Ieri sera, dialogando con Corrado nei commenti del post di ieri, ho ricevuto spunti per nuovi articoli che spero di poter sviluppare in futuro. Ma una domanda mi ha tormentato durante la notte: quanto noi giovani conosciamo la storia d’Italia?
Non mi riferisco alla storia del Regno, del fascismo, della guerra mondiale. Mi riferisco a quella più recente, alla storia d’Italia dal dopoguerra fino agli anni 2000. Pur cercando di ricordare il mio ultimo anno di liceo, non credo di ricordare di avere trattato la storia d’Italia oltre gli anni Settanta. Ho preso il mio vecchio libro di storia, e la mia memoria fotografica mi riportava solo al Sessantotto e alla strage di Piazza Fontana. E allora mi sono messo a divorare le pagine successive.
Probabilmente si tratta solo di una mancanza di tempo, visto che l’esame di maturità incombeva, e che dei tragici avvenimenti avevano guastato l’ultimo mese di liceo. Magari è una mancanza solo mia (e della mia classe).
Se così non fosse, mi piacerebbe aprire una piccola rubrica in cui cercherei di raccontare, con parole le più semplici possibili e utilizzando come base il mio vecchio manuale, una storia d’Italia in pillole dal maggio 1945 al maggio 2001. Conoscere il passato serve a capire il presente, ma non serve soltanto conoscere la storia remota, ma anche quella più recente, proprio perché è collegata direttamente a quella che stiamo scrivendo noi oggi.
Per questo, in conclusione, lancio questo piccolo sondaggio. Quanto conoscete la storia d’Italia? Fino a che punto l’avete studiata al liceo? Chiedetevi se conoscete il significato della strage di Piazza Fontana, della strategia della tensione, del pentapartito, del compromesso storico, di cosa è avvenuto prima, durante e dopo le due Tangentopoli (sapevate che ce ne sono state due?), di chi erano i progressisti.
La domanda è aperta anche a chi l’ultimo anno di liceo non lo ha ancora fatto.
Insomma, se siete interessati, mi farebbe piacere discutere con voi del presente come storia. 😀
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se si arriva all’omicidio di Moro è già tanto (facendo di striscio tutta l’epoca della contestazione giovanile, quasi sintetizzata nell’espressione “quattro balordi di destra e sinistra che mettevano le bombe e rapivano persone”).
se si arriva all’omicidio di Moro è già tanto (facendo di striscio tutta l’epoca della contestazione giovanile, quasi sintetizzata nell’espressione “quattro balordi di destra e sinistra che mettevano le bombe e rapivano persone”).
Non sarebbe male come idea, soprattutto visto che molti arrivano alla fine della 2 gm e basta. Poi c’è chi arriva all’89, come un prof che conosco, ma sono le eccezioni quelle.
@Valepert: Immagino che in quel caso dipenda dall’insegnante. Se era una sessantottina (come la mia) si ci ferma a piazza Fontana, se è un democristiano all’omicidio Moro…
(Sto scherzando, cara prof, non ti arrabbiare 😀 )
Non sarebbe male come idea, soprattutto visto che molti arrivano alla fine della 2 gm e basta. Poi c’è chi arriva all’89, come un prof che conosco, ma sono le eccezioni quelle.
@Valepert: Immagino che in quel caso dipenda dall’insegnante. Se era una sessantottina (come la mia) si ci ferma a piazza Fontana, se è un democristiano all’omicidio Moro…
(Sto scherzando, cara prof, non ti arrabbiare 😀 )
@Helios: suppongo che tu ti riferisca alla storia mondiale in generale. Approfondire altri aspetti della storia mondiale (tipo le guerre all’interno della guerra fredda, la storia della Cina e quella degli Stati Uniti, che addirittura è fatta a spizzichi e bocconi comprendendo solo il ’29) è un altro conto e spero di fare anche quello. Ma per il momento mi riferisco alla sola storia italiana. 🙂
@Helios: suppongo che tu ti riferisca alla storia mondiale in generale. Approfondire altri aspetti della storia mondiale (tipo le guerre all’interno della guerra fredda, la storia della Cina e quella degli Stati Uniti, che addirittura è fatta a spizzichi e bocconi comprendendo solo il ’29) è un altro conto e spero di fare anche quello. Ma per il momento mi riferisco alla sola storia italiana. 🙂
Ti posso rispondere io, che in questi giorni ho avuto modo di ripensare ai due grandi episodi della storia italiana che hai citato tu, cioè l’omicidio di Moro e il ’68. Del ’68 ho sentito parlare solo questi giorni in quanto a Pisa, dove studio, c’è un clima di proteste e manifestazioni contro la 133, con occupazioni e piazze gremite di gente, tanto da sentir parlare di nuovo ’68…Ma non sapendo cos’era mi son dovuto informare :). Per quanto riguarda Aldo Moro, anche lì le mie conoscenze sono veramente poche, tant’è che l’altro giorno in autobus, mi son dovuto far raccontare qualcosa dalla mia ragazza (che l’ha studiato) XD….
Ti posso rispondere io, che in questi giorni ho avuto modo di ripensare ai due grandi episodi della storia italiana che hai citato tu, cioè l’omicidio di Moro e il ’68. Del ’68 ho sentito parlare solo questi giorni in quanto a Pisa, dove studio, c’è un clima di proteste e manifestazioni contro la 133, con occupazioni e piazze gremite di gente, tanto da sentir parlare di nuovo ’68…Ma non sapendo cos’era mi son dovuto informare :). Per quanto riguarda Aldo Moro, anche lì le mie conoscenze sono veramente poche, tant’è che l’altro giorno in autobus, mi son dovuto far raccontare qualcosa dalla mia ragazza (che l’ha studiato) XD….
@Giangio: Ciao Giangio, ben arrivato e grazie per avere commentato. 🙂
Da quanto ne so io, il Sessantotto ha implicazioni importantissime nelle riforme della scuola che affrontiamo oggi. Il caso Moro, invece, è fondamentale per capire in che modo la politica si è spostata nel tempo fino a creare problemi che portano strascichi ancora oggi.
Da come le vedo io sono carenze fondamentali, perché mi pare assurdo che gli studenti sappiano a memoria la storia di Giuio Cesare ma non quella di Giulio Andreotti. 😀
Lascio un commentino anche qui, per dire che chi non vuole scrivere nei commenti può trovare in questa pagina degli utili contatti.
@Giangio: Ciao Giangio, ben arrivato e grazie per avere commentato. 🙂
Da quanto ne so io, il Sessantotto ha implicazioni importantissime nelle riforme della scuola che affrontiamo oggi. Il caso Moro, invece, è fondamentale per capire in che modo la politica si è spostata nel tempo fino a creare problemi che portano strascichi ancora oggi.
Da come le vedo io sono carenze fondamentali, perché mi pare assurdo che gli studenti sappiano a memoria la storia di Giuio Cesare ma non quella di Giulio Andreotti. 😀
Lascio un commentino anche qui, per dire che chi non vuole scrivere nei commenti può trovare in questa pagina degli utili contatti.
Mi trovo d’accordo con vale. La cosa che mi preoccupa è che la Storia è ignorata (volutamente o no) da professionisti e intelletuali presenti in campi giornalistici o politici. La loro opinione è quella “diretta” all’Italia, che la assorbe in maniera distorta o non la recepisce, perché non c’è. A dimostrarlo? Il revisionismo di molti attuali onorevoli (o ex ministri, ora giornalisti o pseudo-tali) che dicono che nella Tangentopoli “molti innocenti sono andati in carcere” o che “Craxi era troppo buono e per la troppa pressione è fuggito”. Due esempi: se volete, faccio nomi dei politici e le riviste nelle quali sono uscite le interviste 😀
Mi trovo d’accordo con vale. La cosa che mi preoccupa è che la Storia è ignorata (volutamente o no) da professionisti e intelletuali presenti in campi giornalistici o politici. La loro opinione è quella “diretta” all’Italia, che la assorbe in maniera distorta o non la recepisce, perché non c’è. A dimostrarlo? Il revisionismo di molti attuali onorevoli (o ex ministri, ora giornalisti o pseudo-tali) che dicono che nella Tangentopoli “molti innocenti sono andati in carcere” o che “Craxi era troppo buono e per la troppa pressione è fuggito”. Due esempi: se volete, faccio nomi dei politici e le riviste nelle quali sono uscite le interviste 😀
Si hai ragione, anche perchè, secondo me, conoscendo gli avvenimenti passati nel nostro paese, si può avere un idea più chiara di cio che avviene nel presente e di ciò che può avvenire in futuro…un saluto a tutti 🙂
Si hai ragione, anche perchè, secondo me, conoscendo gli avvenimenti passati nel nostro paese, si può avere un idea più chiara di cio che avviene nel presente e di ciò che può avvenire in futuro…un saluto a tutti 🙂
@Leoman3000: fai, fai pure.
Io penso che grazie a questa ignoranza molti riescano a far buon gioco, perché, confondendo le acque, è più facile addormentare le persone. Il nome di Craxi, giusto per dirne uno, è legato a Tangentopoli, una parentesi della storia d’Italia che si è chiusa troppo presto e senza le giuste condanne grazie soprattutto ad amnistie e decreti salva-ladri (non diciamo, ancora, chi li ha approvati 🙂 ). Richiamarlo a sproposito genera solo ulteriore confusione: i meriti di Craxi, alla fin fine, sono veramente pochi e non coprono di certo lo scandalo (che pure ha investito non solo il PSI, ma anche un’altra grossa parte della politica della prima e della seconda repubblica, visto che i protagonisti, nostro malgrado, sono tuttora attivi).
@Leoman3000: fai, fai pure.
Io penso che grazie a questa ignoranza molti riescano a far buon gioco, perché, confondendo le acque, è più facile addormentare le persone. Il nome di Craxi, giusto per dirne uno, è legato a Tangentopoli, una parentesi della storia d’Italia che si è chiusa troppo presto e senza le giuste condanne grazie soprattutto ad amnistie e decreti salva-ladri (non diciamo, ancora, chi li ha approvati 🙂 ). Richiamarlo a sproposito genera solo ulteriore confusione: i meriti di Craxi, alla fin fine, sono veramente pochi e non coprono di certo lo scandalo (che pure ha investito non solo il PSI, ma anche un’altra grossa parte della politica della prima e della seconda repubblica, visto che i protagonisti, nostro malgrado, sono tuttora attivi).
Basta vedere in questo momento Claudio Martelli in televisione a fare l’opinionista su Rai1 sull’interpretazione del codice penale… Lo stesso Martelli che l’anno scorso salvaguardava la figura del “Craxi buono” su ‘Oggi’. E che tuonava contro i giudici che “hanno mandato in galera innocenti”. Falso, dato che molti sono stati sottoposti a semplici misure di sicurezza come i domiciliari e che, quindi, non hanno mai visto il carcere. La stessa balla l’ha raccontata Fitto (“salvato” dalle Camere; era imputato per tangenti) questa settimana sul Corsera Magazine. A margine: IMHO “tangentopoli” esiste ancora. Più di prima.
Basta vedere in questo momento Claudio Martelli in televisione a fare l’opinionista su Rai1 sull’interpretazione del codice penale… Lo stesso Martelli che l’anno scorso salvaguardava la figura del “Craxi buono” su ‘Oggi’. E che tuonava contro i giudici che “hanno mandato in galera innocenti”. Falso, dato che molti sono stati sottoposti a semplici misure di sicurezza come i domiciliari e che, quindi, non hanno mai visto il carcere. La stessa balla l’ha raccontata Fitto (“salvato” dalle Camere; era imputato per tangenti) questa settimana sul Corsera Magazine. A margine: IMHO “tangentopoli” esiste ancora. Più di prima.
@Leoman3000: quell’articolo di Martelli l’ho letto pure io e da allora ho smesso di leggerlo.
Tra l’altro spero che tu abbia letto il mio post su Cosentino, che dovrebbe diradare ogni dubbio sulla voglia di onestà e trasparenza di questo governo.
@Leoman3000: quell’articolo di Martelli l’ho letto pure io e da allora ho smesso di leggerlo.
Tra l’altro spero che tu abbia letto il mio post su Cosentino, che dovrebbe diradare ogni dubbio sulla voglia di onestà e trasparenza di questo governo.
Io ti invito a leggere il testo delle intercettazioni Berlusconi-Saccà… Senza bisogno di commenti. Eppure molti sono a gridare al “complotto” e di “rimontaggi ad hoc”. Per quello che scrivevo in precedenza.
Io ti invito a leggere il testo delle intercettazioni Berlusconi-Saccà… Senza bisogno di commenti. Eppure molti sono a gridare al “complotto” e di “rimontaggi ad hoc”. Per quello che scrivevo in precedenza.
Lette e ascoltate. Ma i berluscones contrappongono al nostro «resistere, resistere, resistere» un poderoso «negare, negare, negare (o avvalersi della facoltà di non rispondere)».
Lette e ascoltate. Ma i berluscones contrappongono al nostro «resistere, resistere, resistere» un poderoso «negare, negare, negare (o avvalersi della facoltà di non rispondere)».
Arrivai fino a poco dopo la seconda guerra mondiale. Niente guerra fredda, niente situazione politica nel dopoguerra, niente di niente. Tutto quello che ho imparato è stato da autodidatta.
saluti.
Arrivai fino a poco dopo la seconda guerra mondiale. Niente guerra fredda, niente situazione politica nel dopoguerra, niente di niente. Tutto quello che ho imparato è stato da autodidatta.
saluti.
Pur avendo avuto un ottimo professore, non siamo andati oltre gli anni ’80. Il punto è: fino a che data si può studiare la storia a scuola come Storia e non come attualità? Ho letto un saggio in cui si diceva che perfino la seconda guerra mondiale è troppo vicina a noi per poterne dare dei giudizi storici oggettivi, figuriamoci gli ultimi avvenimenti politici!
Poi c’è anche da dire che studiare bene tutto il ‘900 in un solo anno è impossibile: e ci sono classi con arretrati di fine ‘800…
Pur avendo avuto un ottimo professore, non siamo andati oltre gli anni ’80. Il punto è: fino a che data si può studiare la storia a scuola come Storia e non come attualità? Ho letto un saggio in cui si diceva che perfino la seconda guerra mondiale è troppo vicina a noi per poterne dare dei giudizi storici oggettivi, figuriamoci gli ultimi avvenimenti politici!
Poi c’è anche da dire che studiare bene tutto il ‘900 in un solo anno è impossibile: e ci sono classi con arretrati di fine ‘800…
@Drew: tutti quelli che ho interpellato finora hanno dichiarato di essere autodidatti. Sono preoccupato perché non credo che ci siano troppi giovani tanto lungimiranti.
@Cryp: Anche io con questa rubrica non voglio esprimere un giudizio sui fatti, ma mi limiterò a riportarli. Questo si può fare e si DEVE fare. Moro è morto, piazza Fontana c’è stata, Craxi è stato presidente del consiglio, Tangentopoli è nata ed è morta, questo si può e si deve insegnare. Sul ‘900 è vero, verissimo. Bisognerebbe riformare il ciclo degli studi. La storia antica (diciamo fino alla nascita degli Stati nazionali, ovvero le radici del mondo contemporaneo) ha troppo spazio, e anche oltre andrebbero riformati per garantire allo studente di sapere in che mondo viviamo oggi (questione palestinese, decolonizzazione, Africa, Cina, sono tutte cose che dobbiamo necessariamente conoscere).
@Drew: tutti quelli che ho interpellato finora hanno dichiarato di essere autodidatti. Sono preoccupato perché non credo che ci siano troppi giovani tanto lungimiranti.
@Cryp: Anche io con questa rubrica non voglio esprimere un giudizio sui fatti, ma mi limiterò a riportarli. Questo si può fare e si DEVE fare. Moro è morto, piazza Fontana c’è stata, Craxi è stato presidente del consiglio, Tangentopoli è nata ed è morta, questo si può e si deve insegnare. Sul ‘900 è vero, verissimo. Bisognerebbe riformare il ciclo degli studi. La storia antica (diciamo fino alla nascita degli Stati nazionali, ovvero le radici del mondo contemporaneo) ha troppo spazio, e anche oltre andrebbero riformati per garantire allo studente di sapere in che mondo viviamo oggi (questione palestinese, decolonizzazione, Africa, Cina, sono tutte cose che dobbiamo necessariamente conoscere).
direi che la tua iniziativa è molto interessante…anche perche’ io ne avrei tanto di bisogno XD
direi che la tua iniziativa è molto interessante…anche perche’ io ne avrei tanto di bisogno XD
@jimbox: Allora scriverò ancora più volentieri. 😀
@jimbox: Allora scriverò ancora più volentieri. 😀
La storia d’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi è una delle parti più interessanti. Concordo che sarebbe necessario farle trovare spazio nei programmi scolastici.
Dal punto di vista del capirla ci sono degli ostacoli: limitarsi ai fatti certi senza considerare quello che ci fu dietro può risultare poco significativo ma d’altra parte quello che ci fu dietro, in molte situazioni, è tutt’ora dibattuto e/o poco chiaro. Credo sia anche difficile orientarsi nel materiale storiografico esistente.
Su quanto detto da cryptex sulla WWII basti pensare alla scoperta del cosiddetto “armadio della vergogna” e alle condanne emesse nel 2007 per crimini di guerra dell’epoca.
Comunque seguirò con interesse e attenzione.
La storia d’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi è una delle parti più interessanti. Concordo che sarebbe necessario farle trovare spazio nei programmi scolastici.
Dal punto di vista del capirla ci sono degli ostacoli: limitarsi ai fatti certi senza considerare quello che ci fu dietro può risultare poco significativo ma d’altra parte quello che ci fu dietro, in molte situazioni, è tutt’ora dibattuto e/o poco chiaro. Credo sia anche difficile orientarsi nel materiale storiografico esistente.
Su quanto detto da cryptex sulla WWII basti pensare alla scoperta del cosiddetto “armadio della vergogna” e alle condanne emesse nel 2007 per crimini di guerra dell’epoca.
Comunque seguirò con interesse e attenzione.
Dopo la seconda guerra mondiale abbiamo trattato la guerra fredda, la nascita dell’Onu, la costituente, la Balena Bianca fino al boom economico più o meno. Paradossalmente però, per volontà didattica della prof ho fatto la storia dell’Unione Sovietica e poi della Russia fino all’elezione di Putin!!!Quello della storia italiana dal dopoguerra ad oggi è un problema serio su cui ci si può confrontare su diverse basi e punti di vista. Auspico anche io una riforma della didattica in modo tale da non arrivare al quinto anno con arretrati dell’800, ma anzi di portarsi il più avanti possibile per lasciare spazio agli avvenimenti del secondo dopoguerra. Un’altra riflessione che voglio porre in essere tratta del confine (secondo me molto labile) tra storia e cronaca, in riferimento a fatti di trenta anni fa. Questo se da un lato significa uno studio migliore, con più fonti e strumenti a disposizione, dall’altro potrebbe impedire di comprendere appieno il fenomeno, perchè i protagonisti sono tuttora viventi, perchè gli eventi sono strumentalizzati/politicizzati da chi dovrebbe spiegarceli o dai media et cetera.
Un ultimo spunto di discussione è che recentemente i media e l’arte in generale si stiano interessando a questo scorcio di storia italiana. Penso agli sceneggiati televisivi sulla Banda della Magliana, a Michele Placido che ha interpretato Aldo Moro, alla pellicola dedicata all’immortale Giulio Andreotti, “Il Divo”. Pur nella loro non piena attendibilità storica, dovuta a ragioni cinematografiche e di sceneggiatura, questi prodotti se non altro hanno il merito raccontare a modo loro quegli anni e di instillare in chi come me non ha potuto studiarli a scuola, la curiosità verso gli eventi di quegli anni
Dopo la seconda guerra mondiale abbiamo trattato la guerra fredda, la nascita dell’Onu, la costituente, la Balena Bianca fino al boom economico più o meno. Paradossalmente però, per volontà didattica della prof ho fatto la storia dell’Unione Sovietica e poi della Russia fino all’elezione di Putin!!!Quello della storia italiana dal dopoguerra ad oggi è un problema serio su cui ci si può confrontare su diverse basi e punti di vista. Auspico anche io una riforma della didattica in modo tale da non arrivare al quinto anno con arretrati dell’800, ma anzi di portarsi il più avanti possibile per lasciare spazio agli avvenimenti del secondo dopoguerra. Un’altra riflessione che voglio porre in essere tratta del confine (secondo me molto labile) tra storia e cronaca, in riferimento a fatti di trenta anni fa. Questo se da un lato significa uno studio migliore, con più fonti e strumenti a disposizione, dall’altro potrebbe impedire di comprendere appieno il fenomeno, perchè i protagonisti sono tuttora viventi, perchè gli eventi sono strumentalizzati/politicizzati da chi dovrebbe spiegarceli o dai media et cetera.
Un ultimo spunto di discussione è che recentemente i media e l’arte in generale si stiano interessando a questo scorcio di storia italiana. Penso agli sceneggiati televisivi sulla Banda della Magliana, a Michele Placido che ha interpretato Aldo Moro, alla pellicola dedicata all’immortale Giulio Andreotti, “Il Divo”. Pur nella loro non piena attendibilità storica, dovuta a ragioni cinematografiche e di sceneggiatura, questi prodotti se non altro hanno il merito raccontare a modo loro quegli anni e di instillare in chi come me non ha potuto studiarli a scuola, la curiosità verso gli eventi di quegli anni
@Massimiliano: Mi rendo conto della difficoltà, io ci provo ugualmente. Non voglio esprimere giudizi, semplicemente seguire un filo, e arrivare ai giorni nostri, in modo neutrale. Non mi cimenterò in arzigogolate ricostruzioni storiche (non ne ho il tempo) e ovviamente sono a disposizione per discuterne e integrare l’articolo in base al vostro feedback.
@Carus: grazie per essere passato. Avendo avuto la stessa prof, ricordo benissimo che nel programma c’era la storia della Russia dallo Zar a Putin, da fare, tra l’altro, tutta in una volta. 😀 E per questo mi appare ancora più incomprensibile il perché non abbiamo studiato un po’ più di storia italiana.
Come hai detto, il muro si sta rompendo solo oggi, ma il deficit rimane enorme. Insomma, la storia fino al 2000 non si studierà prima del 2040, e mi sembra un enorme controsenso. Parlando con MF, tra l’altro, mi ha raccontato di come suoi colleghi stranieri siano preparatissimi sulla storia recente dei rispettivi Paesi. Perché dobbiamo vergognarci (fra le altre cose) anche di questo?
@Massimiliano: Mi rendo conto della difficoltà, io ci provo ugualmente. Non voglio esprimere giudizi, semplicemente seguire un filo, e arrivare ai giorni nostri, in modo neutrale. Non mi cimenterò in arzigogolate ricostruzioni storiche (non ne ho il tempo) e ovviamente sono a disposizione per discuterne e integrare l’articolo in base al vostro feedback.
@Carus: grazie per essere passato. Avendo avuto la stessa prof, ricordo benissimo che nel programma c’era la storia della Russia dallo Zar a Putin, da fare, tra l’altro, tutta in una volta. 😀 E per questo mi appare ancora più incomprensibile il perché non abbiamo studiato un po’ più di storia italiana.
Come hai detto, il muro si sta rompendo solo oggi, ma il deficit rimane enorme. Insomma, la storia fino al 2000 non si studierà prima del 2040, e mi sembra un enorme controsenso. Parlando con MF, tra l’altro, mi ha raccontato di come suoi colleghi stranieri siano preparatissimi sulla storia recente dei rispettivi Paesi. Perché dobbiamo vergognarci (fra le altre cose) anche di questo?
io sono un autodidatta, ma di quelli un pò distratti, nel senso che se dovessi parlare con chiarezza di tutto ciò che è avvenuto dalla discesa in camp di Hitler, non ne sarei capace.
a scuola per motivi di tempo, forse mancanza di voglia nostra abbiamo studiato la storia in maniera molto molto lenta e siamo arrivati appunto agli anni 40… la seconda guerra mondiale l’abbiamo studiata solo in determinate parti che il nostro prof ci aveva indicato perchè sarebbero state domande d’esame….
io sono un autodidatta, ma di quelli un pò distratti, nel senso che se dovessi parlare con chiarezza di tutto ciò che è avvenuto dalla discesa in camp di Hitler, non ne sarei capace.
a scuola per motivi di tempo, forse mancanza di voglia nostra abbiamo studiato la storia in maniera molto molto lenta e siamo arrivati appunto agli anni 40… la seconda guerra mondiale l’abbiamo studiata solo in determinate parti che il nostro prof ci aveva indicato perchè sarebbero state domande d’esame….
@Carmelo: Grazie per essere passato. Hai aperto un altro filone di polemica, ovvero il fatto che si studi più in vista di esami che per motivi “più alti”. Questo, se da una parte è necessario probabilmente per mancanza di tempo, dall’altra è deleterio partire con la mente rivolta “alle domande che vi verranno fatte all’esame”.
Ne approfitto per aggiungere ai commenti un paio di persone che non mi hanno fatto il piacere di scrivere fra i commenti, ma di dirmelo in privata sede. Si tratta di due miei ex-compagni di classe, i quali mi hanno confermato che non ricordavo male (ma dopo 22 commenti da parte di persone dal nord al sud Italia – abbiamo lombardi, veneti, toscani, emiliani (o romagnoli, non so), romani, campani, pugliesi e siciliani – mi sa che si tratti di una ovvietà 🙂 )
@Carmelo: Grazie per essere passato. Hai aperto un altro filone di polemica, ovvero il fatto che si studi più in vista di esami che per motivi “più alti”. Questo, se da una parte è necessario probabilmente per mancanza di tempo, dall’altra è deleterio partire con la mente rivolta “alle domande che vi verranno fatte all’esame”.
Ne approfitto per aggiungere ai commenti un paio di persone che non mi hanno fatto il piacere di scrivere fra i commenti, ma di dirmelo in privata sede. Si tratta di due miei ex-compagni di classe, i quali mi hanno confermato che non ricordavo male (ma dopo 22 commenti da parte di persone dal nord al sud Italia – abbiamo lombardi, veneti, toscani, emiliani (o romagnoli, non so), romani, campani, pugliesi e siciliani – mi sa che si tratti di una ovvietà 🙂 )
Il problema secondo me è che si perde un sacco di tempo con la storia antica: non i romani o greci o gli egizioni, ma la prestoria. Io sono stato tipo 5 mesi sulla preistoria al liceo ed è troppo, questa parte va fatta alle medie e stop, al liceo al massimo un’infarinatura.
L’ultimo anno del liceo dovrebbe essere solo ‘900, solo così i ragazzi di oggi saprebbero dove vivono.
Il problema secondo me è che si perde un sacco di tempo con la storia antica: non i romani o greci o gli egizioni, ma la prestoria. Io sono stato tipo 5 mesi sulla preistoria al liceo ed è troppo, questa parte va fatta alle medie e stop, al liceo al massimo un’infarinatura.
L’ultimo anno del liceo dovrebbe essere solo ‘900, solo così i ragazzi di oggi saprebbero dove vivono.