Il 25 aprile ho scritto un post in cui spiegavo che la strategia della destra era demolire la festività per poi appropriarsene. Dopo che per quindici anni Silvio Berlusconi l’ha snobbata, quest’anno l’ha festeggiata, proponendo anche di cambiare il nome da Festa della Liberazione a Festa della Libertà.
Mentre riflettevo sull’eventualità di spostare il Natale al 29 settembre, ho notato che prendere le feste del “nemico” e trasformarle in proprie altro non è che il vecchio “se non puoi batterli, unisciti a loro”.
Un esempio per tutti: la Chiesa non riusciva a soppiantare le feste pagane, dunque rimanevano delle sacche di non convertiti. Decisero quindi di unirsi ad esse: perché festeggiamo il Natale il 25 dicembre, visto che Gesù Cristo difficilmente è nato in quel periodo? Perché i pagani si ostinavano a festeggiare i Saturnalia in quel periodo. La data del Natale fu, tra le altre cose, scelta da Costantino dopo la conversione, facendola coincidere con la festività del Sol Invictus, scelta poi ratificata da Papa Giulio I anni dopo. E il ferragosto? Oggi si festeggia l’assunzione di Maria, ma fu istituita da Romolo e poi fatta propria dai cattolici.
Niente di scandaloso. Ma il fatto che si “rubino” delle feste cambiandone il significato non è un pericolo da sottovalutare.