Site icon Tooby

Un lungo purgatorio

Questo governo non vuole fare riforme strutturali per non perdere consenso, ormai è evidente dall’immobilismo che ha caratterizzato il primo anno di legislatura (ma anche gli anni passati non è che sia andata meglio). Quindi, passata la bufera, ci saranno ottime probabilità che l’Italia continui a crescere poco, quell’1% (o poco più) l’anno che significa sostanzialmente stagnazione, che è più o meno ciò che è successo negli ultimi quindici anni. Ed è un’ipotesi piuttosto ottimistica.

Tradotto in numeri che significa?

Se nel 2008 la ricchezza nazionale assommava a 100, nel 2009 ammonterà a 95 (-5% secondo le più recenti stime). Quando torneremo ai livelli del 2008, se la crescita annua sarà dell’1%?

Vediamo:

Questo significa che, crescendo l’1% l’anno, nel 2015 (sette anni dopo) saremo diventati più ricchi di solo lo 0,84% rispetto a prima della crisi!

Due brutte notizie: gli altri Paesi non ci aspetteranno. La Cina ricomincerà a crescere a due cifre, tanto per dirne una.

La seconda brutta notizia è che per il 2010 è prevista una crescita zero (e io penso sarà addirittura negativa, per il terzo anno consecutivo). Quindi pensare che nel 2015 ritorneremo alla situazione del 2008 è un’ipotesi decisamente ottimista.

Servono riforme vere, ma questo è in conflitto con gli interessi personali del premier, che ha tutto da guadagnare da un popolo bisognoso, come pure la Lega Nord, per la quale l’alfabetizzazione di massa rischia di essere un colpo mortale. La cosiddetta opposizione del PD, quella che aspirerebbe a sostituire il PdL un giorno al governo, invece, appare tremendamente lontana dalla realtà del Paese.

Exit mobile version