Vedendo il telegiornale (TG1) di ieri sera, ho notato una cosa sulla nota politica.
I servizi di cronaca politica erano due (spero di non sbagliarmi sugli argomenti, anche se non ci interessano): il primo sugli ammortizzatori sociali, il secondo sulla riforma della giustizia.
Ora lo schema del servizio era questo: annuncio di un provvedimento (spesso annunciato direttamente da un politico) seguito dalle opinioni dei politici. Fate una prova anche voi.
Schematizzando con un esempio fittizio, accade una cosa del genere:
Giornalista: «Il governo ha presentato il suo disegno di legge per tagliare le tasse l’anno prossimo: il provvedimento prevede una diminuzione complessiva della pressione del 3%, che arriverà a 5% nel 2011. I commenti dei politici, poi linea allo studio»
Politico di maggioranza 1: «Il governo mantiene sempre le promesse: la crisi sta passando, e dobbiamo far ripartire l’economia»
Politico di maggioranza 2: «Noi lo avevamo promesso, è un provvedimento che salva i portafogli delle famiglie, e non capisco perché l’opposizione sia tanto scellerata da strumentalizzare anche un provvedimento come questo»
Politico di opposizione 1: «A ben guardare il taglio delle tasse riguarda solo i più ricchi: noi del [nome partito] faremo di tutto perché le tasse vengano abbassate soprattutto ai redditi più bassi»
Politico di opposizione 2: «Noi che abbiamo letto bene il disegno di legge abbiamo visto che il governo taglia le tasse nazionali, ma poi permette ai comuni di alzare all’infinito le tasse locali: lancia il sasso e nasconde la mano»
Vi sembra un esempio plausibile? Magari riconoscete anche i personaggi reali cui mi sono ispirato.
Notate bene: il servizio rispetta tutte le par condicio di questo mondo. Il giornalista annuncia, due politici di maggioranza approvano (ovviamente) e due politici di opposizione si oppongono (ovviamente). Cambiano i numeri dei politici (a volte due, a volte cinque, etc.), ma lo schema è più o meno sempre lo stesso.
L’informazione è evidentemente imparziale: ma è anche utile?
La risposta è no. Le dichiarazioni dei politici sono inutili: specialmente in Italia, potrebbe mai esistere qualcuno che si oppone a sé stesso? Via, siamo seri.
Però i tempi sono stretti: il tg dura quel che dura, quindi diventa impossibile trattare adeguatamente l’argomento, il fatto, il contenuto E dare spazio ad almeno un politico di maggioranza e uno di opposizione su ogni argomento trattato nella cronaca politica.
S’impone una scelta, e qui nasce il dramma: da un lato abbiamo tre reti, il cui editore è il Parlamento, dall’altro altre tre reti, il cui editore è il capo del Governo, Silvio Berlusconi. Dimentichiamoci Mediaset (che è come sparare sulla croce rossa), e focalizziamoci sulla RAI: se l’editore è il Parlamento, sono i politici a comandare. E se sono i politici a comandare, i politici faranno di tutto per apparire (perché apparire in tv significa modellare le coscienze).
Finisce così che, grazie a direttori compiacenti o messi sotto pressione (che tanto vengono scelti sempre dalla politica), la scelta cade sul non parlare dei fatti e nel dare tutto lo spazio ai politici, i quali faranno naturalmente dichiarazioni di parte, opposte e pertanto complessivamente imparziale.
Noi cittadini però non abbiamo saputo quasi niente. Sappiamo che la maggioranza è d’accordo con sé stessa e che l’opposizione si oppone. Sappiamo di quanto diminuiranno le tasse? Sì, ma solo complessivamente: le tasse diminuiranno del 3%, ma quanto diminuiranno per gli operai? E per gli insegnanti? Per i direttori? Per i top manager? Per le imprese? Chi fra queste diverse categorie di reddito si vedrà le tasse diminuite? E ancora, è vero che nel provvedimento si alzano le tasse locali o si tratta di una bugia dell’opposizione?
Eccola, l’informazione che c’è in Italia, imparziale e corretta, ma sostanzialmente inutile. Non è un caso se all’estero accade il contrario: i politici hanno pochissimo spazio, mentre la maggior parte viene dedicata ai contenuti e ai fatti.
Provate anche voi a seguire un telegiornale e a notare di quanto si discosta da questa paradossale, disgustosa situazione appena descritta.