Il caso Apple e l’innovazione continua

(Nei mesi scorsi mi è mancato il tempo di scrivere bene, ma non di scrivere: mi sono riempito di bozze che non sono riuscito a sistemare e pubblicare. Cercherò di pubblicarle gradualmente, in forma completa oppure come bozza resa decente, pur di liberarmene 🙂 )

STATO: COMPLETATO

Il mese scorso ho scritto questo tweet

Il giorno successivo si scoprì che Apple aveva brevettato il rettangolo coi bordi arrotondati, grazie alla dabbenaggine dell’ufficio brevetti che lo ha accettato, pur mancando palesemente il requisito della novità (sei dei cellulari che ho posseduto sono precedenti al 2010, anno di deposito del brevetto, e cinque di essi sono rettangoli coi bordi arrotondati).

OLED EarlyProduct
meharris [GFDL or CC-BY-SA-3.0], via
Il ricorso a simili mezzucci, lo spostare la competizione in tribunale, rivela clamorosamente la debolezza di Apple, che dopo aver perso terreno sul piano del software (iOs, a livello di design, è lo stesso da sempre, e i suoi miglioramenti incrementali sono stati di qualità progressivamente inferiore – si pensi prima a Siri, partito molto male, e poi a Apple Maps, completo fallimento), comincia a perderlo pure su quello hardware, e non per quanto riguarda la qualità, bensì sul terreno dell’innovazione che Apple infondeva nei propri prodotti. Un prezzo di 700 dollari ad azione richiedeva che in ottobre Apple avrebbe lanciato qualcosa di paragonabile a un iPad arrotolabile(probabilmente ci arriverà prima Samsung visto quanto sta investendo negli OLED flessibili, e non parliamo di anni, ma di trimestri).

A lanciare prodotti più grandi, più piccoli o più potenti sono bravi tutti, e infatti Apple s’è messa a inseguire prodotti altrui, già più grandi, più piccoli e più potenti. E un’azienda che insegue non è più “leader”.

Non siamo ancora ai livelli di tragedia di RIM (Blackberry), ma l’epoca del declino di Apple, tuttavia, non pare ancora prossima alla fine, come evidenziano le ultime notizie.

Un mese dopo la prima bozza di questo articolo, leggo che altri analisti sono arrivati alla stessa conclusione, tanto che prevedono che Apple porterà la competizione sugli smartphone non più piano dell’innovazione, ma su quella del prezzo, ad esempio vendendo iPhone a un terzo del prezzo.

Steve Jobs, se fosse vivo, si rallegrerebbe di essere morto, perché questa mossa farà perdere ad Apple un posizionamento costruito nell’arco di un decennio. I prodotti di Cupertino, infatti, sono presenti nella mente del consumatore come prodotti di fascia alta, di qualità elevatissima, leader di mercato e di innovazione, e grazie a questo i maniaci di Apple erano disposti a farsi un mutuo pur di potere acquistare quei prodotti.

http://www.youtube.com/watch?v=RyWSEwKPo8s&w=320&h=240

Se sposti la competizione sul prezzo, tu rischi in primo luogo di cannibalizzare i tuoi stessi prodotti, visto che c’è un bel pacco di gente che paga solo per avere qualcosa con la mela morsicata sopra da mostrare in giro. È gente che avrebbe comprato un iPhone a 600 euro, ma tu glielo vendi a 200. In secondo luogo, difficilmente riuscirai a sfondare fra i dispositivi di fascia media, visto che ci sono aziende meglio posizionate in quel segmento e con prodotti migliori.

Un iPhone a 200 euro ha senso solo se lo vendi esclusivamente nei Paesi emergenti, ma anche lì senza garanzie di successo, perché il posizionamento del marchio Apple è e resta tutt’altro.

Fosse stata un’idea di quel diavolo di Jobs, mi starei chiedendo cosa c’è sotto. Ma dato che non c’è, e visti i risultati della gestione Cook, l’unico segnale che colgo è che Apple sta perdendo terreno, ed è diventato un produttore come tutti gli altri e in continuo declino.

Tutta questa prosopopea per ricordare che un’azienda, così come uno Stato, diventa e resta un leader solo se innova continuamente, e solo se riesce a costruire al suo interno un ecosistema completamente rivolto all’innovazione. Jobs, evidentemente, non ce l’ha fatta, e, a meno di sorprendenti cambi di rotta, Apple privata del suo carisma e della sua visione, rischia di sgonfiarsi paurosamente per mancanza di vocazione propria all’innovazione.

E questa vocazione l’Italia non l’ha mai avuta, se consideriamo che il miracolo economico era basato su forza lavoro a basso costo e che le industrie innovatrici più promettenti, come la chimica negli anni Settanta o l’informatica negli Ottanta (l’iPhone avrebbe potuto inventarlo la Olivetti, per dire), non fossero state gambizzate dallo Stato o dagli imprenditori stessi o svendute agli stranieri (vi siete mai chiesti perché l’Italia produce[va] lavatrici, ma non detersivi per lavatrici? Ne ho parlato qualche anno fa). Ed è una vocazione che rischia di non avere mai, visto il ritardo nella diffusione dell’information technology, oltre ad un sistema educativo che genera grandi talenti e poi li costringe ad andare all’estero.

Nessuna posizione è fissa e immutabile nel tempo. Se vuoi diventare e restare leader in qualche campo devi investire e mettere in competizione te stesso, i tuoi abitanti e le tue aziende. Il sole, il mare, le sfogliatelle e il mandolino magari funzionavano una volta, oggi non più, e difendere inefficienti rendite di posizione (come le concessioni sulle spiagge, per citare il caso più recente) ti aiuta solo a perdere terreno. E puoi pure avere il più grande patrimonio culturale del mondo, ma se non investi, non dico per valorizzarlo, ma almeno per evitare che si sgretoli come Pompei, stai sicuro che quella posizione verrà persa molto, molto presto.

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2 Comments

  1. Parole sante!! Nessuna posizione è fissa e immutabile nel tempo: bisognerebbe comunicarlo prima di tutto al ministro Profumo. La fucina delle nostre future generazioni, la scuola, dorme sonni profondissimi seduta su rituali e programmi che sono più o meno gli stessi dall’unità d’Italia. Continuiamo a sfornare gente che non ha idea alcuna di come è fatto il mondo in cui vive e che non è mai stata costretta a mettersi alla prova, a sfidarsi per arrivare a un qualsivoglia obiettivo.
    Del resto, spessissimo neanche genitori e docenti hanno una vaga idea di come e quanto è cambiato il mondo in cui vivono. Siamo rimasti molto indietro e, siccome i cambiamenti sono sempre lenti e difficili, mi permetto di vederla molto grigia per i prossimi anni..

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