Scriveva (anzi, scrive) John Locke, non certo un comunista stalinista, nel suo Secondo Trattato sul Governo:
Il fine della legge non è abolire o reprimere la Libertà, bensì conservarla e ampliarla
Si tratta di un’espressione molto liberale: non per niente, secondo Bobbio, Locke è il padre del liberalismo.
In Italia c’è un governo che afferma ogni due minuti di essere liberale, che nasce, come ci ha ricordato Alfano quando è stato unto dal Signore, quando Berlusconi tira fuori la sua “Rivoluzione Liberale”.
In Italia c’è però un governo (e in larga parte un Parlamento) che non è liberale.
La legge sul biotestamento, infatti, fra proprio il contrario di ciò che, secondo Locke, è il fine della legge: infatti esso esclude una libertà, ovvero quella di morire in pace.
Di esempi simili ce ne sono tanti, non ultimi quelli sulle unioni omosessuali, ma pure sulle semplici coppie di fatto non omosessuali che devono necessariamente usare il contratto tipico e blindato del matrimonio per accedere a determinati diritti su e con il partner, e, forse la peggiore, la legge sulla procreazione assistita che nega la libertà e il diritto di avere figli a coppie del tutto legittimate ad averne, non fosse per problemi che la scienza medica può curare, ma che non può curarli per legge.
Ciò che è peggio, però, è che ci troviamo in un Paese che ha una certa (debole) unione politica con altri Paesi, sicché basta andare in Paesi realmente liberali per avere accesso ai diritti negati in Italia. Se non fosse per un piccolo particolare: servono i soldi.
Sicché, come scrive Gilioli, alcuni diritti sono garantiti ai ricchi e negati ai poveri. Questa è la negazione del liberalismo, che vede lo Stato come promotore dei diritti per i cittadini. Per tutti i cittadini. Ogni divieto non necessario (ovvero la negazione di un diritto che non limita la libertà altrui) che ci sarà imposto e ogni diritto che ci viene negato ci spingerà sempre più nel baratro del passato, nel medioevo, dove a seconda della casta e della ricchezza si avevano diritti differenziati.
Chi promuove la negazione di questi diritti spesso tira in ballo l’etica: lo stesso Locke riconosceva che senza etica lo Stato si disgrega. Tuttavia l’etica che viene usata come argomentazione è irrazionale e irragionevole e si tratta, molto più banalmente, dell’imposizione della stessa etica assoluta a tutti i cittadini, ovvero che il fine della Legge non è garantire la libertà, bensì garantire lo Stato, in ultima analisi garantire la sopravvivenza delle idee di chi lo guida ad interim et pro tempore, ovvero il cosiddetto Stato Etico. Non si capisce come permettere che a un malato terminale (cioè a un tizio che comunque deve morire) sia concesso il diritto di morire senza dovere subire atroci sofferenze possa disgregare la società; non si capisce come permettere a un individuo tenuto in vita da un tubo di gomma nell’intestino di dichiarare in anticipo di non volere quel tubo possa disgregare la società; non si capisce come permettere a due esseri umani (di sesso a caso) di regolare la propria convivenza e la propria unione sentimentale in autonomia, invece che con regole imposte uguali per tutti possa distruggere la società (c’è addirittura chi vede l’estinzione della razza umana nel matrimonio omosessuale, come se la sola possibilità di sposare un uomo avesse il potere magico di farmi smettere di amare le donne). L’elenco continua a lungo e diventa sempre più triste.
Non si può essere liberali e sostenere questa maggioranza, di questo centrodestra che in 17 anni di storia non ha mai fatto alcunché di liberale, ma ha fatto molto di antiliberale.
Sempre meglio che far vincere quegli altri, dicono quei pochi talebani che ancora credono davvero nella Rivoluzione Liberale. No, quegli altri non sono messi tanto meglio, ma io, da liberale, ho smesso di votare il meno peggio, come già da tempo ho smesso di votare per non far vincere quegli altri, e così già mi sono ritrovato ad affermare che le prossime politiche cui voterò saranno probabilmente in un Paese diverso dall’Italia (salvo che mi permettano di votare un singolo determinato candidato – ma è un altro discorso).
Mi piacerebbe che altri liberali facessero come me e chiedessero a gran voce un partito che sia liberale con coerenza, senza accontentarsi di un partito liberale solo a chiacchiere (e guardo a destra) e di un partito liberale ma anche no (e guardo a sinistra).
Se volete tornare nel Medioevo, lo farete senza la mia complicità, ma con la mia lotta a oltranza.
Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).
Condivido e apprezzo quanto affermi, ma ti chiedo di formulare meglio il tuo finale di post: ovvero: ti “autoesilii” per poter votare un partito liberale? E ancora: lo zampino Vaticano rende tutti gli schieramenti pavidi, ok. Ma mi spieghi perché allora qualche le gerarchie ecclesiastiche hanno qualche problemino in più col PD che con il PdL e la Lega? Io – che bada bene su questi temi la penso come te – penso che con un governo a maggioranza PD non avremmo avuto questo tipo di legge illiberale.
>ti “autoesilii” per poter votare un partito liberale?
In verità emigrerei per avere un futuro migliore (o almeno sperare di averlo, cosa che qui diventa sempre più impossibile), non certo solo per votare un partito liberale (nel resto della UE, se tutto va male, i diritti che hai non te li allargano, ma neppure te li restringono). Il mio probabile prossimo rifiuto di andare a votare è dovuto alle continue delusioni che continuo a ricevere dai partiti della mia area di riferimento (in tanti campi, ma soprattutto nel mio, quello economico).
Al minimo, per gli altri liberali specie di destra, si tratta di esercitare il diritto di exit/voice.
>perché allora qualche le gerarchie ecclesiastiche hanno qualche problemino in più col PD che con il PdL e la Lega?
Non credo sia possibile negare che nel PD vi sia e resiste comunque una componente cattolica fondamentalista che, se non riesce (più) a fare il bello e il cattivo tempo dopo la fuoriuscita dei rutelliani, riesce comunque ad annacquare anche ciò che sarebbe sacrosanto (un esempio a caso dal passato http://www.ilpost.it/2010/10/19/governo-esenzione-ici-chiesa/ , ma pure sulle coppie di fatto, tema su cui il PD aveva e ha difficoltà a trovare la quadra).
Non avremmo avuto la mostruosità attuale (che in sostanza consente di rifiutare le cure solo a chi è già morto), ma avremmo avuto una legge annacquata (la butto lì: non basta scrivere un biotestamento olografo, o dichiarare la cosa davanti a testimoni – es. familiari -, o, amenità!, scriverlo pubblicamente su un blog, bensì è obbligatorio farlo presso uno studio notarile sottostando a un tot di condizioni legali e mediche e ovviamente pagando l’esosa parcella del professionista – e comunque non risolveresti un caso come quello di Eluana Englaro [perché un ventenne dovrebbe andare dal notaio a fare testamento?]).
Insomma, se questa maggioranza ha partorito un crimine contro il liberalismo, una maggioranza con il PD [e almeno l’IDV, che nonostante tutto è un partito centrista] avrebbe tirato fuori una non-legge. Credo che il centrosinistra sia meno dipendente ma non indipendente dal Vaticano.
Grazie mille per le tue osservazioni.