Simone Schettino è specializzato in satira di costume, ma nel video mostrato sopra dimostra di saperci fare anche con la satira politica. Il video che vi propongo è del 2003 e ci sono varie perle: una è il “ghe pensi mi” prima che Berlusconi lo sdoganasse poco tempo fa; un’altra riguarda il fatto che «Berlusconi una volta è amico di Bush, un’altra di Putin, ci manca solo che ci alleiamo con Saddam Hussein».
La realtà supera la satira: Hussein è morto e noi ci ritroviamo alleati con Gheddafi e Lukashenko.
Godetevelo, per una volta c’è da piangere dalle risate.
Se l’articolo ti è piaciuto, puoi incoraggiarmi a scrivere ancora con una donazione, anche piccolissima. Grazie mille in ogni caso per essere arrivato fin quaggiù! Dona con Paypal oppure con Bitcoin (3HwQa8da3UAkidJJsLRfWNTDSncvMHbZt9).
Permettimi un commento off-topic: quando parla di pensioni, lo fa pensando in lire, e quindi un milione è una bella pensione. Ed infatti lo era. Così come 1.500.000 lire erano uno stipendio onorevolissimo per un giovane. Poi ad un certo punto parla di euro: come si fa a campare con 900 euro se 500 sono solo di affitto??
Quando oggi dico che i prezzi sono raddoppiati da quando c’era la lira, come se tutti gli italiani avessero deciso di dimezzare il valore delle monete nelle loro tasche, per non so quale meccanismo, mi si risponde che ormai sono passati dieci anni ed i prezzi in 10 anni aumentano.
Non potendo accedere a dati attendibili, mi affido ai miei ricordi ed a questi vecchi filmati per confermare, almeno a me stesso, che l’aumento irrazionale dei prezzi era in corso già nel 2003, altro che 10 anni. Una follia collettiva, che in verità non ho mai capito davvero.
Inflazione (cioè i prezzi che aumentano), scarsa vigilanza del governo durante la transizione da lira ad euro, bassa crescita dei salari e delle pensioni, crescita nulla del PIL, fiscal drag… sono tutte cose che sono finite fuori controllo nel corso dell’ultimo decennio, e che spiegano come mai un milione di lire non sono più una bella pensione.
E ti dirò di più: forse il peggio non è ancora arrivato, visto che, come ho scritto su queste pagine qualche giorno fa, c’è lo spettro della stagflazione dietro l’angolo, ed è una trappola da cui si esce sanguinando copiosamente.
Grazie per il tuo commento.
Permettimi di ragionare un po’ terra terra. Nel 2000 compravo il pane a 1200 lire e con 3000 lire una margherita in pizzeria. Nel periodo di doppia moneta il pane passò a 0,65 euro ed il prezzo in lire fu adattato di conseguenza: un po’ aumentato, ma la cosa era logica. Sparita la lira il pane passò, in tutto il circondario, ed in meno di un anno, a 0,70 poi 0,90 ed infine 1 euro al chilo.
Siamo appena a fine 2002. Io prendo nota per rendermi conto. nel 2004 arriva a 1,20 al chilo. La scusa è che la farina è aumentata, e pure gli affitti. Infatti chi vende farina deve pur comprar pane, e se il pane aumenta, aumenterà anche il prezzo del suo prodotto. E chi affitta immobili non resta a guardare: una camera singola a Napoli passa da 300.000 lire nel 2000 a 250 euro nel 2003.
La pizza intanto non la trovo a meno di 3 euro. Ho parlato di pizza e pane, ma potrei citarti un’infinità di prodotti e servizi (compresi gli onorari dei professionisti). Ognuno aumenta perché gli altri aumentano: una scusa banale per speculare col cambio di moneta. In un paio di anni raddoppiano anche i biglietti dei mezzi.
Poi tutto si ferma. Più o meno dal 2004 i prezzi sono gli stessi (ma sono lievitate tasse, bollette, e diminuiti i salari). La pizza in 6 anni è aumentata di 50 centesimi, la metro costa ancora 1 euro ed il pane lo pago 1,20 e lo stesso vale per il resto.
Quindi in tutta questa follia l’inflazione c’entra poco, credo. Può essere inflazione la pizza che da 3 euro nel 2005 passa piano piano ai 4,5 di oggi. Ma un aumento del 100% dal 2001 al 2003 su un paniere di beni e servizi vastissimo (e soprattutto nel senso comune) è una follia che si spiega solo con l’assenza di ogni controllo.
Anche se fosse avvenuto in 10 anni, un’aumento del 100% sarebbe segno di un’inflazione da terzo mondo, incompatibile con il mercato europeo. Ed ovviamente il dimezzamento del valore della moneta circolante è stato costantemente ignorato o snobbato dall’ISTAT. Quindi forse sono io a sbagliarmi. Ma dove?
La questione è vecchia, vecchissima: già nel 2003 puoi trovare articoli in cui si dice “in dieci anni prezzi raddoppiati”.Il punto è che l’ISTAT calcola un’inflazione un po’ come le pare: all’estero vengono diramati indici differenti per tenere conto di cosa sta salendo (alimentari? beni di lusso? energia? trasporti?).L’ISTAT, invece, rilascia solo una media ponderata (male), non rilascia neppure l’inflazione core, per cui, nonostante i prezzi degli alimentari (ad esempio) crescano (da vent’anni) del 5-7% l’anno, l’inflazione e così i salari restano inchiodati a +2-4% l’anno, il che si traduce con una perdita del potere d’acquisto da un minimo di 1 a un massimo di 5% l’anno, ovvero, in altre parole, se il pane aumenta del 100% in dieci anni, nello stesso periodo l’inflazione (e quindi i salari) aumenta solo del 33%.
(Non è che l’inflazione non c’entri: l’inflazione è solo una bilancia. Mica dai la colpa alla bilancia se hai preso dieci chili durante le feste, no? 😉 )