Immagine della settimana
Tweet della settimana
Articolo stagionato della settimana
La Finlandia e le multe commisurate al reddito (se la multa per divieto di sosta è 40 euro, è ovvio che Lapo Elkann parcheggerà dove vuole: facciamogli pagare una multa a tanti zeri, poi vediamo se ci riprova)
Caso umano della settimana
Monica Maggioni, per avere affermato che andare su internet è “qualcosa di esotico” (Ballarò, 4 dicembre 2012)
Dimissioni in ritardo. Mario Monti ha fatto quello che secondo me doveva fare nel gennaio 2012: dimettersi perché in Parlamento le forze più irresponsabili erano maggioranza e la sua strada per le riforme era impraticabile, bocciata dai veti di destra e di sinistra. La Storia poi mi ha dato ragione, ultimo caso quello delle concessioni balneari. Si dimette oggi perché non vuole stare sulla graticola per chissà quanti mesi, e lasciare che le conseguenze di quanto accadrà nelle prossime settimane non ricadano sul capro espiatorio, ma sul colpevole vero e proprio, che risponde al nome di Silvio Berlusconi.
È tornato Abberluscone. Berlusconi è tornato, e siamo stati ricatapultati a un anno fa, come se nulla fosse successo. Anzi, come se Berlusconi non ci sia mai stato. Eppure il grafico esposto sopra, tratto dalla interessantissima puntata di Superquark di venerdì (qui trovate qualche mio tweet in proposito) (( Puntata interessantissima, che vi straconsiglio di vedere perché spiega con chiarezza i motivi della nostra crisi. Chi l’avesse persa può ritrovarla qui (utenti Linux: se non volete usare Merdlight, installate Rai SMTH e abbiate un po’ di pazienza, ne varrà la pena). )) parla da sé: in dodici anni la crescita del Paese è stata un miserabile +0,1%. Colpa della moneta? Non si direbbe: anche la Spagna ha l’euro, e perfino lei è cresciuta più di noi in 11 anni (e pure nel 2012 sta andando meglio). L’ho spiegato in settimana, prima che si scatenasse la tempesta berlusconiana: puoi avere la lira, l’euro, il dollaro, la moneta che vuoi, ma se vuoi crescere, devi avere per prima cosa un governo che governi bene. Cosa che all’Italia, in questi dodici anni, è mancata, a cominciare dai nove anni occupati da Berlusconi. Le politiche dei governi Berlusconi hanno aumentato gli sprechi e appesantito la crescita non promuovendo l’innovazione quando ancora c’erano segnali di vita nell’economia italiana; è stato il governo Berlusconi, nel 2011, a stringere attorno al collo del Paese la corda dell’austerità, applicata poi da Monti; è conseguenza dei governi Berlusconi se abbiamo dovuto ripianare buchi di bilancio perché ha abolito ICI e tassa di successione ai ricchi; l’evidenza dimostra che il governo delle tasse e della povertà è il governo Berlusconi.
E adesso? E adesso aspettiamo innanzitutto il ritorno dello spread. Vedremo lunedì e nei giorni a seguire che succede, ricordando che c’è il pesantissimo Draghi seduto sul medesimo. Le prime evidenze non sono buone: sul finire della scorsa settimana ci sono state vendite di BTP e altri titoli italiani, e secondo molti analisti si è trattato di vendite di investitori italiani (segnatevelo, nel caso Cicchitto e Gasparri comincino a parlare di complotto internazionale). Intanto comincerà la campagna elettorale, e si tratterà probabilmente della più drammatica della storia della Repubblica, poiché abbiamo più della metà (secondo i sondaggi) delle forze politiche pronte a sparare qualunque sciocchezza demagogica pur di raccattare voti, perché non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare: se alla Camera ci sarà probabilmente una (non) solida maggioranza PD, al Senato andrà probabilmente peggio. Sarà l’edizione 2013 della solita fiera “Vinci le elezioni, perdi il Paese“, solo che stavolta non siamo a un passo dall’abisso, bensì in sospeso sul medesimo come Wile E. Coyote.
Tobin Tax alla francese, all’italiana. A meno di nuovi colpi di osceno, l’Italia dovrebbe finire per dotarsi di una Tobin Tax alla francese, con tutti i suoi difetti e senza i suoi pochi pregi (uno, forse). Peccato che comunque il microscopico, irrilevante, povero e asfittico mercato finanziario italiano non possa permettersi neppure una Tobin Tax come questa. La finanza opaca, che grazie alla Tobin potrà manipolare più facilmente quel che resta del mercato italiano, ringrazierà comunque, mentre questa tassa Robin Hood farà lafine di tutte le tasse populiste: ruberà ai poveri e farà un piacere ai ricchi.