Tutti sapete che Gioacchino Genchi ha intercettato milioni e milioni di italiani, in modo abusivo, ripetuto, criminale: Genchi, come ci ha fatto intuire Studio Aperto, aveva ascoltato le telefonate alle amanti, aveva letto le email d’affari, carpito la nostra insofferenza per il nostro capoufficio e si preparava a usare quelle informazioni per ricattarci. L’avete sentito in tv, con tanto di Francesco Rutelli, su cui Genchi indagava, che chiedeva la sua impiccagione.
Quel che non sapete (e che la tv non vi dirà) è che era tutto falso. Lo ha stabilito il tribunale del Riesame.
- i milioni e milioni di numeri che Genchi aveva nel suo pc ce li ho pure io. Si chiama “elenco telefonico” (Gasparri, guarda sotto il tavolo, lo hai usato per pareggiare le gambe – e infatti ora pende da un lato);
- Tutto ciò che Genchi ha fatto è stato regolarmente autorizzato, con tutti i sacri crismi, da un pubblico ministero della Repubblica italiana;
- La procura di Roma (quelli che avevano arrestato i due romeni, il biondino e faccia da pugile, coi bei vecchi metodi, salvo poi scoprire di essere degli emeriti idioti) ha accusato Genchi senza dire in che modo avrebbe commesso abuso d’ufficio;
- Fra le altre cose, intercettare un membro dei servizi segreti non è neppure reato, come ci han fatto credere; e poi, se una spia parla al telefono di cose riservate, è quest’ultimo che va preso a calci nel culo per la sua manifesta idiozia e per avere messo in pericolo la sicurezza dello Stato. Uno 007 inglese è stato cacciato per molto meno, qualche giorno fa.