L’Italia è governata da un corruttore. Condannato solo virtualmente visto che si è scritto una legge (la legge Alfano) per essere per legge al di sopra della Legge stessa.
Nicolò Ghedini dirà, se non lo ha già detto, che il suo assistito verrà assolto in seguito. Purtroppo non verrà assolto. E non verrà neppure condannato. Verrà prescritto, perché il suo processo, semmai ci sarà, dovrà ricominciare da capo.
Il Giornale, Daniele Capezzone, Fabrizio Cicchitto, Paolo Bonaiuti, Sandro Bondi e tutti gli altri lanceranno strali. Diranno che chi li governa non è corrotto perché gli italiani lo hanno votato. Ma dopotutto sono sul libro paga del corruttore, che dovrebbero fare? Prendere atto di una sentenza? No, difenderanno l’uomo che lo stipendia, perché se va in rovina lui, si chiudono i rubinetti.
Ai dipendenti del corruttore si accoderanno i pidiellini che non sono sul libro paga Fininvest, ma che per interesse o perché obnubilati lo sosterranno ugualmente. O almeno sui loro blog staranno in silenzio.
Sarà sempre quel corruttore a rispondere a tutte le nostre domande. Dirà che è una giustizia a orologeria, visto che è arrivata a ridosso delle elezioni. Dirà che si tratta di un disegno dell’Unione Sovietica e dei comunisti di tutto il mondo. Dirà che ce l’hanno tutti con lui. Che è tutto un teorema. Che lo perseguitano da quindici anni. Che le sentenze che lo riguardano o che riguardano persone a lui vicine (ad esempio Cesare Previti, definitivamente condannato per avere pagato tangenti per conto del solito corruttore) non esistono. Sono ormai una massa sconvolgente, enorme, che macchia l’onore di ogni singolo italiano, che lo voti o meno, ma non esistono.
Insomma, sbandiererà ancora il suo repertorio. Dirà ancora le solite cazzate con cui imbambola metà degli italiani.
Penso allo speaker della Camera dei Comuni inglesi, che si è dimesso per dei rimborsi troppo allegri. Rimborsi del tutto legali, ma troppo allegri. Di un governo, quello inglese, che traballa per il medesimo motivo. Forse si andrà ad elezioni anticipate. Forse ci saranno le dimissioni del premier Gordon Brown.
Ecco, questa sarebbe una bella mossa. Potrebbe rinnovare il suo repertorio, ormai fermo ai bei tempi delle crociere e della P2, e annunciare le sue
DIMISSIONI!
Purtroppo non lo farà. Sarebbe troppo bello. Probabilmente ci racconterà una barzelletta sui giudici di Milano, insieme ad ebrei, abbronzati e rom nei campi di concentramento dove Benito Mussolini li aveva mandati in vacanza.
Fra qualche giorno Studio Aperto ci parlerà di qualche nuova malattia, di cani killer, dei romeni brutti e cattivi o di qualche altra cazzata truzza di cui parleremo per settimane.
Dimenticando che l’Italia è sempre governata da un corruttore.