Riporto qui di seguito il commento che ho lasciato sotto lo sconclusionato articolo di Ernesto Caccavale, portavoce regionale del PdL in Campania, per dare il mio endorsement (come se ce ne fosse bisogno) all’ex magistrato e per ricordare che Napoli può cambiare in meglio solo con de Magistris (non ci credo fino in fondo, Napoli è sempre Napoli dopotutto, ma so per certo che con Lettieri Napoli non può diventare migliore, basti ricordare che sia lui sia molti dei suoi consiglieri sono infilati in qualche processo e che, alla fin fine, li comanda il latitante a piede libero Nicola Cosentino).
In questi giorni continuo a dire che con Lettieri Napoli o resta la stessa o peggiora; con De Magistris o resta la stessa o migliora.
L’articolo conferma ciò che vado dicendo. Il problema, qui, è la distanza che i due candidati hanno dalla camorra, ben diversa, e che nell’articolo non viene minimamente preso in considerazione (andrebbe infatti ricordata la vicenda del coordinatore regionale del PdL Nicola Cosentino, per così dire padre politico di Lettieri, il quale Cosentino, accusato indipendentemente da un nutrito manipolo di pentiti, se fosse stato un cittadino normale oggi sarebbe dietro le sbarre per camorra, come stabilito dalla Corte di Cassazione [non da un de Magistris qualsiasi, dalla Cassazione]).
Contesto poi la ricostruzione dei processi istruiti da de Magistris (e poi scippatigli: la Procura di Salerno si è premurata di rinviare a giudizio vari magistrati calabresi per quelle vicende): lei da bravo berlusconiano afferma che non dovrebbe essere sindaco «chi ha perso i processi “storici” da lui istruiti, a spese del povero contribuente, senza contare le inchieste messe in piedi con grande clamore mediatico che si sono arenate prima ancora di giungere in dibattimento». Ovviamente agitando la bandiera dello spreco di denaro pubblico (e ovviamente dimenticando, tanto per ricordare l’ultimo, quello delle multe comminate dall’AGCOM per le “interviste” a Berlusconi a TG1 e TG2, che saranno pagate dal contribuente, questo sì vero spreco) mette in un unico calderone inchieste diverse. Se però prendiamo ad esempio l’inchiesta principale, la Why Not, il GUP, tra le certo non poche assoluzioni, ha stabilito anche diverse decine di rinvio a giudizio e anche diverse condanne per chi aveva chiesto il giudizio abbreviato. De Magistris può avere sbagliato qualcosa o tanto (è un essere umano e proprio per questo servono i tre gradi di giudizio), ma le sentenze sinora emesse confermano che non ha sbagliato tutto. Tanto già basta per dire che de Magistris non ha sprecato denaro pubblico (d’altro canto, se ci fosse sempre la certezza della colpevolezza e dell’innocenza, non esisterebbero i tribunali, ci sarebbero solo le carceri).
Non va dimenticato, infine, che Lettieri è sotto processo a Salerno per truffa e falso (inchiesta che vede imputato anche il sindaco del PD de Luca).
Per questo ribadisco la mia asserzione iniziale: con Lettieri Napoli può peggiorare per via della poca distanza dai ricatti della camorra, o può restare la stessa perché proseguirà la tradizione campana dei politici inetti (quando non criminali), di destra e di sinistra sia ben chiaro; con de Magistris Napoli può restare la stessa perché de Magistris è ugualmente inetto o può migliorare, per il semplice fatto che la camorra troverebbe porte chiuse.
Specifico che per inetti non intendo cattivi politici in generale, bensì politici semplicemente non all’altezza di governare una città complessissima come Napoli, il che comporta anche l’impermeabilità alla criminalità organizzata. Lettieri potrà anche essere in linea puramente teorica un bravo amministratore, anche migliore di de Magistris, ma la zavorra camorrista pesa e peserà troppo, non certo per colpe dirette di Lettieri, su cui non grava un mandato di cattura per camorra né simili vergogne, bensì per via della scarsa autonomia di cui si parlava qualche commento sopra.
Chi ama davvero Napoli, dunque, per un semplice calcolo delle probabilità, voterà de Magistris, gentile Caccavale, per il semplice motivo che è “meno peggio”. E lo dico da liberale e garantista e campano (pur respingendo la definizione di garantista che trasuda dalle sue parole e dal suo partito: vero che si è non colpevoli fino a sentenza definitiva, ma non ritengo adeguato che rappresentanti dello Stato si presentino candidati con dei processi sulle spalle – per non parlare di quelli che secondo la Cassazione non dovrebbero neppure girare a piede libero. Nei Paesi veramente liberali, quale gli USA, ad esempio, basta molto meno per distruggere una carriera politica, si veda il caso Edwards, e un Cosentino qualsiasi, se non si fosse dimesso, sarebbe già stato sacrificato all’albero della Libertà di cui parla il noto comunista Thomas Jefferson).
Il continuo richiamo a Enzo Tortora è semplicemente ridicolo, ma corona degnamente un articolo che è tutto FUD e niente arrosto. In una cosa ha ragione: speriamo ci perdoni per averlo chiamato in causa senza giustificazione alcuna.
Photo credits | Sonny_968
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