La crisi economica dal 2008 al 2011. In 200 parole

Birmingham Northern Rock bank run 2007Enri89 mi ha chiesto su Twitter di riassumere in 200 parole (sottinteso: in italiano vero) la crisi economica dal 2008 a oggi. Impresa ardua, per uno abituato a scrivere tanto, ma ecco il risultato (credo siano 200, purtroppo il contatore di WordPress conta a caso). Mi sono limitato a cause e conseguenze dirette, ma in realtà la data di nascita di questa crisi potrebbe essere il 1999 o il 1995 o addirittura negli anni Ottanta. Ovviamente non ci sono speculazioni sul futuro.

Il testo non è esaustivo (né potrebbe esserlo: non sappiamo che è successo nel 1929, figuriamoci se possiamo saperlo per una crisi in cui siamo ancora dentro), ma spero possa aiutare a capire chi non ha bisogno di approfondire la questione ma vorrebbe capire quale camion ci ha investito. Come sempre commenti in fondo alla pagina bene accetti, oltre che per i soliti insulti, anche per miglioramenti, richieste di ulteriori spiegazioni e proposte per rimodulare la “sfida” («spiega solo quella del 2011 in 200 parole» oppure «fai tutte e due, ma con 300», ecc).

Nel 2007 esplode la bolla immobiliare americana e crolla il valore delle case: molte banche accusano difficoltà poiché molti clienti restituiscono gli immobili per non pagare i mutui. Questi mutui erano stati infilati in titoli basati sui pagamenti delle rate e che poi erano stati venduti a mezzo mondo. La crisi esplode nel 2008 quando Bush non salva Lehman Brothers: le banche non prestano più perché non sanno chi ha quei titoli tossici, temono di perdere i soldi prestati e finire come LB. Senza prestiti le aziende vanno in crisi e licenziano. La FED interviene inondando il mercato di denaro sperando venga prestato, mentre i governi comprano i titoli tossici dalle banche aumentando i debiti pubblici.

Tuttavia i soldi non vengono investiti poiché la crescita non è solida, dunque la disoccupazione resta alta e mercato immobiliare ed economia non ripartono: vengono colpiti in primo luogo i Paesi più deboli della catena, Portogallo e Italia (bassa crescita), Irlanda e Spagna (bolla immobiliare), Grecia (bassa crescita, conti falsi). I loro titoli di Stato diventano i nuovi titoli tossici e le banche, nonostante salvataggi e soldi freschi, temono di ritrovarsi ancora in deficit di capitale come nel 2008 se i PIIGS dovessero fallire.

Photo credits | Lee Jordan (Flickr) [CC-BY-SA-2.0], via Wikimedia Commons

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3 Comments

  1. Bel post, ogni tanto una bella panoramica, non troppo lunga, rinfresca la memoria 🙂
    Aspettiamo la versione da 1000 parole, che spiega perché succede cosa 😀

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