Referendum sulle trivelle: chiunque vinca, perderemo tutti

Delle varie scemenze che sono circolate nelle ultime settimane a proposito del cosiddetto referendum sulle trivelle ho scritto, chiarito e sbufalato qui su IBTimes Italia. Spoiler alert, c’è un forte sarcasmo schifato per com’è andata la campagna elettorale, sia per il sì che per il no/astensione.
Qui spiego in breve cosa succederà, secondo me, dopo il referendum sulle trivelle. In una parola: niente.

In una frase: si continuerà a trivellare, sulla terra e in mare, entro e oltre le 12 miglia dalla costa fin quando non sarà esaurito il giacimento.

Spiego: quello che è stato definito “referendum sulle trivelle” è in realtà ciò che rimane di una resa dei conti fra il governo centrale e i governi delle Regioni su chi dovesse decidere su queste trivelle. C’erano sei referendum: cinque sono stati respinti perché il governo ha effettuato modifiche alle leggi che esaudivano in qualche modo le richieste referendarie (secondo i governatori regionali in due casi questo non era vero, ma i tapini sono andati a fare ricorso alla Consulta senza avere i titoli – cioè una delibera consiliare). Ne è rimasto uno, e su quello si andrà a votare.
Se vince il no, le piattaforme continueranno a lavorare finché non saranno esauriti i giacimenti.
Se vince il sì, le piattaforme continueranno a lavorare fino alla scadenza della concessione e delle proroghe. Finito questo tempo (ovviamente prima della scadenza), i gestori delle piattaforme dovranno chiedere una nuova concessione/proroghetta. Servirà una leggina ad hoc, ma le piattaforme continueranno a lavorare finché non saranno esauriti i giacimenti.

Ah, pensavate di salvare il mare e aprire la strada ad un avvenire di energia pulita? Oh, anime belle…

Detto questo, c’è una minuscola ragione per votare sì, ovvero far venire un po’ di mal di pancia a chi (circa quattro quinti del totale) trivella senza pagare royalty allo Stato. Se la concessione è infinita, questi possono prelevare a sbafo gas e petrolio, e fare tanti sghei alla faccia nostra, sia che votiate sì, sia che votiate no, sia che andiate al mare/montagna/lago/collina. Se la concessione scade, questi potranno prelevare a sbafo gas e petrolio, e fare tanti sghei alla faccia nostra, sia che votiate eccetera…, solo che fra un po’ di anni dovranno chiedere un’altra concessione.

Quindi, se vince il no/astensione, Renzi potrà fare il solito tacchino, i governatori di Regione diranno “evvabbé”, e quelli che estraggono gas e petrolio a sbafo stapperanno svariate casse di champagne. Chi ha votato e chi non ha votato resterà comunque fregato.
Se vince il sì, Renzi dirà “evvabbé”, i governatori di Regione faranno i tacchini, e quelli che estraggono gas e petrolio a sbafo terranno le casse di champagne in cantina fin quando inviteranno il governatore o il ministro o altro funzionario a cena per ottenere la nuova concessione. Chi ha votato e chi non ha votato resterà comunque fregato, anche se una buona metà degli elettori penserà di fare dei caroselli e popoppopopopopopopò.

Insomma, questo referendum non è altro che l’ennesima occasione per far scannare l’opinione pubblica su un argomento di scarsa rilevanza, mentre il vero problema, le royalty e il gas/petrolio di cui veniamo praticamente depredati, resterà irrisolto. Prego la regia di mandare la diapositiva (qui il testo).

Il testo della legge oggetto del referendum sulle trivelle: in grassetto la parte che verrà modificata se vince il sì. Evidenziata la parte che non verrà cambiata dal referendum, ma che avrebbe dovuto farlo.
Il testo della legge oggetto del referendum: in grassetto la parte che verrà modificata se vince il sì. Evidenziata la parte che non verrà cambiata dal referendum (e da nessun altro), ma che avrebbe dovuto farlo.

Andate pure a votare o astenetevi se preferite. Pensate pure di aver fatto la vostra parte per salvare il mare e il mondo o i conti pubblici. Tanto non accadrà niente del genere: prima ancora di andare a votare, abbiamo già perso.

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