Casomai vi stesse chiedendo che significa, la risposta arriva da Fondazione Cariverona. Fra pochi mesi (ottobre) rinnoverà il proprio consiglio generale, e questo avrà ripercussioni evidenti su Unicredit, primo gruppo creditizio europeo e uno dei maggiori del mondo.
Cariverona, infatti, è il primo azionista di Unicredit ((Mediobanca, accreditata al 5%, non può esercitare il suo diritto di voto)). Il suo consiglio di gestione è composto di 32 membri, di cui 14 sono nominati da politici, e ben 13 di essi verranno rinnovati a ottobre.
Di questi tre sono nominati da sindaci e presidenti di provincia del PdL, altri tre del PD, mentre i rimanenti sette faranno capo alla Lega Nord (di cui ben quattro saranno nominati da Flavio Tosi, sindaco di Verona).
Il peso della Lega sarà probabilmente elevato anche nel consiglio d’amministrazione di Cariverona, scelto dal consiglio di gestione. Insomma, alla fine dei giochi la Lega avrà un peso non piccolo nelle decisioni di un colosso come Unicredit.
Al di là della Lega, poi, il controllo che la politica vorrebbe esercitare sull’economia (e non semplicemente su Unicredit: il caso appena descritto è solo uno dei tanti) mi fa capire che l’Italia ha ancora molta strada da fare prima di capire che queste commistioni generano solo corruzione e sprechi.
La politica deve regolare l’economia. Ma se la politica entra nell’economia, chi controllerà il controllore?