Questo pezzo è stato aggiornato dopo la pubblicazione.
Qualche giorno fa il cardinal Bertone aveva affermato che sarebbe «drammatico se si dovesse arrivare a consumare una vita per una sentenza». Si riferiva alla recente sentenza del tribunale civile di Milano, che ha autorizzato lo stacco della spina che tiene “forzatamente” in vita Eluana Englaro, in coma da 16 anni e che tempo prima del suo incidente aveva affermato di non voler vivere nelle condizioni in cui si trova oggi. Il papa Benedetto XVI da Sidney ha affermato la stessa cosa.
Torniamo alle parole di Bagnasco: sarebbe «drammatico se si dovesse arrivare a consumare una vita per una sentenza». La Chiesa Cattolica da sempre difende la vita, in qualunque modo (leggevo su Metro di ieri che nelle Filippine la CEI locale avrebbe proibito l’uso del preservativo anche per coppie sposate di cui uno affetto da AIDS…questo dovrebbe già far capire quanto certe persone nella Chiesa Cattolica stiano fuori di testa, oltre che dal mondo reale).
Ma ancora, torniamo alle parole di Bagnasco: avete letto l’ultima parola? “Sentenza”. Vuol dire “decisione di un tribunale legalmente costituito”. Bagnasco ha detto che non si può porre termine alla vita con una sentenza. Chiaro su questo punto? Ok.
Apriamo adesso il Catechismo della Chiesa Cattolica: si tratta di un documento, scritto dall’Inquisizione, pardon Congregazione per la Dottrina della Fede, all’epoca guidata da Joseph Ratzinger, oggi conosciuto come BXVI. Questo documento dovrebbe essere la sintesi di tutto l’insegnamento della Chiesa Cattolica Romana. Bene, apriamo al capitolo 2267, e leggiamo:
L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte.
Riassumendo: secondo la Chiesa Cattolica, non è giusto se una sentenza accerta che una persona non avrebbe voluto vivere in uno stato di coma vegetativo irreversibile, stato non di natura poiché mantenuto tale da macchine costruite dall’uomo, mentre invece è giusto se una sentenza condanna una persona a morte, la quale probabilmente non vuole morire, che avrebbe ancora decenni da vivere e che magari è pure innocente? Senza andare lontano, possiamo dimenticare che ogni anno negli Stati Uniti vengono uccisi un sacco di messicani e negri che hanno come sola colpa di essere messicani o negri e di trovarsi nel luogo sbagliato? Che spesso queste persone non hanno neppure le più elementari forme di garanzia? Che spesso vengono condannate per leggi assurde (e ce ne sono: ieri un camionista è stato multato per 500 dollari, perché in Alabama si può parlare alla polizia solo in inglese e solo in modo comprensibile).
Ora, io non so da dove cavolo la Chiesa Cattolica abbia tratto queste conclusioni. Il quinto comandamento è lapidario: «Non ucciderai». Punto. Sempre nell’Esodo, poco più avanti, si precisa che non si deve far morire l’innocente e il giusto. Ok, ma si tratta pur sempre del libro scritto per dei semitrogloditi quali erano i popoli dell’epoca (sulle mie teorie esegetiche torneremo un’altra volta): ma se veniamo a tempi più recenti, Gesù Cristo torna ad essere lapidario, e afferma che non devi neppure adirarti con un altro uomo, figurarsi farlo fuori.
Giovanni Paolo II fu altrettanto chiaro: «La nuova evangelizzazione richiede ai discepoli di Cristo di essere incondizionatamente a favore della vita. La società moderna è in possesso dei mezzi per proteggersi, senza negare ai criminali la possibilità di redimersi. La pena di morte è crudele e non necessaria e questo vale anche per colui che ha fatto molto del male». L’allora Joseph Ratzinger, invece, disse tutto il contrario: non solo, disse che un cattolico può essere favorevole alla guerra o alla pena di morte e fare tranquillamente la comunione, ma non può essere favorevole né ad aborto né ad eutanasia, perché altrimenti si è fuori dalla Chiesa. Ma che cavolo significa? Un cattolico può essere favorevole alla morte di migliaia di civili innocenti (attenzione, non militari, ma “civili”, fra i quali donne e bambini), ma non può essere d’accordo se si vuole staccare la spina a una persona che in assenza di tali macchine umane sarebbe già stata richiamata dal Padre Eterno? (Lo so, Giovanni Paolo II era una persona illuminata perché aveva vissuto nel mondo reale, Benedetto XVI è sempre stato un uomo di palazzo…seicentesco: il primo non avrebbe mai detto simili stronzate).
In conclusione vorrei capire: per la Chiesa Cattolica (o meglio, per Papa e cardinali), si può decidere della vita di una persona per sentenza, sì o no? Può un’altra persona decidere se una persona deve vivere o morire? La vita di un condannato a morte che vuole vivere e che magari è innocente vale meno della vita di una persona che non voleva vivere come un vegetale, ma che soprattutto senza l’intervento dell’uomo sarebbe già morta naturalmente?
La Chiesa è fatta di uomini, e per questo non può essere perfetta e infallibile. Anche se ai piani alti, i vertici ecclesiastici vorrebbero farci credere il contrario, pur vivendo in piena incoerenza con sé stessi.
(Per fortuna a piani più bassi ci sono persone -sacerdoti e semplici credenti- più cattoliche di loro, che aiutano poveri, drogati, prostitute ed altri emarginati, invece di pensare a questioni di moda e incoerenze nella dottrina).
Aggiornamento (21:15, 18 luglio 2008): come mi fa notare valepert nei commenti a questo articolo, Ratzinger ha rinnegato se stesso pochi passi dopo (capitolo 2278), dove ammette che «L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente…». Insomma, la sentenza del tribunale non ha fatto altro che dire questo, e dicendo che non può essere una sentenza a decidere una morte, Ratzinger, Bertone e compagni si rinnegano due volte in una sola frase. Dopotutto, più cattolico del catechismo, cosa c’è?
Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).
hai letto Travaglio?
hai letto Travaglio?
Non l’avevo letto: ad averlo fatto l’avrei citato già nella prima stesura. Ho aggiornato l’articolo: insomma, rinnegarsi due volte con una sola frase, visto che il catechismo l’ha scritto Ratzinger, potrebbe significare che la chiesa è in uno stato confusionale perché non si occupa più del suo core business, ovvero la religione, preoccupandosi di cose italiane? Questa cosa mi preoccupa non poco, se non altro perché la guida di un miliardo di persone non può comportarsi come l’ubriaco di Twain…
Non l’avevo letto: ad averlo fatto l’avrei citato già nella prima stesura. Ho aggiornato l’articolo: insomma, rinnegarsi due volte con una sola frase, visto che il catechismo l’ha scritto Ratzinger, potrebbe significare che la chiesa è in uno stato confusionale perché non si occupa più del suo core business, ovvero la religione, preoccupandosi di cose italiane? Questa cosa mi preoccupa non poco, se non altro perché la guida di un miliardo di persone non può comportarsi come l’ubriaco di Twain…
La cosa che davvero mi lascia perplesso è che la maggioranza dei cattolici (per non parlare dei giornalisti) pendono dalle labbra del Papa e non esitano neppure davanti alle contraddizioni (per non dire di peggio) più evidenti.
Basta pensare a come hanno commentato l’insignificante SMS “giovanile” di Benedetto…
Scusa lo sfogo: non un grande commento al tuo bel post, con citazioni coerenti e affermazioni dettagliate 🙂
A riguardo, comunque secondo me il nocciolo della questione è che per la chiesa cattolica la vita NON è sicuramente del singolo, ma di Dio e in una qualche misura (con dei limiti)dallo Stato. Questa interpretazione rende abbastanza coerenti le loro affermazioni ed è utile anche per prevederle.
La cosa che davvero mi lascia perplesso è che la maggioranza dei cattolici (per non parlare dei giornalisti) pendono dalle labbra del Papa e non esitano neppure davanti alle contraddizioni (per non dire di peggio) più evidenti.
Basta pensare a come hanno commentato l’insignificante SMS “giovanile” di Benedetto…
Scusa lo sfogo: non un grande commento al tuo bel post, con citazioni coerenti e affermazioni dettagliate 🙂
A riguardo, comunque secondo me il nocciolo della questione è che per la chiesa cattolica la vita NON è sicuramente del singolo, ma di Dio e in una qualche misura (con dei limiti)dallo Stato. Questa interpretazione rende abbastanza coerenti le loro affermazioni ed è utile anche per prevederle.
il cattolico medio (fuori dall’età del catechismo pomeridiano) legge solamente i giornali e al massimo ascolta la messa della domenica (lettura di passi scelti presi dalla Bibbia. se non ricordo male è possibile controllarli qui). difficilmente alle sue orecchie arriveranno parole del genere (e meno che mai saprà che sono state scritte dall’attuale papa).
il cattolico medio (fuori dall’età del catechismo pomeridiano) legge solamente i giornali e al massimo ascolta la messa della domenica (lettura di passi scelti presi dalla Bibbia. se non ricordo male è possibile controllarli qui). difficilmente alle sue orecchie arriveranno parole del genere (e meno che mai saprà che sono state scritte dall’attuale papa).
”Benedetto XVI è sempre stato un uomo di palazzo…seicentesco”
No, è stato anche nella flak.
”Benedetto XVI è sempre stato un uomo di palazzo…seicentesco”
No, è stato anche nella flak.
A proposito di posizioni ecclesiastiche: Dal manifesto dell’11 luglio:
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/11-Luglio-2008/art22.html
Una voce fuori dal coro, come sempre, è quella di don Andrea Gallo, fondatore e «super star» della comunità di San Benedetto al Porto, a Genova. «Staccate la spina ad Eluana, lo consente la legge. Dio è amore e rispetta le decisioni personali». Così, senza curarsi troppo del parere e degli anatemi delle alte schiere vaticane, don Gallo interviene sul caso della ragazza in coma vegetativo da 16 anni. «Non mi vengano a dire – si inalbera il prete – che il no della Chiesa è in nome di Dio. E’ solo un gruppo di moralisti che lo sostiene. La Chiesa non può imporre nulla e non considera che Dio accoglie tutti. Don Gallo, per sostenere la sua tesi, racconta un episodio della sua vita. «Anche ciò che ha scelto di fare mia madre può essere classificato come eutanasia: a 94 anni era stanca di vivere e ci convocò per esprimerci la sua intenzione. Cominciò a mangiare ogni giorno sempre di meno e in venti giorni si spense così come aveva desiderato. Anche lei ha fatto la sua eutanasia».
A proposito di posizioni ecclesiastiche: Dal manifesto dell’11 luglio:
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/11-Luglio-2008/art22.html
Una voce fuori dal coro, come sempre, è quella di don Andrea Gallo, fondatore e «super star» della comunità di San Benedetto al Porto, a Genova. «Staccate la spina ad Eluana, lo consente la legge. Dio è amore e rispetta le decisioni personali». Così, senza curarsi troppo del parere e degli anatemi delle alte schiere vaticane, don Gallo interviene sul caso della ragazza in coma vegetativo da 16 anni. «Non mi vengano a dire – si inalbera il prete – che il no della Chiesa è in nome di Dio. E’ solo un gruppo di moralisti che lo sostiene. La Chiesa non può imporre nulla e non considera che Dio accoglie tutti. Don Gallo, per sostenere la sua tesi, racconta un episodio della sua vita. «Anche ciò che ha scelto di fare mia madre può essere classificato come eutanasia: a 94 anni era stanca di vivere e ci convocò per esprimerci la sua intenzione. Cominciò a mangiare ogni giorno sempre di meno e in venti giorni si spense così come aveva desiderato. Anche lei ha fatto la sua eutanasia».
Questo non fa altro che confermare quanto ho detto: la Chiesa vera, quella della pietà cristiana, è ai piani bassi, non in Vaticano. Sono quelle le persone da ascoltare, chi è vicino a chi soffre, a chi ha problemi, non chi pensa a far politica (e soldi) invece di pensare che ciò che dice potrebbe essere in contraddizione con quanto dovrebbe venire insegnato.
Questo non fa altro che confermare quanto ho detto: la Chiesa vera, quella della pietà cristiana, è ai piani bassi, non in Vaticano. Sono quelle le persone da ascoltare, chi è vicino a chi soffre, a chi ha problemi, non chi pensa a far politica (e soldi) invece di pensare che ciò che dice potrebbe essere in contraddizione con quanto dovrebbe venire insegnato.
*sé* stesso, senza accento 😀
*sé* stesso, senza accento 😀
nu, la regola di non accentare il sé non è codificata: non è un errore non accentarla prima di stesso o medesimo (o meglio, è diffuso il non accentarla), ma la parola sul dizionario è proprio ‘sé’, con l’accento. Non è un errore, quindi, accentare anche prima di stesso o medesimo.
E questo lo dice l’accademia della Crusca. 😉
Quello che dico io è che è un’assurdità burocratica pensare di fare questo avvitamento e cambiare una parola per pochi casi, e indubbiamente senza un vero senso logico.
nu, la regola di non accentare il sé non è codificata: non è un errore non accentarla prima di stesso o medesimo (o meglio, è diffuso il non accentarla), ma la parola sul dizionario è proprio ‘sé’, con l’accento. Non è un errore, quindi, accentare anche prima di stesso o medesimo.
E questo lo dice l’accademia della Crusca. 😉
Quello che dico io è che è un’assurdità burocratica pensare di fare questo avvitamento e cambiare una parola per pochi casi, e indubbiamente senza un vero senso logico.
Postare testi ‘per diritto di cronaca’ e collegamenti a Youtube è legale, tanto che ci siamo?
Postare testi ‘per diritto di cronaca’ e collegamenti a Youtube è legale, tanto che ci siamo?
Il diritto di citazione è sempre fatto salvo: se inserisci una citazione da un testo non hai problemi.
Per quanto riguarda YouTube, si applica lo stesso criterio: se linki a uno spezzone di un programma relativamente breve, non hai problemi, per il video completo il problema potrebbe porsi e come (ma nella pratica ne dubito, anche se, nel dubbio, evito).
Il diritto di citazione è sempre fatto salvo: se inserisci una citazione da un testo non hai problemi.
Per quanto riguarda YouTube, si applica lo stesso criterio: se linki a uno spezzone di un programma relativamente breve, non hai problemi, per il video completo il problema potrebbe porsi e come (ma nella pratica ne dubito, anche se, nel dubbio, evito).