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Sintomi di fascismo

Ricordavo i tempi in cui Umberto Bossi, leader della Lega Nord, affermava di usare il tricolore per pulirsi il culo oppure, come consigliava a una signora, di metterlo al cesso. Era il 1997, e nel 2001 Bossi giurava fedeltà alla Costituzione e alla Repubblica Italiana.

Dopo il CSM-cloaca di Gasparri, ieri anche Bossi ci ha deliziato con un meraviglioso gesto, al termine dell’inno d’Italia: un bel dito medio alzato sulle parole “schiava di Roma Iddio la creò”. Stavolta il giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana è avvenuto pochi mesi prima di questo gesto. In qualunque modo la si giri, è una menzogna (da notare il viscido Cicchitto, giustamente, quando si tratta di salvare gli alleati, invita sempre a guardare oltre, mentre quando si tratta dell’opposizione invita sempre non guardare oltre).

Forse Bossi non ricorda che in questo momento chi gli paga lo stipendio sono tutti i cittadini italiani, mica solo quelli lombardi. Simpatico anche quando si incazza contro i professori del Nord che non provengono dal Nord: dovrebbe sapere che senza i professori del Sud la scuola del Nord non potrebbe andare avanti.

Se andiamo un po’ più indietro, leggiamo dei trecentomila fucili di Bossi, che tanto ricordano i «trecentomila giovani armati di tutto punto» del discorso del bivacco di un tale Benito Mussolini.

Se alle menzogne e ai richiami al fascismo, alla rivolta armata, ci aggiungiamo anche gli attacchi volti a delegittimare il potere autonomo della magistratura, il linguaggio violento, l’uso personale della politica, il bavaglio all’informazione, la censura silenziosa, l’immunità per Berlusconi (immunità che non esiste da nessuna parte nei Paesi democratici), la voglia di ripristinare l’immunità parlamentare per tutti (facendo diventare ancora di più il Parlamento una sorta di rifugio per criminali e mafiosi), con un presidente del Consiglio che da quindici anni prende lo stipendio da parlamentare e che si è presentato in aula a votare solo 71 volte su 4875 (l’1,5%, è stato assente 98,5 volte su 100…Brunetta, dove cazzo sei???), mentre si vuole dare il colpo di grazia alla democrazia abolendo definitivamente le preferenze per fare un piacere a Berlusconi (con il probabile avallo di Veltroni), mentre si avvicina la fine dell’anno, quando l’Italia dovrà pagare la maxi multa all’Unione Europea perché abbiamo ancora la legge Gasparri in vigore, che permette a Berlusconi di guadagnare illegalmente a nostre spese (visto che la multa la pagheremo noi, non lui) alla domanda di riforme che il centrodestra chiede, le opposizioni dovrebbero rispondere come Bossi, con un bel dito medio.

Accidenti, e la sapete l’ultima? Berlusconi rischia di essere condannato per corruzione nel processo Mills e il suo governo cancella l’ufficio europeo anti-corruzione. Tutto questo va a scapito dei cittadini onesti, e favorisce solo i criminali. (Giusto per fare un po’ di cronaca giudiziaria, la sentenza del processo Mills-Berlusconi arriverà probabilmente a ottobre, ma solo per l’avvocato Mills: Berlusconi godrà dell’immunità, la sua posizione verrà stralciata, e dopo la sentenza dovrà essere un nuovo collegio a giudicarlo: il che vuol dire che il processo dovrà ripartire da capo, mentre la prescrizione è già ora agli sgoccioli…insomma, Berlusconi, per l’ennesima volta sarà giudicato non colpevole-ma anche non innocente- grazie a leggi approvate da sé stesso).

Le riforme devono essere fatte da chi vuole rispettare la Costituzione e fare il bene di tutti, non da chi usa la Costituzione come carta igienica (Umberto Bossi) e da chi vuole il bene per sé e tutti i criminali amici suoi, che pensa a come bloccare i suoi processi, invece di salvare le famiglie che non arrivano a fine mese e fra poco neppure alla metà (Silvio Berlusconi).

Postilla: siccome ci sarà qualcuno che dirà “sì, Berlusconi è stato spesso assente, ma Berlusconi è stato presidente del consiglio”, gioco d’anticipo e rispondo: Berlusconi è deputato da quindici anni. Per almeno sette anni (1996-2001 e 2006-2008, i governi di centrosinistra) non è stato presidente del consiglio, ovvero poco meno della metà degli anni in questione. Questo vuol dire che per poco meno della metà delle sedute d’aula (diciamo circa 2000) in cui certamente non era presidente del consiglio, Berlusconi si sarebbe presentato in aula 71 volte su 2000, ovvero il 3,5%. Nell’altro 96,5% delle volte che doveva essere in aula ma invece era assente senza giustificazione della “presidenza del consiglio”, dov’era Berlusconi? Di sicuro non era in tribunale, perché sono anni che lo cercano e non lo vedono. E allora? Magari era in Sardegna o in Marocco, con la moglie o con qualche concubina. Oppure telefonava a Saccà per dirgli come gestire la televisione pubblica, concorrente della sua Mediaset. Oppure si era messo tranquillamente a gestire le sue aziende. Insomma, Berlusconi si faceva i cazzi suoi, invece di farsi i cazzi degli italiani (tasse, pensioni, lavoro, eccetera). Insomma, presidente del consiglio o meno, Berlusconi fa solo i cazzi suoi. Sempre e comunque. Adesso ci sono anche le prove statistiche.

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