Il 30 gennaio scorso si diceva della legge che, nella pratica, permetteva al potere politico di nominare la Corte dei Conti, ovvero quell’organo che verifica se i soldi degli italiani vengono spesi bene. Insomma, il classico caso dei controllati che controllano i controllori.
Oggi un piccolo sospetto sul perché di questa norma mi è venuto: la Corte dei Conti ha affermato che su 102 casi, 77 sono sfociate in sentenze di condanna (tre su quattro, che non è poco).
I reati sono più o meno i soliti: tangenti e corruzione.
La Corte dei Conti ha poi denunciato il «gravissimo spreco di risorse pubbliche per le opere incompiute», frodi sui fondi dall’Unione Europea per 140 milioni di euro, la maggior parte, guarda caso, in Sicilia e Calabria, truffe al sistema sanitario. Ma la cosa peggiore è che la Corte dei Conti ha contribuito a recuperare un sacco di soldi per conto dello Stato.
Insomma, questo tribunale funziona troppo bene, perciò va fermato.