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La retorica rafferma di Beppe Grillo

Ho seguito (per la terza volta) un comizio di Beppe Grillo, e anche stavolta non ha detto nulla di nuovo. È il caso però di analizzare le figure retoriche di cui infarcisce il proprio discorso.

Grillo ha un grosso vantaggio: viene percepito come il nuovo rispetto alla vecchia politica, per questo è in grado di dare una speranza a chi lo ascolta ed è giustamente incazzato per i fallimenti della vecchia politica. Il problema è che le sue parole non hanno niente di nuovo, e ripercorrono le stesse figure utilizzate dai “morti” che vorrebbe seppellire.

Innanzitutto la parte più facile: la denuncia del problema. E qui sono bravi tutti: «internet è lento, la disoccupazione porta povertà, i manager guadagnano troppo rispetto agli impiegati, eccetera». Quante volte un politico ha denunciato un problema ad una piazza? Un miliardo, e solo in questa campagna elettorale.

Dopodiché Grillo ci mette del suo meglio: prende l’argomento e lo infarcisce di battute e prese in giro. È un comico, è il suo lavoro, da trent’anni. È qui che conquista davvero il pubblico: l’ascoltatore è intrattenuto, divertito, e perciò è più propenso a credere a ciò che ascolta.

Una volta ridicolizzato il problema, Grillo propone una soluzione assurda e/o populista: «Internet gratuito, reddito di cittadinanza, tetto agli stipendi». E inevitabilmente sono proposte che piacciono. Peccato che siano irrealizzabili o paurosamente inefficienti. Ma al pubblico non importa: come Mussolini nel 1921, come Berlusconi nel 1994, Grillo è l’uomo dei miracoli, è il nuovo, per di più è simpatico, parla di onestà, perciò lui ce la farà. E chissenefrega della Storia, chissenefrega se di uomini così ne abbiamo già avuti un po’: siamo italiani, non abbiamo memoria.

Se spieghi le cose per filo e per segno, se spieghi che certe cose non si possono fare, se spieghi che certe cose hanno conseguenze catastrofiche, parte il dileggio. Poco fa ho spiegato che se viene indetto un referendum sull’euro a mezzogiorno, all’una lo Stato è fallito. Un troll grillino mi ha risposto: “Ma dove hai studiato? Alle serali?”. Ieri sera mi è pure toccato un assaggio di olio di ricino virtuale. E poi la domanda fatidica: sì, ma gli altri partiti che ci fregano da vent’anni?

Non so voi, ma io non sarei contento di questa domanda: oltre al nome del partito, Grillo non ha niente di nuovo. Riconosce i problemi e propone soluzioni assurde, come tutti gli altri. Grillo è solo l’ennesimo modo di essere sodomizzati e contenti. E il grillismo ha difetti che superano di gran lunga i pregi (che poi sono solo due: il fatto che le liste siano pulite e che rinunceranno a una parte di stipendio). Non ha alcuna soluzione reale a problemi reali, e in aggiunta cavalca la rabbia propagando idee fasciste.

Cosa c’è di nuovo in tutto questo? Il fatto che faccia ridere? Ma non fatemi ridere! Le esperienze del M5S al di fuori dei piccoli comuni ne stanno dimostrando tutti i limiti, perché Grillo, come tutti gli altri, ignora la realtà e il buonsenso. L’unica differenza col pagliaccio di prima è che non va in giro a insultare le donne.

Evidentemente è chiedere troppo avere candidati puliti portatori di idee magari sceme, magari non condivisibili, ma almeno realistiche, non populistiche.

Ma evidentemente il problema siamo noi, che siamo così allocchi da abboccare al solito pifferaio che ci promette la strada più facile, che ci fa credere che si possa uscire dalla crisi con la bacchetta magica, senza sacrifici. Siamo noi che non meritiamo candidati decenti e programmi decenti, e infatti usciamo da un quindicennio di programmi assurdi con eletti impresentabili.

Finché cascheremo in questi tranelli retorici, non ci sarà vera scelta, sarà sempre un trade-off tra scemo e più scemo.

Grillo non ci sottrae a questo trade off, e per questo non è il nuovo, ma, con il suo carico di retorica fascista aggiuntiva, risulta più vecchio della vecchia politica.

(Per questo articolo la politica dei commenti è emendata come segue: ogni critica è sempre bene accetta qualunque sia la provenienza; ai grillini, tuttavia, per decisione di Grillo e Casaleggio, è vietato parlare al di fuori della piattaforma messa a disposizione da beppegrillopuntoitte™. Ergo, se costoro desiderano commentare ripetendo a megafono quanto scritto o detto da Grillo e similari senza aggiungere il proprio pensiero critico, dovranno farmi pervenire un’autorizzazione firmata [anche digitalmente] da Grillo o Casaleggio. Non prendetevela con me, è una decisione dei vostri leader: avete bisogno di un’autorizzazione per esprimere il vostro pensiero).

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