Il governo ha toccato l’età pensionabile, vero tasto dolente, in modo da diminuire il numero dei pensionati adeguando l’uscita dal lavoro all’aumento della speranza di vita, cosa che parrebbe normale, visto che si vive di più e si invecchia meglio. Mi spiace per i nati nel 1952, se non erro, che faranno un megasalto rispetto a quelli nati un anno prima (non che quelli nati prima saranno esentati, ci mancherebbe). Questo aumento si poteva fare gradualmente nel 1994 e dissero di no; lo si poteva ancora fare gradualmente nei primi anni 2000 e ancora una volta han detto niet. Cofferati, per la riforma Dini, fu linciato verbalmente da chi voleva andare in pensione con trent’anni di contributi invece dei 40 previsti da Dini inizialmente. L’ebbero vinta, o almeno pareggiata: in pensione a 35 anni (di lavoro, beninteso).
Nel 2004 si nota che il sistema non funziona: nuovi strali, riforma Maroni poi annacquata dal governo Prodi.
Nel 2011 il sistema non funziona ancora.
Caro 1952, avresti dovuto protestare PER una riforma delle pensioni già dal 1994, almeno per togliere di mezzo quei 5 milioni di babypensionati, che avrebbero liberato risorse per pagare la tua pensione. E invece no: sei causa del tuo mal, piangi te stesso. Fino a ieri speravi di andare in pensione a 60 anni nel 2013? Adesso ci andrai nel 2018. Se avessi cercato una riforma decente e per tempo invece di arroccarti coi vecchi, magari in pensione ci saresti andato nel 2015, a 62 anni, non a 65.
Caro 1987 (decennio più decennio meno), se non vuoi fare la fine di classe 1952, incazzati, indignati, non ti fidare dei sindacati, perché lavorano per i pensionati e contro di te, e chiedi una riforma delle pensioni che sia equa per te, non per i vecchi che hanno campato a debito fino ad adesso e che dovevano chiederla per sé decenni indietro, e adesso stanno con il mandolino in mano: questi, fra cui il professore, classe 1950, per cercare di andare in pensione a 63 anni invece che a 65 faranno di tutto per far andare te e me in pensione a 75 invece che a 70. (E con una pensione da fame, come ben potete immaginare)
Ammesso che per allora esisterà ancora un sistema pensionistico, se questo è l’andazzo ne dubito assai.
Aggiunta: mentre scrivevo sono uscite fuori le notizie delle serrate dei farmacisti, delle proteste dei notai, dei blocchi del traffico dei tassinari, ovvero di tutti i gattopardi italiani che vogliono resistere al taglio delle rendite di cui godono. Delle due l’una: o tutto questo gattopardismo viene soffocato da un movimento di protesta contro le caste (ché quella politica non è mica l’unica) oppure Monti si dimetta e lasci questo Paese al suo destino: la morte.
(Titolo dell’articolo modificato successivamente perché, in fondo, del professore parlo poco e niente)
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Ho scritto al professore, vediamo che dice 🙂
Ho una mezza idea, ma non voglio rovinare la sorpresa.
Complimenti per il tuo blog. Spero non ti offenda dicendo che fai una opera di divulgazione politico-economica di alto profilo. Per chi, come me, non capisce un’acca di economia, é una manna dal cielo.
Come diceva qualcuno qualche tempo fa, é talvolta sgradevole da leggere, ma del resto come precisi nel sottotitolo “cerchi di dire cose sensate”. Purtroppo, per dire cose sensate bisogna affrontare la realtá. E la realtá di oggi non é particolarmente gradevole. Grazie ancora.
Per il poco che faccio, figurati! Ti ringrazio, e se posso essere utile in qualche modo non esitare a scrivermi 😉
Tooby for President!!!!
Come dice il mio omonimo Marco, spesso ti incazzi mentre leggi un articolo su questo blog, ma sono cose che una persona con un pò di informazione ed un minimo di cervello capirebbe al volo.
purtroppo un popolo di lobotomizzati dal GF che si informa sul TG1 ha ormai perso ogni minima capacità di ragionamento, e la classe politica (ivi compresi anche i tecnici attualmente al governo e i sindacati) ne approfitta per i propri comodi. e noi giù a sputare sangue e soldi per riempire le loro tasche…
Ti ringrazio, purtroppo di motivi per incazzarsi ce ne saranno a josa, perché il governo Monti sta perdendo il manico del coltello e alla fine i casi saranno due, e non saranno alternativi: o pagherà chi non ha una casta a fare rumore,cioè i più deboli, finché non rimarrà più niente o (e) questo Paese farà lo spettacolare default che merita.
Mi farebbe molto piacere leggere un tuo commento sul taglio agli stipendi di deputati e senatori che sarà deciso dal Parlamento……. chissà cosa si proporranno di tagliare???
Forse smetteranno di viaggare gratis, mangiare alla faccia nostra, o addirittura dimezzarsi lo stipendio……. non si potrebbe fare un referendum su questo argomento???….. come lo si potrebbe proporre???
Continua così che vai forte !!
L’argomento è molto inflazionato: se giri fra i miei articoli degli ultimi giorni, mesi, anni, trovi tanti riferimenti a riguardo, senza contare che la campagna di informazione è fortissima anche nel mainstream, visto che è un argomento che fa vendere copie. Tutti sanno che i parlamentari prendono troppo, solo i parlamentari non ci arrivano a capirlo.
Per cui preferisco fare informazione su altri temi meno conosciuti e ignorati dai media. Grazie per il tuo commento. 🙂