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Il debutto de Il Fatto Quotidiano: dieci meno

(Update: il mio babbo ha comprato una copia a Napoli senza difficoltà alle 11 di stamane. Il Fatto era nascosto in mezzo ad un altro mucchio di giornali davanti all’edicola).

Ieri sera ho ricevuto la mia bella copia pdf de Il Fatto quotidiano, il giornale diretto da Antonio Padellaro e che vanta grandi firme del giornalismo d’inchiesta. Stamattina l’ho letto a colazione. Se dovessi dare un voto a questo primo numero, sarebbe 10- (dieci meno). Più avanti i dettagli.

Leggo ora che le centomila copie del giornale sono andate esaurite nell’ordine di minuti (ottimo), che gli edicolanti un altro po’ e dovevano fare aste per assegnare le poche copie ai tanti compratori. Sono già partite le ristampe (a Milano dovrebbero arrivare nel pomeriggio). Ho sentito, però, che qualche edicolante non lo teneva in bella vista, ma lo consegnava da sotto il bancone. Infine la beffa (per me): il giornale in pdf è ora disponibile gratuitamente online. Posso sopportarlo senza andare in escandescenze, perché merita. 🙂

Parlavo di luci e ombre, anzi ombra: partiamo da quest’ultima. La grafica è una delle peggiori che abbia mai visto: innanzitutto è incoerente con il colore usato fino ad ora sul sito, l’azzurro (i loghi che vedete li hanno aggiunti solo ieri). La testata, infatti, è bianca in campo rosso. E io, in tutta sincerità, preferivo il primo.

Alcuni dei font usati (ad esempio per il sommario della prima pagina) fanno veramente schifo. Nella mia copia elettronica, poi, vedo che il testo dell’articolo di Marco Travaglio è allineato a destra, e non giustificato come dovrebbe essere (e l’effetto è brutto). Pare che non sia neppure un errore, visto che questa strana impaginazione viene ripresa altrove anche all’interno del foglio.

Infine, forse la parte più grave, ci sono typo nei sommari. Passi negli articoli, ma nei titoli, nei sommari e negli occhielli non sono ammissibili.

Questo è il – (meno).

Il 10, ovviamente, sono i contenuti: uno spettacolo. In prima pagina troviamo l’inchiesta del giorno a cura di Peter Gomez e Marco Lillo, ovvero la vicenda di Gianni Letta di cui tutti i giornali sarebbero a conoscenza, ma che nessuno pubblica poiché per avere i finanziamenti pubblici bisogna chiedere al sottosegretario (e stamattina a Omnibus subito Maurizio Gasparri è andato ad abbaiare). A sinistra c’è l’editoriale di Antonio Padellaro, che specifica che il giornale, non essendo di proprietà di un gruppo editoriale (quindi soggetto a pressioni), né ricevendo aiuti pubblici (quindi soggetto a ricatto statale o del gruppo parlamentare che lo appoggia), ha come linea editoriale la sola Costituzione. A destra c’è l’articolo di Travaglio, che parla dello scandalo De Villepin e lo paragona agli scandali italiani. Nel resto della pagina, ovviamente, i rimandi agli articoli all’interno e una chicca: è presente una battuta tratta da Spinoza.

Continuando nella lettura, mi è capitato, per la prima volta, di leggere tutte le prime pagine del giornale senza saltare neppure una virgola: quando acquistavo la Repubblica (che non acquisterò mai più), il Corriere o il Sole 24 Ore, di solito c’erano articoli che non reputavo interessanti e che quindi saltavo.

Stavolta non è successo, ho letto tutto perché davvero tutto meritava di essere letto: i retroscena di Annozero (che partirà domani sera), l’inchiesta su Gianni Letta (una spassosa tragedia), i dubbi di costituzionalità della legge Maroni sull’immigrazione, una bellissima intervista di Luca Telese a Ignazio Marino (nella quale si denunciano, facendo nomi e cognomi, i circoli in cui i soli votanti Bersani sono superiori agli iscritti del circolo stesso), la battaglia sul Lodo Alfano, l’Afghanistan, una deliziosa inchiesta sui treni, lo scudo fiscale e molto altro.

Davvero un giornale diverso, appena 24 pagine molto dense, con poca pubblicità e molto legato alla rete (che ha dimostrato un grande supporto per il nuovo foglio e soprattutto una grande mobilitazione per gli abbonamenti e la pubblicità – oltre 30 mila).

Insomma, un successo, ma domani vedremo se è un fenomeno passeggero. Dal canto mio, quando dovrò/vorrò comprare un giornale cartaceo, sarà la mia primissima scelta.

Sperando di trovare una grafica migliorata.

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