Leggo questa dichiarazione di Marco Pannella, che in soldoni significa che il leader radicale potrebbe invitare i “suoi” parlamentari, eletti nelle file del PD, a votare la fiducia a Berlusconi.
Per la peggior politica, si tratta di un passo ineccepibile: passo con te così ho potere di ricatto su di te (se avete letto le pillole, sapete che si tratta di uno dei fili rossi che tennero insieme la cosiddetta Prima Repubblica (( Continuo a non vedere una Seconda Repubblica, e più studio la storia d’Italia e più mi rendo conto d’aver ragione. )) ).
Il punto è: vale la pena di diventare come ogni altro partitaccio per fare la stampella di un governo che ha più volte dimostrato di essere agli antipodi dei valori espressi (almeno a parole) dai radicali (tre a caso: aborto, eutanasia e diritti GLBT)? Senza considerare che su molti (se non tutti gli) argomenti dell’agenda radicale questo governo reazionario potrà contare sui voti del centro e di parte del PD.
Quale sarebbe il guadagno politico per le battaglie portate avanti dai radicali? Credo nessuno: l’unico guadagno che ci vedo è quello “partitocratico” (soldi e poltrone, specie per Pannella, buttato fuori dal PD per limiti d’età).
Purtroppo per Pannella, considerando i radicali che ho avuto l’onore di conoscere, il suo elettorato ha più cervello rispetto a quello di altri partiti, e una mossa così non la manderanno giù facilmente.
Dal canto mio non ho mai votato per i radicali e questa uscita non fa che confermare la bontà della mia decisione (passata e quindi futura).