Wikileaks e l’Italia

The Whisper of the Muse, by Julia Margaret CameronNon c’è granché da dire sui cablogrammi pubblicati da Wikileaks e dai giornali stranieri: nella maggior parte dei casi, avendo letto le riviste giuste (straniere) e i blog giusti (anche italiani), tutto ciò che Wikileaks sta pubblicando era già noto e stranoto, solo che fa un certo effetto sentire certe cose dalla “viva voce” dei funzionari americani (mentre prima i leaks, le fughe di notizie, arrivavano attraverso colloqui informali, amicizie, cose così).

Per cui almeno per il momento non trovo niente di scandaloso (ho letto qualche documento a caso, ce ne sono di interessanti, come quello della raccolta indiscriminata di dati biometrici che mi ha fatto passare la voglia di andare in casa di statunitensi).

C’è invece da dire sull’ipocrisia dei giornali italiani: non so se avete notato, ma tutto ciò che stiamo leggendo sui maggiori quotidiani italiani sono cose riprese dai siti che hanno preso accordi con Wikileaks, e in certi casi si tratta addirittura di copia-incolla da agenzie (arriviamo, insomma, alle notizie di terza o quarta mano).

Fra i partner di Wikileaks ci sono giornali americani, inglesi, tedeschi, francesi, persino spagnoli, ma italiani nessuno. Come mai?

Io non lo vedo come uno sgarbo di Wikileaks verso l’Italia, almeno sono certo che non ce ne siano all’origine. Io penso che in passato Wikileaks abbia offerto i suoi scoop ai giornali italiani, ma questi (per molti motivi, immagino) si sono ritirati dall’affare. Poi può anche darsi che i giornali italiani ci abbiano ripensato, ma a quel punto non sono più stati affidabili per gente ai confini della legalità come quelli di Wikileaks.

Uno di questi motivi  (( Ce ne sono altri, come il fatto che l’italiano non se lo caghi più nessuno, né al governo interessa diffonderlo all’estero. )) , a mio avviso, è senz’altro il fatto che i giornali italiani, come ha detto un mio conterroneo, vogliono la pappa pronta: anche quando i giornali stranieri avevano messo online il tutto, loro, invece di darsi una mossa per spulciare gli archivi e tirar fuori almeno una riga originale, hanno preferito far fare il lavoro agli altri e poi copiare, tradurre e incollare, senza metterci un minimo del proprio, come già avvenuto in passato con altre “inchieste” ben più italiane (verbali, intercettazioni, ma pure voci da Wikipedia, copiate e incollate come se niente fosse).

Poi escono fuori articoli del genere, in cui si afferma che siamo entrati in una nuova era.

E io come un fesso ad aspettare che i giornalisti cominciassero a fare i giornalisti, mentre loro sono entrati in una nuova era.

Quella del copia e incolla.

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2 Comments

  1. <>
    Vero, titolo da elementari. Non è stato pubblicato niente di così compromettente da far ricordare questo giorno. Soprattutto per l’Italia: notizie del genere per noi sono pane quotidiano

  2. Secondo me, attraverso la televisione e giornali hanno preso la palla al balzo, cercando di nuovo di impaurire ancor di più la gente sulla privacy in internet, per crearsi l’ennesima scusa per una legge ad hoc-pro-salvacul.

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