Il Foglio ha dato in pasto ad un algoritmo i discorsi delle candidature di Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e il manifesto elettorale di Ignazio Marino: più una parola è ripetuta, più quella parola appare grande nella nuvola disegnata dall’algoritmo.
Il risultato è piuttosto scioccante.
- Le due parole più pronunciate da Pierluigi Bersani sono “Partito” e “Politica”;
- Dario Franceschini ha principalmente parlato di “Partito”, mentre le altre parole maggioritarie sono varie (politica, lavoro, mondo);
- Le parole di Ignazio Marino sono, invece, “Persone” e “Paese”, seguito poi da “Partito”.
L’omogeneità delle nuvole di Bersani e Franceschini mi lascia perplesso: è come se la differenza fosse non tanto sulla concezione della politica, quanto su chi sia il loro papà. D’Alema o Veltroni?
Il fatto che Marino parli tanto di persone e di paese, prima che di partito, non può che riempirmi di speranza. Il partito deve essere delle persone e non dell’apparato. Il partito è un mezzo, e non il fine.
Qualcuno se lo dimentica troppo spesso.
via | Metilparaben
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Noi dobbiamo guardare al nuovo. Noi dobbiamo partire le porte del partito a tutti: ai giovani, le donne, ai lavoratori, ai movimenti. Noi dobbiamo dire venite, venite nel partito, prendetelo. Vediamo insieme cosa possiamo fare. Questo sentimento popolare… nasce da meccaniche divine, e un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te. Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri, non accontentarmi di piccole gioie quotidiane, fare come un eremita che rinuncia a sé.
È curioso notare la notevole differenza di font che ha usato Il Foglio per la cloud di Marino rispetto a quelle degli altri due…
La prima parte mi ricorda qualcosa di Moretti… eh, tanto romantico.
Devo dire che i tre font mi sembrano tutti diversi l'uno dall'altro, quindi potrebbe anche essere possibile che l'abbia scelto casualmente il software usato per la costruzione della nuvola.
Sì, potrebbe essere casuale o meno, avevo notato anch'io ciò che fai notare.
Sulla citazione di Moretti, volevo sottolineare che i “problemi” e le cose da fare sembrano essere sempre gli stessi.
È assurdo pensare di battere Berlusconi finché c'è un tale circolo vizioso in cui la qualità della base elettorale pregiudica quella delle dirigenze e viceversa. Inizierei a chiedermi dove sta il problema.
Scusa ma mi permetto di distruggere il bel sogno di marino 🙂
quel software credo sia una cagata, visto che è case-sensitive: considera diverse due parole se una inizia per maiuscola e l'altra per minuscola! Se guardi bene nella nuvola di Marino, la parola “partito” è grande tanto quanto la “Partito”, e se le sommi sono quasi sicuro che venga qualcosa di più grosso di “persone” e “paese”.
Spiacente…
Già notato: anche raggruppando i due “partito”, non si rimpiccioliscono le altre due parole grandi, paese e persone.
Nelle altre due nuvole la parola partito è enormemente più grande rispetto alle altre (solo in quella di Franceschini è possibile notare immediatamente anche la parola politica, che rimane comunque più piccola dell'altra, senza contare che il medesimo discorso va fatto anche per la presenza di due “partito” in tale nuvola).
Il sogno di Marino non mi pare quindi granché distrutto.
mmmm… forse ho esagerato nei termini (“distrutto” è un po' troppo drastico)… fatto sta che mi piacerebbe avere i valori numerici di quelle nuvole, per esserne sicuro… in ogni caso è ovvio che se la intendi in quel modo hai ragione, almeno quelle due parole sono belle grandi 🙂
(ah e comunque questo non avrebbe certo distrutto la mia fiducia in marino – penso comunque che possa essere un buon leader per questo partito di vecchi incartapecoriti :D)
Guarda, io sono perfettamente d'accordo con te: arrivati a questo punto anche un babbuino potrebbe fare meglio dei falliti che guidano il centrosinistra da vent'anni.