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Il fascismo e il mordi e fuggi

Conoscere un minimo di storia del fascismo fa capire che noi oggi stiamo vivendo lo stesso, identico pericolo.

Come negli anni Venti, anche all’inizio degli anni Novanta l’Italia si trovava in una crisi economica, sociale e politica (Tangentopoli cancellò un’intera classe politica).

Come il fascismo (si veda il programma di San Sepolcro), Berlusconi ha attirato a sé un’accozzaglia di persone dalle idee diverse, perché tutto faceva brodo.

Come per Mussolini, per Berlusconi il pericolo è il comunismo.

Come nel Ventennio, le opposizioni hanno sopportato l’ascesa di Berlusconi, tentando di usarla e finendo travolti (si pensi a D’Alema e alla sua dannata Bicamerale). Oggi Veltroni fa lo stesso.

Non parliamo poi dell’importanza della propaganda, allora come oggi.

Sia chiaro, anche Mussolini prese il potere più o meno legalmente.

Ma il tratto fondamentale che distingue questa nuova fase del berlusconismo è il mordi e fuggi. Ogni settimana, Berlusconi la fa sempre un po’ più fuori dal vaso. Piano piano esce dai limiti, se ne allontana sempre più, poi ritorna nei limiti, dice che non ha detto quello che ha detto e che non ha fatto quello che ha fatto, poi esce di nuovo, e si allontana un altro po’ dalla decenza. Avanti e indietro come un elastico. Il prossimo obiettivo dichiarato (dopo la giustizia) è la Costituzione. Pensate, la Costituzione cambiata da uno che l’ha sempre calpestata. C’è un altro bel pacco di leggi, appena approvate almeno da una Camera, che sono uno schiaffo all’Italia intera (ma di cui non si parla perché c’è il caso Englaro a oscurare tutto).

Anche il fascismo fece lo stesso: Mussolini e i suoi ogni volta commettevano un atto un po’ più sovversivo del precedente. Il re e gli alleati e l’opinione pubblica sopportavano senza far nulla: sempre meglio che Di Pietro i comunisti. Non fa niente se si calpesta lo Statuto albertino.

Poi, però, fu ucciso Matteotti, e Mussolini divenne duce.

Poi, però, venne la soppressione delle più elementari libertà.

Poi, però, il governo ignorò il crollo di Wall Street e la crisi economica, e l’Italia sprofondò.

Poi, però, venne l’alleanza con il Nazismo e le leggi razziali.

Poi, però, venne la catastrofe della seconda guerra mondiale, e l’Italia uscì rasa al suolo.

Fino a che punto dovremo arrivare per accorgerci che stiamo precipitando di nuovo nell’abisso?

A furia di mordere e fuggire, la carcassa dell’Italia civile e liberale rischia di essere divorata.

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