Uguaglianza
- la ricchezza finanziaria e immobiliare è diventata sempre più inafferrabile [sic]: capisco quella finanziaria, ma quella immobiliare? È difficile nascondere un condominio o un terreno (a patto di volerlo cercare: Google Maps può dare una mano a un costo irrisorio [analizzi una zona, se trovi un immobile che non ti risulta, ti fai un giro in macchina, verifichi e poi mandi la finanza]);
- Riequilibrio del rapporto fra tassazione delle rendite e quella del lavoro: d’accordo, ma lo si faccia in modo sensato, senza creare frizioni inutili in un mercato già in asfissia (come quello finanziario) solo per una questione ideologica, perché chi ci andrà di mezzo sono i lavoratori e l’economia reale. Sì a tassare di più le rendite e meno il lavoro, ma si usino soluzioni più efficienti rispetto a scemenze come la Tobin Tax (ne ho parlato in passato, accomodatevi);
- Riforma per una giustizia più efficiente ed equa: anche qui, genericità allo stato puro;
Il resto della sezione dice che ci vuole più uguaglianza. Grazie.
Libertà
L’introduzione è un capolavoro di retorica per spiegare che non faranno retorica. È commovente. Si parla di diritti civili, comunque, allo stesso modo del programma di Ingroia, per cui rimando all’ultima sezione presente in questa pagina.
Sapere
«Avviare una società della formazione permanente, anche in vista di “esigenze di mobilità”» Applausi, senza ironia. Se riescono a tradurre questa genericità in provvedimenti concreti, se riescono a superare le resistenze interne ed fintamente esterne (le sinistre politiche e sindacali non digeriscono le verifiche del rispetto degli obiettivi formativi, come spiegavo nel programma di Ingroia), se riescono a cambiare la testa degli italiani, forse ne usciamo.
Sviluppo sostenibile
Analisi corretta (al netto del solito gomblotto Lebbanche), anche se scritta con parole che potrebbero far intendere qualunque cosa (esempio: chi è contro l’euro, può dire che è colpa dell’euro, chi è favorevole, può dire il contrario). Di concreto c’è nulla.
Beni comuni
La sezione lascia spazio a qualunque cosa: l’esito atteso della situazione dei servizi pubblici, in caso di vittoria di Bersani, è quella stabilita dalle regole europee, ergo affidamento per gara pubblica (anche a enti pubblici, purché vincano la gara). Ma dirlo esplicitamente avrebbe fatto girare male i vendoliani (e Vendola sa benissimo come stanno le cose, visto che in Puglia si sono già resi conto che i referendum sono stati superati dalla realtà, ma non lo può dire apertamente). Coraggio scarso.
Diritti
Legge contro la violenza delle donne, cittadinanza a chi nasce sul territorio italiano, riconoscimento giuridico (non si specifica quale) per le coppie omosessuali. Anche qui, minimo sindacale, ma è abbastanza.
Responsabilità
Conviene citare il seguente paragrafo:
Le forze della coalizione, in un quadro di lealtà e civiltà dei rapporti, si dovranno impegnare a:
- sostenere in modo leale e per l’intero arco della legislatura l’azione del premier scelto con le primarie;
- affidare a chi avrà l’onere e l’onore di guidare la maggioranza, la responsabilità di una composizione di governo snella, sottratta a logiche di spartizione e ispirata a criteri di competenza, rinnovamento e credibilità interna e internazionale;
- vincolare la risoluzione di controversie relative a singoli atti o provvedimenti rilevanti a una votazione a maggioranza qualificata dei gruppi parlamentari convocati in seduta congiunta;
- assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese, fino alla verifica operativa e all’eventuale rinegoziazione degli stessi in accordo con gli altri governi;
- appoggiare l’esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica e procedere verso un governo politico-economico federale dell’eurozona.
Si nota, oltre all’esasperazione retorica più spicciola (“l’onore e l’onere”), che il programma di Italia. Bene comune è volutamente vago, poiché consapevole del fatto che diventerà di governo. Mentre gli altri possono fare promesse che non potrebbero mantenere (perché incostituzionali, perché senza copertura, o semplicemente perché completamente sceme), questi poveracci dovranno governare, per cui i provvedimenti saranno soggetti a negoziazioni interne, esterne ed estere.
Il problema è che hanno sbagliato la campagna elettorale: come altri partiti, hanno preferito rinchiudersi all’interno e parlare ai militanti, piuttosto che quelli che avrebbero potuto votarli. Hanno preferito parlare di alleanze e patti di desistenza invece di intercettare il voto d’opinione e gli indecisi. Hanno tirato fuori un programma sintetico e mediaticamente spendibile in enorme ritardo, e per questo sono andati in ordine sparso per troppo tempo, sicché gli “estremisti” della coalizione hanno avuto gioco facile a galvanizzare elettori già sicuri e allontanando chi pensava di votare PD.
Aspettiamoci quindi che, facendo la cosa giusta (cioè quella necessaria), il governo Bersani inserirà nei propri provvedimenti anche scemenze più o meno grosse per pagare dazio e soddisfare le ali più ideologicamente viziate della coalizione, oltre, di quando in quando, sopportare i piedi puntati di Fini e Casini affinché possano dire di esistere ancora.
Fino all’inevitabile resa dei conti: a meno di sorprese elettorali, la legislatura non ha certezze di finire come inizierà o di andare a scadenza, e la campagna elettorale ricomincerà già il 27 febbraio. Il PD se ne renda conto.
Mi facciano il piacere quelli che giustificano il programma del PD dicendo “a me non interessano le misure concrete, mi interessano gli obiettivi, i pensieri e la filosofia”: tornate sulla terra. Questo programma dice “faremo qualcosa, ma non dipende da noi”. Nel particolare:
- qualcosa sui diritti civili, perché è la cosa più facile da fare e se non la fanno la prossima volta non piglieranno mezzo voto;
- qualcosa di buono per l’economia reale (tipo le liberalizzazioni);
- qualcosa di dannoso per l’economia reale perché la parte sinistra della coalizione deve pur dare soddisfazione alla propria ignoranza;
- probabile manovra nel 2013, perché la recessione morderà più del previsto;
- per gli anni successivi, sperare che qualcuno in Europa si svegli.
Questo programma non curerà nulla. I provvedimenti del governo Bersani forse. Un provvisorio 5+ (il + per la questione dei diritti civili).
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capitolo lavoro punto 3
se si prende l’intervista fassianiana al financial times si chiarisce qualche ombra sul programma
http://www.ft.com/intl/cms/s/0/65175e70-5d87-11e2-a54d-00144feab49a.html#axzz2HwhZUeVq
ovvero in quella intervista fassina cita accordi tra sindacati e imprese per il blocco dei salari nominali in cambio di investimenti, che a me sembra comunque una svalutazione dei salari reali detta “in modo carino” in cambio di molto vaghi investimenti privati.
Sì, mi riferivo a quello quando dicevo «nel breve periodo sarà
doloroso, ma nel lungo periodo darà i suoi frutti». Grazie per il
contributo.
grazie a te per la risposta.
Non avevo colto il riferimento, e purtroppo temo di non essere daccordo.
In che senso questo tipo di accordi, nel lungo periodo, darà i suoi frutti?
In Italia il costo del lavoro è alto, nonostante i salari siano bassi. Rinunciando ad un loro aumento, se l’impresa investe in produttività, potrebbe essere più semplice rendere più basso il costo del lavoro e aumentare il salario reale una volta che l’economia sarà ripartita. Il diavolo è nei dettagli (l’impresa rinuncia a qualcosa, tipo la distribuzione degli utili o pagano solo i lavoratori?), come al solito, ma l’idea non è in sé sbagliata. Al massimo è vaga, come dicevi tu.
sisi, astrattamente fila, ma quello che mi fa storcere il naso è che questi investimenti deriverebbero da accordi tra sindacati e parti sociali (magari con lo stato che ci metti becco e zampino), quindi ho qualche dubbio che le risorse verebbero efficientemente allocate, garantendo reali aumenti di produttività. Non avrebbe più senso riformare la contrattazione sindacale a livello aziendale? collegare parte delle retribuzione alla produttività, e in cambio dare adeguata rappresentaza ai lavoratori nell’impresa?
Ti stupirà, ma qualcosa del genere nel programma del PD c’è.
Sì, mi riferivo a quello quando dicevo «nel breve periodo sarà doloroso, ma nel lungo periodo darà i suoi frutti». Grazie per il contributo.
Anche con tutte le critiche condivisibili, è il programma che mi convince di più. O forse sono prevenuta, nel senso che gli altri non mi convincono affatto.
A
me non convince certa gente che sta nel PD e nella coalizione e che
potrebbe diventare responsabili di qualche dipartimento economico. Il
programma ci starebbe pure, il problema sarà attuarlo, e quello dovranno
farlo le persone, appunto.
A me non convince certa gente che sta nel PD e nella coalizione e che potrebbe diventare responsabili di qualche dipartimento economico. Il programma ci starebbe pure, il problema sarà attuarlo, e quello dovranno farlo le persone, appunto.
Gli avrei dato di meno come voto, ma forse sono troppo cattivo e parto prevenuto. Inoltre ammetto la mia colpa: non sono riuscito a leggerlo tutto, a tratti era così noioso e dannoso per i miei occhi che ho preferito risparmiarmelo, tanto non li voterò mai. Per quel che ho letto, sono ancora una volta d’accordo con te. Odio i programmi elettorali vaghi, credo che darsi degli obiettivi senza uno straccio di spiegazione su come raggiungerli sia abbastanza inutile. A questo punto fondo un mio partito e gli do un solo obiettivo: migliorare l’Italia. Poi del come ne discuteremo nel primo consiglio dei ministri.
Ho dato 5 all’agenda Monti che dice più o meno le stesse cose, ma senza diritti civili. Sto scrivendo la seconda parte e penso che il voto alto sia quello dato a Monti.