Pietre miliari del giornalismo italiano /52: Il Politometro e la tessera numero 1 del PD

.mau. segnala che il Politometro di Repubblica.it pare avere una leggerissimissima preferenza per Bersani. Ho fatto anche io qualche prova, dando risposte casuali e non, tentando di identificarmi di volta in volta con un candidato diverso, aiutato dal fatto che mi sono letto tutti (tranne uno) i programmi elettorali in questione (Monti, Giannino, Grillo e Ingroia, quello di Berlusconi l’ho già scritto e verrà pubblicato settimana prossima).

La conclusione è abbastanza desolante.

Come nel caso di .mau., non sono riuscito a staccarmi granché da Bersani. Addirittura in una delle prove, pur dando risposte montiane, sono finito più a sinistra rispetto a quando ho dato risposte bersaniane.

Il caso peggiore però c’è stato nel momento in cui ho tentato di dare risposte berlusconiane. Io non so quale programma di Berlusconi abbiano letto presso Repubblica: quello che ho letto io  spesso non ha riscontri con il Politometro. Anche a volerle cercare col microscopio spesso e volentieri mancano risposte univocamente berlusconiane. Per esempio, alla domanda sulle tasse, chiunque avrebbe messo, come minimo, “Abolizione dell’IMU (e dell’IRAP)” come risposta berlusconiana. Invece no, nell’ordine le opzioni erano:

  1. sostituire l’IMU con una patrimoniale → Bersani, Ingroia (non mi risulta che Grillo abbia parlato di patrimoniale: per lui il minor gettito dell’IMU sulla prima casa va compensato con i tagli a TAV, F35, sprechi della politica);
  2. lotta all’evasione fiscale → un po’ tutti, Berlusconi un po’ meno;
  3. tassare le auto che entrano nel centro storico → qui mi sono sentito un attimo preso in giro;
  4. tracciabilità del contante → Monti, Bersani;
  5. azzeramento dell’IRAP in 5 anni → Monti (Berlusconi lo ha promesso in 4 anni, non 5).

Lo schema delle risposte è sempre questo, più o meno: risposte che, se tutto va bene, ti fanno arrivare a sinistra di Monti, ovvero poco a destra di Bersani. Il programma (schifosissimo, ma che ve lo dico a fare) di Berlusconi, a meno che non coincida con quello di qualcun altro, è praticamente assente dalle risposte. Inoltre solitamente tre o quattro risposte rispecchiano una posizione bersaniana.

Delle due l’una:

  • o il programma del PD (che non ho ancora letto) è una sorta di metaprogramma che li contiene tutti;
  • o il Politometro è stato “targettizzato” sul lettore tipico di Repubblica (centro/centrosinistra/sinistra) in modo da convincerlo di stare dalla parte “giusta”.

Nel weekend mi dedicherò alla lettura del programma del PD e vedremo quale delle due sarà (non facciamo gli ipocriti: è la seconda).

Pur considerando la probabile vaghezza del programma del PD, partito né carne né pesce per eccellenza, era impossibile non trovare elementi che riuscissero a distinguere chiaramente Bersani dagli altri. Le risposte erano quasi sempre quelle di Bersani condivise da altri candidati con una tale regolarità che è impossibile credere che sia un caso. A voler essere buoni, ad assumere buona fede fino a diventare totali babbei e a ignorare le coincidenze, come minimo il Politometro è scritto senza aver letto i programmi. Il che non lo rende uno strumento di parte, ma solo una schifezza che un giornale serio dovrebbe togliere dal sito prima di ieri, pubblicando una lettera di scuse. Ma Repubblica non è il New York Times, che pubblica una rettifica per avere chiamato Mamu un gatto di nome Maru: Repubblica (ma non è la sola, anche fra i grandi giornali) manda in stampa cretinate formato Godzilla e le lascia ad imperitura memoria del pessimo giornalismo italiano.

Non c’è niente di male a parteggiare per qualcuno, purché venga espresso in modo chiaro. Ma il Politometro dà un’illusione di indipendenza che sfocia nella truffa: non orienta, ma prende per mano il lettore già propenso a votare intorno al centrosinistra e gli mostra che quella è la strada giusta, facendogli credere che sia una sua propria scelta. Ma questa illusione di libero arbitrio nel Politometro denota una scarsissima serietà per quello che dovrebbe essere il primo quotidiano italiano.

Per questo, quando il Banana continuerà con la storiella della tessera numero 1 del PD, sarà difficile dargli torto. Atteggiamenti del genere ti rendono parte del problema e complice dei berluscones.

Per uscire dal berlusconismo e dalla crisi non ci servono manipolazioni mediatiche: peggiorano solo il problema, affidando il Paese a idioti diversi, ma sempre idioti ignoranti. Ci servono elettori dotati di senso critico, formati e informati.

Invece il Politometro è l’ennesima espressione del berlusconismo di sinistra.

UPDATE: Jaqen ha fatto un bel lavoretto, andando a collegare ogni dichiarazione al candidato che l’ha pronunciata. I risultati sono ridicoli.

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