Una volta, ma ancora oggi, si diceva, di chi veniva arrestato, che finiva “al fresco”. In estate una condizione del genere non è del tutto spiacevole. Eppure, almeno in Italia, anche se è estate, di questi tempi è meglio stare fuori “al caldo”, piuttosto che “al fresco”.
Qualche settimana fa Angelino Alfano, ministro della Giustizia (sì, fa ridere anche me), ci faceva sapere che aveva inasprito il regime di 41bis, ovvero il carcere duro per persone che si erano macchiate di determinati reati, come quelli di mafia.
Bene.
Sennonché questo governo, più o meno allo stesso tempo, ha approvato (a tempo di record) il lodo Alfano, che garantisce a quattro persone di delinquere e poi, magari, fuggire all’estero (ipotizziamo che uno di questi quattro abbia un aereo privato – e almeno uno ce l’ha di sicuro: potrebbe tranquillamente ammazzare, rubare, corrompere, poi prendere l’aereo e andarsene in qualche Paese che non abbia l’estradizione e vivere per sempre impunito e contento – funziona anche con normali biglietti aerei). Pochi giorni prima aveva combattuto per la norma blocca-processi (giusto per non far andare in galera un centomila criminali): la norma è stata poi attenuata in slitta-processi, visto che la sua ragione (evitare a Berlusconi una condanna per corruzione) era stata già soddisfatta dal lodo. Giusto come ciliegina sulla torta, Berlusconi ha di continuo attaccato la magistratura per delegittimarla, così nessuno si fida più di essa, e lui è libero di dire che è un perseguitato politico, per continuare a fare quello che vuole.
In passato, oltre alle leggi ad personam che hanno eliminato vari reati di cui ancora oggi vari criminali ringraziano, il governo Berlusconi aveva approvato vari condoni e abbreviato drasticamente la prescrizione, lasciando ancora altri criminali in libertà (senza dimenticare, ovviamente, i processi bloccati di Berlusconi). Poi c’è stato pure l’indulto sotto il governo Prodi.
Prossimamente Berlusconi vuole riformare la magistratura, il CSM (quindi riscrivere la Costituzione come voleva la P2) e fare in modo che se uno commette un reato non sussista più l’obbligo di perseguire chi lo ha commesso («ah, hai scippato un’anziana, ma non l’hai uccisa? Peccato, se l’avessi uccisa ti avremmo processato: mi spiace, torna pure a scippare borsette, non abbiamo tempo per te»). Tant’è che già è partita la campagna mediatica a favore della riforma: leggevo un articolo su Il Foglio di un mese fa circa (non l’ho comprato, l’ho trovato in una sala d’aspetto) intitolato “Perché l’obbligo di azione penale non è più un dogma” o qualcosa di simile. L’articolo continuava con una serie di citazioni di vari politici che dicevano “certo, non è più un dogma” con un linguaggio ovviamente zeppo di paroloni, ma nessuno spiegava perché: non è più un dogma e basta, chiaro?
In conclusione, la politica del governo Berlusconi sulla giustizia sembra essere questa: mano pesante per i criminali già dentro, ignorare quelli che stanno fuori.
A questo punto, dovrei ringraziare qualcuno (credo Berlusconi stesso, visto che si è assolto da solo) che Berlusconi non sia dentro, perché altrimenti ci sarebbe una bella amnistia generale che libererebbe tutti i criminali, mafiosi e terroristi solo per fare uscire il povero Silvio?
In questa repubblica delle banane quale sta diventando l’Italia, probabilmente sì.
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