Dopo aver letto le 389 pagine dell’inchiesta Rubygate, si possono dire quattro cose:
- Ruby si vantava di conoscere Berlusconi praticamente dal 2009 e Berlusconi, con elevata probabilità, è venuto a sapere, anche se non subito, ma prima che scoppiasse lo scandalo, che Ruby era minorenne;
- il reato di concussione, il più grave, è abbondantemente provato. La maggioranza e parte della minoranza in Parlamento avranno buon gioco a passare le carte al più morbido Tribunale dei Ministri;
- il reato di prostituzione, minorile o meno, non è sufficientemente provato. I tabulati telefonici, le intercettazioni, captate anche a tarda notte, fanno ben capire che anche quindici ragazze alla volta (italiane, sudamericane, maghrebine, Ruby compresa) venivano invitate a cena e poi nella “discoteca” privata di Berlusconi, dopodiché lui le pagava anche solo per la presenza, come si può pagare un tronista invitato nella discoteca della propria città o alla fiera di paese. Magari c’è stata un’evasione fiscale (i pagamenti erano in contanti, ma poteva benissimo trattarsi di “mance”), ma non mi sento di dire oltre ogni ragionevole dubbio che Berlusconi abbia avuto rapporti sessuali o comunque “preliminari” con quelle ragazze. Specifico meglio: leggendo le carte per me qualcosa del genere c’è stato, ma non è possibile provarlo, in tribunale cose del genere non reggono;
- c’è una banda di anziani signori che cercano di ritrovare in modo disperato la gioventù perduta frequentando giovani e troppo giovani ragazze le quali sanno benissimo che non hanno sufficienti capacità per riuscire nella vita (l’unica ragazza che abbandona Arcore abbastanza schifata è una bocconiana con due lauree, cui evidentemente non servono aiuti per riuscire nella vita – ricordate?), per cui sono disposte a farsi pagare (anche in appartamenti) per far alzare il tubo urinario degli anziani di cui sopra, fra i quali, incidentalmente, vi è anche un signore che dovrebbe guidare il Paese. E questa è abbastanza una vergogna.