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L’amorevole omicidio-suicidio della Merkel

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Andy king50 [CC-BY-SA-3.0], via
Nuova puntata del più lento suicidio della storia mondiale.

In base al nuovo accordo sul debito pubblico greco, la Germania sui prestiti alla Grecia ci guadagna (ovvero, prende a prestito a un tasso ridicolo, spesso e volentieri negativo, mentre presta alla Grecia a un tasso più alto, lucrando sulla differenza), mentre Italia e Spagna ci perdono (ovvero prendono a prestito a un tasso più elevato e prestano alla Grecia a un tasso più basso [lo stesso della Germania]).

Insomma, il Paese che più distorce le economie dell’Eurozona continua nella sua opera di distruzione dei suoi partner a fini elettorali (Deutschland, Deutschland über alles), rendendo il conto più salato quando arriverà il momento di pagare. Che poi è ciò che è successo in Grecia dal 2010 a oggi (e continuerà a succedere: l’accordo si basa su aspettative di finanza pubblica che sono più che ottimistiche).

In altre parole il Paese che più dovrebbe compensare gli altri Paesi degli squilibri che causa, impone di continuare a lucrarci a scapito di tutti gli altri. E poi si metterà ad agitare il ditino quando arriverà il momento dello sfascio per gli altri due PIIGS ancora non sottoposti al “salvataggio”.

Io quasi non vedo l’ora di vedere il momento in cui l'”imperialismo” tedesco, che ciclicamente ritorna alla conquista del suo Lebensraum, si scontrerà con l’esplosione della realtà, con il fallimento dei PIIGS+F, con le perdite di miliardi e miliardi di aiuti a questi ultimi, con la rottura dell’euro e il supermarco che zavorrerà l’export tedesco lasciato orfano dagli importatori comunitari strafalliti, prima dell’implosione definitiva. Ne parlavo già a gennaio, e il copione della Endlösung der Europafrage ivi descritto continua ad essere seguito (unica differenza, il default della Grecia sta procedendo in modo ordinato. Ma c’è ancora spazio per i colpi di scema, tranquilli).

La vedo la Merkel, afflitta da demenza senile e in seguito andata in pensione, scrivere nelle sue memorie che la colpa è dell’Europa periferica, che non ha abolito per tempo la scuola e gli ospedali pubblici, come previsto dalla riunione tenutasi a Stalingrado sul Meno, e che l’aveva detto lei che una pressione fiscale al 90% era insufficiente. Il titolo del libro sarà «Ci voleva più austerità», al modico prezzo di una carriolata di marchi.

E si badi bene: in questa storia l’euro non c’entra una mazza. Il problema non è la moneta, bensì un susseguirsi di politiche fallimentari a livello di governi nazionali ed europei. Questa crisi ci sarebbe esplosa in faccia (in modo anche più dannoso) anche se ci fossero state ancora le valute nazionali, perché le uniche soluzioni per sconfiggere l’idiozia sono il buonsenso e la morte, non certo dei pezzi di carta con disegni diversi sopra.

Lo ripeterò fino alla nausea: non fidatevi della Germania. Per nessun motivo: il suo obiettivo principale è fott*rci.

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