Solo un paragrafo politicamente corretto: l’ottimismo di Tremonti è probabilmente una conseguenza di conti errati, e questo porta, inevitabilmente, a politiche se non sbagliate, incerte e quindi comunque dannose. Maggiori info qui.
Veniamo quindi ai deliri del mio amato ministro (sigh).
Sulla previsione di Bankitalia (che ritiene che il PIL italiano calerà del 2% quest’anno, il ministro (sigh) dell’economia Giulio Tremonti crede che questi dati siano:
Esercizi importanti e realistici, ma congetturali
Se ha ragione Bankitalia, Tremonti va fucilato. Se ha ragione Tremonti, Bankitalia va chiusa (così risparmiamo). Il problema è che Tremonti crede che Tremonti abbia sempre ragione: sarà per questo che mentre all’estero si prendono faraoniche misure anticrisi, da noi si fa poco e soprattutto si danno ingiusti privilegi a questo o a quello (il finanziamento ai partiti anche per la legislatura del 2006 – che, per chi non se ne fosse accorto, è finita da diversi mesi – , il finanziamento alle scuole private, l’abolizione dell’ICI ai ricchi e agli esercizi commerciali della Chiesa cattolica, eccetera). E magari evitando di tappare i bilanci di città “amiche” (come Roma di Alemanno, ma soprattutto Catania, che era del medico personale di Berlusconi). Sarebbe stata un0idea evitare di fare altri quattro miliardi di debiti grazie ad Alitalia, ma vabé, ormai è andata.
Ancora:
Una riduzione del Pil del 2% vuol dire che torniamo ai livello del 2006, mica al Medioevo. Troppi guardano il dito e non guardano il cielo
Considerando che non cresciamo da quindici anni, direi che è comunque un bel passo avanti.
Poi:
non è la politica giusta sostenere la domanda facendo nuovo debito
O Keynes era un imbecille o Tremonti è un genio, fate voi. Però in questo caso parzialmente ragione ce l’ha: la politica giusta è sostenere la domanda, ma non emettendo nuovo debito, ma cominciando a togliere i privilegi. Poi ci sarebbero tasse e richieste di condono che vengono ancora evase. Anche ripristinare le norme antievasione del governo Prodi (abolite dal governo Berlusconi chissà perché), giusto per far pagare le tasse anche ai nullatenenti che girano in Ferrari.
Abbiamo fatto troppo debito
E dica a quel [censura] del capo del suo governo di non proporre l’elogio di quel ladro di Craxi, che in meno di un decennio ci fece passare dal 70 al 90% del debito pubblico.
La cura [alla crisi] è risparmiare, investire, lavorare
Su questo sono assolutamente d’accordo. Dovrebbe dirlo anche a quel [censura] di cui sopra che vorrebbe farci consumare (che, per chi non fosse avvezzo di economia, è l’esatto contrario di “risparmiare”), anche a debito, pur di mantenere costanti le entrate pubblicitarie delle sue imprese (sì, quelle che con le leggi Tremonti-Berlusconi di quindici anni fa risparmiarono una marea di tasse).