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Una grezza proposta per uscire dalla crisi (evitando di mangiare gli irlandesi)

Hard to make the right choice - B&W version
Hard to make the right choice (MaraB / Pierpao.lo [CC-BY-2.0], via Wikimedia Commons)

Dovessi fare una grezzissima proposta per uscire dalla crisi, penserei che i seguenti punti non siano poi così sciocchi (sarà tipo la dodicesima volta che propongo cose del genere in quattro anni, ma repetita iuvant, dicono). Chiaramente è più un wishful thinking che una cosa concreta, ma l’obiettivo è far capire un certo concetto.

Premessa: i punti sottocitati non sono “a piacere”. Non si possono fare solo i primi (come vorrebbero i tedeschi e i loro compari), né solo i secondi (come vorrebbero, tra gli altri, statisti ultrakeynesiani vongoloidi presenti nella Prima, Seconda e Terza Repubblica italiana), bensì ne servono almeno un po’ di entrambi. Bisogna partire da due assunti fondamentali, e cioè i) che i Paesi periferici sono effettivamente Paesi irresponsabili con finanze pubbliche allegre e che vanno fermati; ii) questa è una crisi sistemica che non può essere risolta a colpi di mazza ferrata tedesca né con il mito della svalutazione, bensì con la presa di coscienza che l’Europa è una realtà abbastanza integrata che se affondano un paio di Paesi affondano tutti; in altre parole, o se ne esce insieme o si muore tutti. Punizioni individuali per gli Stati e finanza allegra per tutti non sono la soluzione, ma il problema che sta approfondendo la recessione in Europa.

Venendo al dunque:

E perché, a meno di un cambiamento epocale nella mentalità italiana ed europea, questo rischia di non avvenire mai:

Non sono pessimista, ma da come stanno le cose è difficili essere ottimisti. Con il tempo le cose andranno sicuramente meglio, il problema è quanto andranno peggio prima.

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