L’iPhone è arrivato: e adesso?

Come in molti sapranno, l’iPhone, il telefonino della Apple, è arrivato in Italia. Diciamolo subito: non è un cellulare, ma un pc molto sui generis e, all’apparenza, molto bello. Il problema è che non è tutto oro quel che luccica.

Nel progettare l’iPhone, la Apple ha fatto in modo da farlo sembrare rivoluzionario, e c’è riuscita trasformando un cellulare normale in uno senza una tastiera vera e propria, solo touch. Poi è stato tutto marketing: facendo leva su questo, ha fatto diventare l’iPhone un hype. Così è diventato l’oggetto del desiderio per tutto il mondo. Ma i lati oscuri, specialmente per l’Italia, sono molti.

Cominciamo dall’inizio: il melafonino, in sé, ha tantissimi difetti. Alcuni trascurabili (ad esempio, non si può usarlo come modem), altri decisamente pazzeschi. Il più grave posso riassumerlo in una sola frase: se comprerete un iPhone, sappiate che non sarà mai vostro.

Cominciamo dal software: si tratta di un Mac esplicitamente sviluppato per l’iPhone, quindi è un sistema chiuso. All’interno di questo sistema, Apple ha fatto in modo che qualunque cosa facciate, avrete bisogno che una applicazione speciale vi autorizzi a farla. Si tratta del cosiddetto trusted computing.

Semplifichiamo: sin dalla prima versione del telefonino, la Apple ha montato un chip. Questo chip, fino ad ora, è rimasto inattivo. A partire dalla prossima versione del firmware (ovvero del sistema operativo), questo chip diventa attivo. Questo vuol dire che si potranno installare solo applicazioni che vengono riconosciute da questo chip: volete installare una cosa scaricata su internet, ma non da AppStore? Tentate di fare qualche magheggio per crackarlo? Bene: il vostro iPhone diventerà un soprammobile elettronico che potrete mettere sul caminetto. Avete due scelte, quindi: o fate come dice Apple o potete anche buttarlo. L’alternativa è comprare un iPhone con un vecchio firmware (quello che adesso è crackabile), ma rischiate di perdere qualche grosso aggiornamento della sicurezza con tutti gli annessi e connessi. Dovrete fidarvi della comunità di sviluppatori che sviluppa una versione crackata del firmware, senza alcuna sicurezza del fatto che funzioni. E se poi non funziona più, non potrete andare da nessuno a lamentarvi.

A rinforzare questa cosa, c’è anche il fatto che presto, qualunque cosa farete con l’iPhone, passerà per Apple. Qualunque cosa farete, la Apple lo saprà, e se non gli piacerà, attiverà quel famoso chip. Ora, magari fate cose perfettamente lecite, solo che alla Apple hanno commesso qualche errore: l’iPhone però si blocca e dovrete aspettare che Apple risolva il problema. Il che potrebbe non avvenire mai.

Insomma, se volete l’iPhone, avrete Steve Jobs sempre con voi a controllarvi (tra l’altro c’è anche il GPS). Giusto per precisare, il trusted computing è una tendenza che aumenterà nei prossimi tempi: se userete computer con Windows o Mac e con quel famoso chip (e voi non potete sapere se c’è o meno), rischiate di doverlo buttare: l’iPhone è solo all’avanguardia coi tempi.

Tralasciamo poi le deficienze commesse dalla Apple (non potete fare copia-incolla, non potete inviare MMS, non potete inoltrare i messaggi ricevuti, girare video e altre cosucce che fanno anche telefoni da 30 euro). Passiamo adesso all’iPhone italiano. Due sono gli operatori che hanno avuto la speciale concessione a venderlo, e sono TIM e Vodafone. Poiché hanno tariffe molto simili, tratterò solo di TIM.

Cominciamo con il dire che, se volete comprare l’iPhone (di seguito mi riferirò alla versione minore, quella da 8GB), avete due possibilità: comprarlo “in offerta” o a prezzo pieno.

Se lo comprate in offerta, dovrete versare 199€ per avere il telefono in comodato d’uso per 24 mesi. Questo vuol dire che l’iPhone, per due anni, non sarà vostro: non potete venderlo, regalarlo e neppure buttarlo, perché la TIM (o la Vodafone) potrebbe rivolerlo indietro.

Nel corso dei 24 mesi, dovrete versare mensilmente alla TIM un minimo di 30€, il che significa che, nel corso di due anni, verserete alla TIM la bellezza di 720€, più i 199 euro versati all’acquisto fanno 919 euro. E sto parlando della versione starter che offre poco meno del minimo indispensabile. La cosa pazzesca, però, sono le tre offerte successive, ovvero la 250, la 600 e la 900. A vederle nel dettaglio, corrispondono alle tre tariffe di TuttoCompreso 30, 60 e 90. La differenza? Costano 20 euro in più (50 invece di 30, 80 invece di 60, 110 invece di 90). Fisse. La stessa cosa vale più o meno per Vodafone.

Perché questa differenza? Presto detto: se la Apple vende a TIM gli iPhone a un costo ribassato, poi vuole una quota degli abbonamenti, se invece li vende a prezzo pieno, la TIM deve rifarsi alzando le tariffe. Io propendo per la seconda, e fra poco spiegherò perché.

La seconda chance per avere un iPhone è comprarlo a prezzo pieno e sbloccato (in teoria, potete metterci la SIM che preferite). Il prezzo pieno è 499€. Tanto? La risposta è no. Due scenari:

1. Comprate l’iPhone “in offerta” con la tariffa iPhone 250. Costi totali: 189+24*50=1389.
2. Comprate l’iPhone a prezzo pieno e attivate la tariffa TuttoCompreso 30, uguale alla tariffa iPhone 250. Costi totali: 499+24*30=1219.

Un risparmio di 170 euro per avere le stesse cose. Non solo: nel secondo caso il cellulare è vostro. Potete venderlo, regalarlo, buttarlo: pensate, se fra un anno uscirà l’iPhone 4 o un telefono ancora più fantasmagorico, potrete cambiarlo. Se invece vi legate a TIM (o Vodafone), per 24 mesi non potrete cambiare telefonino né piano tariffario. O meglio, se lo fate, dovrete versare qualcosa come 300 euro per avere rescisso anticipatamente il contratto. Inoltre potete cambiare tariffa, se ne trovate una più vantaggiosa o addirittura cambiare operatore. Una precisazione: essendo in comodato d’uso, la TIM, trascorsi i 24 mesi, potrebbe richiedervi l’iPhone indietro (con i telefonini normale questo non succede, perché non ne vale la pena, visto che dopo due anni il valore di ogni dispositivo crolla, ma non so se è lo stesso per l’iPhone).

Insomma, se volete comprare un iPhone, vi conviene comprarlo o con la tariffa starter (per avere poco a 30€) o con la tariffa unlimited (per avere troppo a 200€), oppure comprarlo sbloccato (sempre che ne troviate). Chi opta Vodafone, invece, ha solo l’ultima possibilità.

L’Italia, oltretutto, si rivela il Paese messo nel modo peggiore, in questo senso. Se vado in Svizzera, posso comprare l’equivalente di iPhone+starter al prezzo di 60 euro più 34 mensili, se vado nel Regno Unito 124 più 38 mensili (con internet illimitato), nei Paesi Bassi 79,95 più 30 mensili (con internet illimitato, e non vi dico le tariffe successive – vi basti sapere che l’iPhone è venduto a 1 (uno) euro).

Perché questa discrepanza? Perché l’Italia non è un mercato appetitoso. L’utente privato medio, infatti, è capace di comprarsi un telefono da 500 euro, per poi spendere 30 euro di ricarica l’anno: i ragazzi, specialmente, vogliono il telefonino da mostrare, per poi non usarlo mai. All’estero vanno i piani ad abbonamento, quindi l’iPhone è vantaggioso da vendere.

L’iPhone, infatti, è un dispositivo costoso per la Apple: svilupparlo è costato molto, e anche produrlo e soprattutto pubblicizzarlo (è un hype, dopotutto). Il suo prezzo è alto. Ma gli analisti fecero subito notare che al di sopra dei 199$ sarebbe stato un fallimento. E qui il colpo di genio: la Apple, prendendo per il collo i provider di servizi, ha detto: «io ti do questo miracolo che tutti vorranno a prezzo di favore, ma tu mi dai una quota degli abbonamenti (la cosiddetta “revenue sharing“)». In Italia una cosa del genere non si può fare, perché vanno le ricaricabili: per questo io credo che la Apple ha venduto a prezzo pieno i suoi dispositivi, e poi ha detto a TIM e Vodafone «fai come cacchio ti pare». Impossibile, quindi, sia per Vodafone che per TIM non imporre l’abbonamento all’utente (e mi sa che l’utente medio neppure sa di questo contratto capestro): a 499 euro, anche se più vantaggioso, un iPhone all’utente medio non lo vendi.

E TIM e Vodafone lo sanno: voi avete visto pubblicità dell’iPhone in TV? Io no. Hanno lasciato il compito ai telegiornali (fra i quali spicca, ovviamente per lo schifo, Studio Aperto). E in giro, di iPhone italiani, ce ne sono pochi. Perché nessuno ha creduto che sfonderanno in Italia. Infatti, a naso, vedo che chi lo ha acquistato, ha preferito comprarlo a costo pieno (così potrà continuare con le ricariche a cinque euro per volta).

La colpa di tutto questo? In parte degli operatori che hanno fatto cartello (certo, sono costretti a imporre gli abbonamenti, ma mica sono costretti a fare prezzi uguali!). Ma l’altra parte spetta a noi, agli utenti: siamo consumatori disinformati, compriamo le cose solo per l’apparenza ma non per la sostanza e soprattutto non protestiamo quando ci fanno un torto (le imprese che fanno cartello ai nostri danni, il Governo che fa leggi ai nostri danni – basti pensare alla cancellazione della class action, approvata dal governo Prodi, ma bloccata dal governo Berlusconi).

Consigli finali. Io non comprerei l’iPhone, di sicuro non adesso, di sicuro non in Italia, forse neppure in futuro. Aspetto telefoni migliori, a cominciare da Android di Google (che è un sistema open, alla faccia di Jobs), ma anche adesso non mancano le alternative (certo, non sono “fiche” come l’iPhone, non fanno tendenza, ma sapete, il sottoscritto preferisce il buono al bello e fortunatamente sono nato dotato di tanto interesse critico e di altrettanta curiosità – e poi sono diffidente di natura). Se, nonostante tutto questo volete comprare adesso l’iPhone (masochisti!), compratelo a prezzo pieno e sbloccato, perché, oltre a risparmiare, a parità di condizioni, vi permette maggiore libertà (anche se, su una scala da 0 a 100, il vostro grado di libertà passerà da 0 a 1, 2 al massimo, ma meglio che niente). Se volete crackarlo (sappiate che è illegale e rischioso), cercate le versioni del firmware precedenti alla 2. Se invece non volete comprarlo adesso, ma in futuro, aspettate l’offerta della 3, potrebbe essere più vantaggiosa (la 3 è sempre stata aggressiva sui prezzi – oltretutto a casa sua, a Hong Kong, nella versione “deluxe”, a 40 euro al mese per 24 mesi (totale: 960 euro, poco più della “nostra” versione starter) il telefono è gratuito, con traffico dati illimitato).

Non ho consigliato di andare all’estero, e vi spiego perché. Andarlo a comprare in Svizzera è vantaggioso, e lo è anche andarlo a comprare nei Paesi Bassi o nel Regno Unito (volo low cost, una notte di pernottamento e ritorno a casa con l’iPhone, paradossalmente, continua a costare meno che comprarlo in Italia). Il problema è che temo che un iPhone comprato in un certo Paese, seppure unlocked, possa essere utilizzato solo con SIM di quel Paese. Non so se sia vero, magari no, ma visto quanto sta facendo Jobs per avere tutti gli iPhone del mondo sotto controllo, la cosa non mi stupirebbe.

(Foto di Adrian Ilie)

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11 Comments

  1. bel post. concordo praticamente su tutto. bravo. hai percaso qualche dato sulla percentuale di iPhone venduti con abbonamento o libero?

    ciao

  2. bel post. concordo praticamente su tutto. bravo. hai percaso qualche dato sulla percentuale di iPhone venduti con abbonamento o libero?

    ciao

  3. Purtroppo no: ieri sera leggevo che gli unici dati sono quelli della Apple, che mostravano il numero degli iPhone venduti a livello globale (neppure divisi per Paese). Continuerò a tenermi informato e a tenervi informati. Grazie per essere passato.^_^

  4. Purtroppo no: ieri sera leggevo che gli unici dati sono quelli della Apple, che mostravano il numero degli iPhone venduti a livello globale (neppure divisi per Paese). Continuerò a tenermi informato e a tenervi informati. Grazie per essere passato.^_^

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