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Taccuini di campagna elettorale

Giusto qualche appunto sparso circa questa prima fettina di campagna elettorale. Niente di così nuovo: qualcuno (troppi) parlano di legislatura costituente, come dal 1994 a questa parte, straparlano di terze repubbliche quando a comandare nelle varie liste sono ancora soggetti indissolubilmente legati alla Prima. I programmi elettorali con proposte vere, non di principio, realizzabili e sistemiche continuano a mancare, nonostante il proliferare di agende (sarà per via del Capodanno?): fra le idee più gettonate fra un po’ tutti i partiti c’è quella di tagliare le tasse aumentandone o creandone altre, ché parlare di tagli qua e là, magari in modo preciso, rischia di farti perdere voti. La tendenza più interessante è quella di creare liste civiche personali, dove il nome del capo della lista è bello evidente, a sottolineare che la personalizzazione della politica è un must, a cui si sottraggono (almeno per ora) solo PD e Lega.

Mi spiace soltanto di non essere riuscito a segnarmi le uscite di questa o quella persona: alcune erano veramente impagabili, altri comicamente incomprensibili. Si direbbe che la campagna elettorale, oltre che a tirar fuori il peggio della politica in Paesi geneticamente populisti e a memoria cortissima come l’Italia, serva anche a svuotare i magazzini di alcool e droghe varie.

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