La storia del tizio cui Equitalia ha fermato (senza notificarlo, pare) un’auto da 20mila euro per un debito di 80 mi ha fatto venire in mente un episodio accaduto a un mio conoscente.
Costui aveva un grosso debito con l’INPS, debito che aveva estinto all’inizio dell’anno. Pensava finalmente di aver chiuso la questione, quando pochi giorni fa ha ricevuto una nuova richiesta di pagamento (sempre dall’INPS) per le altre decine di euro che, secondo Equitalia, si era “dimenticato” di versare, cui si aggiungevano gli interessi maturati nel mentre.
La lettera (tra l’altro spedita per posta ordinaria [«nella speranza che si perdesse» ho supposto malignamente]) era datata 25 ottobre e aveva interessi calcolati fino al 13 novembre, ed era arrivata a destinazione, come detto, quasi un mese dopo la data di scrittura. Sulla busta nessun timbro postale o qualcosa che potesse vagamente far capire quando questa lettera era stata affidata alle Poste. Spassoso era pure il fatto che non contenesse termini di pagamento, solo un generico “quanto prima”, e considerando che non vi è prova della data di notifica, la scadenza potrebbe essere qualunque (immagino ci sia un termine di legge, che comunque non sapresti da quando calcolare, scaduto il quale scattano altri interessi [ad esempio dal 13 novembre] e quindi un’altra cartella quando meno te l’aspetti).
Saputo ciò, gli ho detto che dopo aver pagato è meglio andare da Equitalia e/o dall’ente e chiedere un estratto conto di tutte le pendenze in essere e chiudere subito tutte le partite, se possibile, e di rifare la trafila anche qualche settimana dopo, tanto per essere sicuri (si può fare anche online). Lo so che sembra un controllo per lo HIV, ma sempre meglio controllare che rimanerci sotto per un errore.
Questo perché fra un interesse di mora e un altro, le notifiche fatte all’ultimo secondo, rimbalzi di cartelle fra gli uffici e spese varie, c’è il rischio che manchi sempre qualcosa da pagare e quindi di non uscire mai dalla spirale, a vantaggio, ovviamente, degli enti creditori e di quelli riscossori (Equitalia).
Il consiglio, quindi, ogni volta che si riceve una cartella, è di chiedere sempre se manca qualcosa da pagare e togliersela di mezzo il prima possibile.
Che ci piaccia o no, anche Equitalia fa il suo lavoro: tocca a noi fare la nostra parte per evitare soprusi perfettamente legali (per quelli illegali ci sono i giudici), e questa parte è non dare scampo a Equitalia aspettando come fessi delle cartelle che arriveranno dopo aver maturato corposi interessi sugli interessi sugli interessi…
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