Bene, è ufficiale, il 6 e 7 giugno si voterà per europee e amministrative. E per il referendum? Boh!
Maroni si bea: risparmieremo un sacco di soldi!
Aspettando di sapere (ad aprile) quando si terrà il referendum, posto che non vi è alcun impedimento legislativo che impedisca l’accorpamento, proverò a immaginare possibili spiegazioni che Maroni (o qualcun altro del Governo) porranno se e quando ci diranno che il referendum non si terrà il 6 e 7 giugno. Anche se spero fortemente si riesca, in qualche modo, a indirlo in quei due giorni.
- «Capisco il risparmiare, ma ci sono un sacco di persone che campano grazie alle elezioni: è un brutto segnale per il Paese che lo Stato non permetta alle persone che campano di elezioni di consumare in un momento di crisi»
- «Avremo enormi problemi organizzativi, perché si formeranno gigantesche code, dovute al fatto che ci vorrà molto tempo per apporre tre ics»
- «Temiamo che le matite copiative, che sono le stesse usate nel 1946, possano consumarsi troppo in fretta, visto che alcuni elettori dovranno apporre addirittura tre ics, e allora tutto il risparmio sarebbe vanificato, con grave perdita per il patrimonio archeologico nazionale»
- «Non possiamo permettere che gli elettori si stanchino votando troppo»
- «Temiamo che, dovendo rimanere troppo tempo dentro una cabina elettorale, possano esservi crisi dovute alla claustrofobia»
- «Mancano solo quarantacinque giorni alle elezioni e l’istituto poligrafico non può stampare così tante schede in così poco tempo: c’è bisogno di almeno una settimana per farlo»
- «La schiavitù è stata abolita da tempo: pensate ai poveri commissari!»
- «Non possiamo permettere che la gente vada in vacanza fra le amministrative e il ballottaggio: dobbiamo tenerla occupata in qualche modo, no?»
- «Io ve l’avevo detto che la democrazia avrebbe portato guai!»
- «Toglieremmo tempo prezioso che la gente potrebbe passare guardando la tv»
- «Tre o più schede confonderanno gli anziani: avete visto che è successo con la social card?»
- «Temiamo crisi epilettiche a causa dei diversi colori delle schede»
- «Non abbiamo abbastanza urne elettorali»
- «È già troppo se ve lo facciamo fare ‘sto referendum, dovreste ringraziarci invece di lamentarvi!»
- «Crisi? Quale crisi?»
- «Referendum? Quale referendum?»
- «Perché fare un referendum elettorale se non ci saranno più elezioni?»
- «Temiamo che la gente possa confondersi non vedendo la scritta “Berlusconi presidente” e chiedersi: “Per cosa stiamo votando, allora?”»
- «Gli spot informativi sarebbero troppi e toglierebbero spazio pubblicitario che Mediaset potrebbe vendere»
- «Ci sono un italiano, un francese e un bulgaro…»
- «Abbiamo posposto il referendum perché abbiamo deciso di rifare le schede: avremo schede tricolori per votare contro, bianche per votare pro. Come, cosa volete dire con “l’hanno gia fatto“?» (valepert)
- «Elezioni in giorni diversi, lo hanno fatto anche in Germania, Gran Bretagna e Svervegia»
- «Non possiamo garantire che tutti gli elettori riusciranno a raggiungere in tempo il seggio elettorale unico di Malpensa perché pare non ci siano abbastanza aerei: a scanso di equivoci, però, abbiamo già comprato e pagato a prezzo pieno sessanta milioni di biglietti aerei dell’Alitalia, perché noi siamo il governo del fare!»
- «Qual è il problema? Da noi si tengono elezioni solo ogni morto di papa!»
- «Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina; come antifurto, per esempio.»
L’unica spiegazione che non sentiremo di certo, qualora non si votasse per il referendum il 6 e 7 giugno, è «non vogliamo che questo referendum passi».