Ieri sera ad Annozero Giulio Tremonti mi ha fatto venire voglia di abbandonare la nave. Le sue parole erano vuote. Le questioni che gli venivano poste era semplici, tagliate a pezzettini. Ma lui non rispondeva.
Vogliamo alzare le tasse ai ricchi (tassare di più le rendite finanziarie) come ha fatto Obama? Paroloni per dire no.
Marco Travaglio gli fa notare che negli USA se si falsifica il bilancio si rischia l’ergastolo. Da noi una multa. Vogliamo cambiare le cose? Ma non rompeve il cazzo, Tvavaglio.
Poi un tizio gli ha posto più e più volte la domanda: diciamo, come ha fatto Nicolas Sarkozy, “noi i soldi ve li diamo, le tasse ve le abbassiamo, ma voi dovete lasciare le fabbriche all’interno del Paese”. E Giulio che ha risposto? Niente, anche se la domanda gli è stata posta più volte.
Infine un operaio di Pomigliano, della FIAT, gli ha posto domande concrete, perché lui è uno che sta sulla strada, cassintegrato, e Giulio prima gli dà sgarbatamente del tu (salvo poi scusarsene), poi parla dei massimi sistemi, che l’economia del mondo è cambiata, che l’Italia ha il debito, Michele Santoro ci prova a riportarlo in topic, ma lui è sempre lì per cazzi suoi.
Non voleva dire o non sapeva dire, il mitico Giulio? Ne parlerò prossimamente.
Intanto Tito Boeri diventa il mio eroe: ieri sera a Porta a Porta tenta di mettere in ballo il fatto del referendum, delle centinaia di milioni che potrebbero risparmiarsi facendolo insieme alle elezioni europee, ma Bruno Vespa lancia la pubblicità e alla ripresa nessuno ne parla. Boeri aveva di fronte Claudio Scajola, Pier Ferdinando Casini e Paolo ferrero, tutti contrari. Ma lui lo ha detto lo stesso.