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2013: fuga da Servizio Pubblico

Ieri sera non ho visto tutta la puntata di Servizio Pubblico, giudicato da taluni come l’evento politico televisivo di questa campagna elettorale (già di suo ai livelli del compost nel ventilatore). Ho visto solo un pezzo, mentre cambiavo il DVD di 1997: Fuga da New York con quello di Shining. La mia impressione è che non stesse avvenendo l’asfaltatura che in molti si aspettavano, e i resoconti di giornali e blog di questa mattina sembrano confermare la mia sensazione.

Attenzione: questo non significa che abbiano vinto i contenuti, anzi, com’era più che logico aspettarsi, fregnacce e scivoloni, bugie e siparietti erano all’ordine del quarto d’ora. In quello spezzone che ho visto io c’erano il solito Travaglio che sottolineava, archivio alla mano, che il PdL ha appoggiato in tutto Monti fino a tre giorni fa, e che si è visto ovviamente opporre le solite scemenze ben costruite per confondere le acque, e comunque è sempre colpa dei comunisti. Possibile che Santoro e Travaglio si aspettassero di coglierlo di sorpresa in modo così ovvio? Da chi è composta la redazione di Servizio Pubblico, dai personaggi di Playhouse Disney?

Impagabile la scenetta con Vauro: «Pensavo che i comunisti comandassero solo nella Corte Costituzionale, invece abbiamo pure Monti». Probabilmente l’unico lato da cui si potesse ricavare qualcosa di positivo era proprio la satira, la battuta e la presa in giro, forse l’unico modo di dialogare con i guappi di cartone. Non che mi aspettassi uno spettacolo di varietà, ma credo che la satira fosse una chiave da valutare meglio.

Patetica poi l’Innocenzi subito dopo, che non solo inanella uno sfondone sul complotto tedesco contro l’Italia (le banche tedesche non avevano venduto titoli italiani, semplicemente, aspettandosi un mare in tempesta nei mesi successivi, hanno comprato assicurazione per sterilizzare BTP che avevano in pancia ed evitare le poderose perdite successive), ma non sa cosa rispondere quando, sulla confusione fra Deutsche Bank e Bundesbank (la prima una banca privata, quella che ha “venduto” titoli di Stato italiani, la seconda la banca centrale tedesca, che nulla c’entra nella faccenda), si sente ribattere, semplicemente, “ho avuto un lapsus” o qualcosa del genere. Manco le avessero detto «Abbassate i vostri scudi e arrendetevi.»: il resto è graffi sul vetro, e la gggiovane di Servizio Pubblico è spenta sul nascere.

Infine il wannabe ministro dell’Economia comincia a snocciolare numeri strani, tipo che il sommerso italiano è pari al debito pubblico, mentre invece sarà al massimo pari a un centesimo del medesimo (2000 miliardi contro 20). Neanche contro questa econometria immaginaria si fa fact checking? Allora qui non si vuol fare Servizio Pubblico, ma sangue e audience. Nulla di nuovo, insomma, ergo cambio canale e fuggo via da questa persa in giro.

Stamattina ho quindi letto resoconti e liveblogging che confermano questo copione: i padroni di casa fanno quello che fanno di solito, l’ospite, che se l’aspettava, risponde col suo solito campionario di fumo negli occhi e fiale puzzolenti, e, se proprio tutto va male, tradisce gli accordi fra gli staff. Non è un tipo che storicamente gioca pulito, dopotutto gioca fuori casa (in teoria, in pratica sembrava il campione olimpico di tintarella in vacanza ad Antigua) e, seriamente: Santoro si aspettava qualcosa di diverso? Perché avrei una fontana da vendergli, in tal caso.

Per carità. Processi a parte, la trasmissione ha sbattuto in faccia all’ospite e agli spettatori cose note e stranote, a sottolineare i fallimenti e le contraddizioni di chi ha governato l’Italia per un decennio, quasi consecutivamente, senza però riuscire a incastrare l’obiettivo dell'”agguato” alle sue responsabilità. Anzi: quest’ultimo ha fatto una grandissima figura davanti a quel 30% di potenziali elettori (e potenziali casi umani) disposti a votarlo. «Guardatemi – sembra dire – sono nella tana dei leoni e sono ancora vivo». Panem, circenses e niente IMU: questo chiede il potenziale elettore del PdL, e questo ha avuto ieri sera.

Che poi se la Innocenzi è una leonessa, io sono Godzilla.

[Curiosamente, trovo analogie fra il film “1997: Fuga da New York” e la puntata di ieri di Servizio Pubblico: bella colonna sonora, fabula interessante, regia alla fin fine sufficiente (anche se 1997 è un fantascientifico, Servizio Pubblico è un western). Purtroppo, a parte pochi guizzi, gli attori erano poco adeguati al loro ruolo (ma a riguardo il mio giudizio potrebbe essere stato influenzato da Jack Nicholson), e soprattutto lo svolgimento era incomprensibilmente, mortalmente lento. Resta migliore dello show di La7 (in lingua originale, chevvelodicoaffà), ma se avessi potuto mi sarei evitato pure quello. Per fortuna ci siamo lasciati Shining per ultimo].

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