lega Nord, la paura del diverso. Si asseconda il popolo e lo si imbarbarisce, invece che elevarlo. Più che esseri umani devono essere buoi.
Il Partito Democratico potrebbe approfittare della situazione, ma, se da un lato ha un leader (Dario Franceschini) che può sembrare credibile, che risponde per le rime alle scemenze della maggioranza e che tenta di dettare l’agenda politica, dall’altro c’è un partito che si è solo addormentato. La questione morale è ancora apertissima: Minimo D’Alema tenta sempre più di assomigliare al suo editore, Silvio Berlusconi, non solo scalando la finanza con manovre illecite, spostando i giudici che si occupano di lui e riparandosi dietro lo scudo dell’immunità parlamentare, ma pure rincorrendolo nelle televisioni, ricevendo sostanziosi contributi da quella vacca da mungere che è lo Stato italiano, ovvero noi cittadini.
Questa situazione che rende debole la politica, unita ad una crisi economica strutturale (prima che congiunturale) che impoverisce il Paese da ormai quindici anni, favorisce il ritorno di un regime dove il governo si affida all’irrazionalità, appena ottanta anni dopo l’ultima volta. La buona notizie è che probabilmente non ci sarà Berlusconi (essendo un giullare, non ha la statura).