Qual buon vento

Mentre Berlusconi sostiene (tramite ultimo libro di Bruno Vespa) che la giudice che ha scritto contro di lui nella sentenza era ed è di estrema sinistra e quindi – per sillogismo – sua nemica (vista la sicurezza, ci saranno sicuramente fonti certe come tessere di partito…), vi sono state le nomine in Rai. Passate in mezzo al casino più assoluto.

Mauro Mazza passa dal Tg2 alla direzione di Raiuno al posto di Del Noce. Augusto Minzolini è il nuovo direttore del Tg1. I consiglieri dell’opposizione non hanno votato perché, a loro dire, vi sono state influenze dall’esterno. Anche in riferimento ai “vice”. Prima di partire con “orgogli e pregiudizi”, sarebbe meglio inquadrare i curricula delle due cariche più rilevanti.

Le schede fornite da Repubblica e del Corriere sono praticamente identiche: Mauro Mazza (Roma,1955), esperto di cronaca politica, esordisce al Secolo d’Italia e lavora anche per l’AdnKronos. Collaborazioni varie dal ’75 al ’90, anno in cui entra al Gr1; poi la TV nel 1995 con la conduzione del Tg1 notturno. Ottenuta la vicedirezione della testata, diventerà direttore del telegiornale della seconda rete dal 2002, fino alla nuova nomina odierna.

Augusto Minzolini (Roma, 1958) vanta partecipazioni in Ecce Bombo e Io sono un autarchico, due film di Nanni Moretti. Passa per essere uno “squalo” in quanto fondatore del “minzolinismo”, ossia la capacità di raccogliere e pubblicare affermazioni anche informali, fuori dall’inquadratura delle telecamere. Per lui, nell’ordine, Asca, Panorama e Stampa. Con qualche – appunto – minzolinata rischiosa.

Mauro Mazza, come già sottolineato, ha iniziato nel redarre le colonne del Secolo d’Italia. Il giornale dell’allora MSI. Anche lui, tempo fa, è caduto nella rete delle provocazioni di Beppe Grillo. Come buona parte della gente, che prende l’artista decisamente sul serio, non si accorge che il creatore del V-Day è un satiro (quindi dovrebbe scuotere le coscienze, ma evitare di fare comizi) e, al pari di Petronio, i suoi interventi dovrebbero essere colti cum grano salis. D’altronde, l’uso smodato di parole tabù è parte dello stile irriverente. Sentitosi chiamato in causa, Mazza accusa – in pratica – Grillo di “istigazione a delinquere”. Dal “vaffanculo” al premere il Grill…etto ce ne vuole. E non è di certo il genovese a creare nuovi brigatisti. Strano che un giornalista nutra quasi il timore per i potenziali (impossibili?) effetti causati dalle parole di un comico. Ma i comici non facevano ridere?

Minzolini, recentemente, è colui che ha trovato attenuanti per la visita del premier a Napoli da Noemi (riassunto: “è un uomo politico che va verso le elezioni, è ingiustificata la tempestività dei giornali; fa un comizio in autogrill durante il viaggio in Abruzzo: lo fa perché è il personaggio e, poi, partecipa a così tanti eventi…”). Parole simili sono state usate proprio ieri dal Cavaliere. Ma lui non era l’inventore della “forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte”, con la benedizione di Carlo Rossella? Non vorrei pensare che lo squalo si riduca ad un piranha. Per di più sdentato.

In attesa dei fatti.

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