Una favola di Natale: il farmacista coraggioso

APhM logo JPGC’era una volta un certo signor Tizio, farmacista laureato, che un giorno ricevette finalmente il permesso di aprire una farmacia. Purtroppo il permesso riguardava una zona sperduta nel bel mezzo del nulla, così sperduta che se la trovi ti senti come dopo aver pulito le stalle di Augia con uno spazzolino.

Purtroppo le cose andavano male: nei dintorni c’erano farmacie raggiungibili molto più facilmente, e il signor Tizio non riusciva a guadagnare il becco di un quattrino.

Il signor Tizio, però, non era tipo da arrendersi: si fece per bene i suoi conti e un giorno cominciò a dire in giro ad amici e parenti che tutto ciò che poteva scontare, lo scontava, rinunciava ai grandi margini e ai grandi guadagni dei farmacisti “normali” pur di non essere costretto a chiudere, a costo di rimetterci il ticket di tasca sua. Un pacco di cerotti costa dieci euro? Lui te lo vende a cinque. Pasticche per il mal di gola? Garze? Biberon? Aspirine? Tutto scontato. I guadagni sarebbero arrivati grazie a ciò che non poteva scontare e che i clienti fidelizzati avrebbero comprato da lui, assieme al resto.

La voce si sparse in un niente. Tutti andavano in questa farmacia (una farmacia vera, non una “para”!): perfino dai paesi vicini cominciarono ad arrivare clienti, nonostante ci volessero un bel po’ di minuti per raggiungere quella sperduta località. Anche considerando il costo della benzina, era molto più conveniente andare da Tizio a fare questo genere di acquisti che non alla farmacia a pochi metri da casa. Addirittura qualcuno la farmacia ce l’aveva sotto casa, ma comunque andava da Tizio, una forma di protesta contro la mafia delle farmacie.

Ormai è più di un anno che il signor Tizio ha aperto la sua farmacia, e non sembra avere intenzione di smettere. Intanto gli altri farmacisti della zona hanno notato un vistoso calo nel volume d’affari (no, non falliranno, tranquilli). Però rosicano, ah!, come rosicano: hanno fatto un esposto (per l’articolo 15 della 475/1968, immagino, sempre recenti le leggi su caste e corporazioni, eh?). Un esposto contro la concorrenza, perché “limita il diritto di libera scelta del cittadino”. Estiqatzi.

Comunque non è una favola, ma la realtà. Ieri ho comprato delle pillole a 3 euro. Pillole che nella farmacia “mafiosa” avrei pagato 7,8 euro. Ci ho messo un quarto d’ora in auto, mentre per raggiungere la più vicina farmacia a piedi me ne sarebbero occorsi dieci.

E non essendo una favola, temo che non ci sarà un lieto fine.

In ogni caso, forza Tizio.

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7 Comments

  1. Purtroppo, non so se solo in Italia, questa cosa è risaputa, ed allo stesso tempo accettata, tanto da farne un mito.

    Io vivo in un paesino, e di queste storie ogni tanto, sopratutto chi cerca di farsi le ossa piantando un negozietto o ristorantino alle prime armi, me le ritrovo ogni volta spiazzati da corporativismi, nel passato, oggi, da super o mega centri commerciali.

    Sia chiaro se devo prendermi delle colpe me le prendo, sopratutto per la ricerca scarsa di concorrenzialità, però, queste storie ogni volta sulla bocca di tutti, ma che ora tutti rimpiangono perchè i super-mega-centri commerciali, hanno potere legale e finanziario su cui nessuno può o vuole spezzarne la forza, causa sempre il solito lavoro che manca.

      1. Questo è vero, anche se una risposta certa non te la so dare, nel senso, forse restano aperti grazie a persone anziane e non, con difficoltà di mobilità, nella maggior parte dei casi, dico forse, perchè poi le eccezioni ci sono dappertutto.

  2. Dobbiamo impedire che l’Italia sia messa sotto scacco da caste che ormai hanno tessuto un sistema per dissanguarci.Non capisco perchè la associazioni dei consumatori non organizzino delle manifestazioni che, secondo me, vedrebbero milioni di persone in piazza. Ma ci rendiamo conto che la liberalizzazione delle farmecie è impedita dal PDL in cui alcuni esponenti hanno enormi interessi in quel settore? E dubito che possa avvenire la liberalizzazione degli ordini professionali vedendo la composizione del parlamento. Io non capisco come non si vada ancora a rompere le ossa a questi parlamentari che pur di vivere nell’agio stanno facendo terra bruciata  attorno.

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