Il punto è il seguente: Berlusconi ottiene in qualche modo la sfiducia. E poi?
Bastano i due o tre giorni di consultazioni per mettere assieme un governo tecnico che faccia una legge elettorale democratica? Io penso di no. Una nuova legge elettorale serve come l’aria: Berlusconi sarà pure in difficoltà, ma c’è sempre la Lega, a cui basta abbaiare per richiamare il sempre più numeroso popolo di fessi che ha deciso di seguirla. Aggiungiamoci lo spiegamento di forze mediatico che sicuramente userà in caso di elezioni anticipate e si nota subito che con questa legge elettorale lui diventerà re d’Italia alle prossime elezioni.
Un’opposizione, specialmente in una Repubblica parlamentare dove è possibile (e in Italia è stata quasi la regola per quarant’anni, diluita solo dalla conventio ad excludendum) che gli sconfitti finiscano per passare al governo, dovrebbe essere pronta a prenderselo.
E invece no, siamo al “facciamolo cadere e poi chissà”. Ma così, cari miei, non ce ne libereremo mai, anche perché, tra le altre cose, a sinistra si è ancora piuttosto sparpagliati, e in caso di elezioni anticipate bisognerà trovare un candidato leader di coalizione in poco tempo (e non sono certo capaci di fare campagna elettorale durante le primarie rimanendo uniti sul fatto che l’avversario è Berlusconi – non siamo gli Stati Uniti, e le primarie di Milano ne sono la prova (( Durante le primarie di Milano si sono rivisti gli stessi movimenti che hanno agitato la sinistra italiana sin dai tempi del secondo congresso del Comintern. )) . Il PD, intanto, sta alla finestra: da giorni è stata annunciata la presentazione di una mozione di sfiducia, servono 63 deputati e il PD può trovarli in cinque minuti, ma ciò non è ancora avvenuto. Perché?
Ha ragione Piero Ricca: questa non è opposizione, questa è semplice minoranza.