Da un paio di settimane, credo (non so da quando, non fosse stato per chi ne parla male – cioè tutti – probabilmente non me sarei mai accorto) va in onda un programma di Giuliano Ferrara dopo il TG1.
Leggo in giro che quando appare questo tizio in tv, RAI 1 perde oltre un milione di telespettatori. Un flop su tutta la linea, insomma, e pare che ai bei tempi, quando Berlusconi non era ancora in giro a fare finta di essere un uomo di Stato, mandò a quel Paese Ferrara perché un programma del genere non avrebbe fatto il 3% di share, e dunque lo rifiutò.
Mi sono visto, allora, qualche secondo di una puntata a caso: non mi ci è voluto molto per capire qual è il problema della trasmissione.
Non sono i contenuti, dopotutto programmi del genere si assomigliano tutti e agli amanti del genere questo non importa, anzi, probabilmente lo si guarda a voce bassa o azzerata, considerando solo le immagini che, diciamocelo, sono la cosa più interessante.
Il problema è la fascia oraria in cui è collocato: mi risulta che i programmi di prostitute vadano in onda a notte fonda, quando, presumibilmente, non ci sono moglie e figli cui nascondere la vergogna, l’imbarazzo di guardare programmi simili. Insomma, una trasmissione con gente che si prostituisce dovrebbe andare in onda molto più tardi, altrimenti non si riesce a cogliere il target di pubblico. Lo si piazzi verso le due di notte, poi vediamo come schizza lo share (i numeri assoluti forse no, ma almeno si salverebbero quelli di RAI 1).
C’è poi un’altra cosa che mi lascia perplesso: in due settimane di trasmissione, nessuno dei tecnici della trasmissione si è accorto che manca il numero di telefono, il celeberrimo 166? Lo spettatore rischia di rimanere terribilmente disorientato.
Ma forse quella trasmissione non la guardano nemmeno i cameramen.
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