Via Marco Travaglio, vengo a sapere che Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione Legislativa, ha scritto che «Una soluzione è rappresentata dai modelli a struttura federalista e questo non lo sostiene il sottoscritto, ma, tra gli altri, la Banca Mondiale o il premio Nobel per l’economia Wuhan». La lettera è presente sul Corriere della Sera, ed è possibile leggere il PDF a questo indirizzo. Ora già Travaglio fa notare che non esiste alcun premio Nobel con quel nome, e che l’unico Nobel ad avere scritto di federalismo è James McGill Buchanan, il cui nome è stato forse storpiato nell’opera di semplificazione calderoliana.
Quel che però lascia perplessi è il fatto che Buchanan è celebre per i suoi studi degli effetti che le forze non economiche e l’interesse personale dei politici hanno sulla politica dei governi. Proprio quest’ultima forza non è stata presa in considerazione da Calderoli: forse dimentica che in capo al suo…capo, il solito Berlusconi, pende un enorme conflitto di interessi. Oltre alle idee federaliste di Buchanan, il nostro leghista dovrebbe studiarsi anche cosa dice Buchanan in proposito dell’interesse personale dei politici, visto che il conflitto d’interessi sta portando l’Italia allo sfascio e che ci toccherà anche pagare sostanziose multe all’Unione Europea a causa della legge Gasparri a partire da gennaio 2009 (si parla di 3-400 milioni di euro, cui si aggiungono altre centinaia di migliaia di euro per ogni giorno che passa).
D’altro canto, come riportava domenica il giornale tedesco Die Welt (qui la traduzione in italiano), proprio Berlusconi ricorda che «Se volete convincere qualcuno, inventatevi una citazione e attribuitela ad un personaggio conosciuto. Chi andrà mai a verificare?». Purtroppo per Calderoli (e per Berlusconi) qualcuno che va a verificare le fregnacce che dicono c’è.
E ci sarà sempre.