Il fallimento annunciato della Tobin Tax

Si assisterà a una fuga più o meno rilevante:

  • se non si vuole uscire dall’Europa, verso i Paesi che applicano la Tobin Tax con aliquote più basse (il che comporta, facile da immaginare, concorrenza fiscale per abbassare sempre più l’aliquota, fino, inevitabilmente, ad annullarla);
  • oppure verso i Paesi che non la applicheranno e che festeggeranno per questa epocale sciocchezza europea (Stati Uniti, Paesi emergenti, probabilmente la Gran Bretagna, che meriterebbe un discorso a parte molto divertente, se solo i parrucconi sapessero…).

Gli effetti saranno peggiori sui mercati dei capitali meno liquidi, come quello italiano: minore liquidità ne attrarrà ancora meno, asfissiando ulteriormente le capacità di crescita del nostro Paese. Mi spiace per gli anticapitalisti alle vongole, ma un mercato finanziario liquido ed efficiente è condizione fondamentale per lo sviluppo delle imprese, quindi del lavoro e dell’intero sistema economico, e lo dimostra la storia dal Trecento ad oggi. Le storture di cui oggi siamo vittime non provengono tanto dai mercati, quanto dalla politica, non mi stancherò mai di ripeterlo: le urla contro il nemico esterno, gli speculatori cattivi (che continuano a non esistere) servono a distrarre la massa (com’era da ben prima del Trecento).

Togliete i mercati dei capitali e avrete una cosa sola: depressione economica.

Entro una decina d’anni (a meno di un’improbabilissima estensione della Tobin Tax al globo terracqueo) i parrucconi europei si accorgeranno dell’immane sciocchezza commessa. Il primo segnale sarà l’uscita della Gran Bretagna, casomai dovesse entrare nella Tobin Tax Area (nel caso non vi entrasse, l’accartocciamento di questa tassa sarà più veloce). Verrà fuori che Barroso aveva preventivato i 55 miliardi sotto l’effetto di droghe tagliate con asfalto uranizzato (prevedo un gettito massimo di 10, ma dipenderà da come decideranno di impostarla, semmai l’approveranno) e l’abrogheranno. Purtroppo però, nel frattempo, l’Europa avrà approfondito il proprio declino e ciò non basterà per attrarre nuovamente i capitali fuoriusciti: probabilmente bisognerà invogliare i mercati a tornare nell’unico modo che conosciamo, ovvero tassare meno il capitale e più i fattori produttivi meno “mobili”, primi fra tutti gli immobili e i salari. A pagare, come sempre, saranno i ceti subalterni (quelli che gli anticapitalisti alle vongole vorrebbero difendere).

Morale della favola: la Tobin Tax non salverà l’Europa, ma contribuirà ad affossarla. Si continuerà a dare la colpa a un fantasma (la speculazione) in modo da potere ignorare il cuore del problema e continuare a manipolare le masse. Ieri un twittero mi ha detto che è colpa della speculazione se USA e Grecia hanno un sacco di problemi, al che non ho potuto fare a meno di fargli notare che gli USA hanno subito il downgrade per via di una politica fiscale ridicola e di costosissime guerre infinite, mentre la Grecia ha falsificato i conti, è piena di corrotti e nessuno paga le tasse. Quando poi ho chiesto di fare il nome di qualche “burattinaio” del Novo Ordo Seculorum, mi è stato linkato un sito di minchioni signoraggisti che se la prendevano con Deutsche Bank per avere utilizzato i derivati per il motivo per cui sono nati: non per “speculare”, bensì per coprire l’esposizione su titoli in portafogli (nella fattispecie, BTP, e se DB li avesse venduti, cosa obbligata se i derivati non fossero esistiti, saremmo falliti da settimane). Questo esempio per spiegarvi gli effetti della poderosa campagna di disinformazione. Ma torniamo in topic.

Non si può, non si può, non si può basare la ripresa dell’Europa su un aumento delle tasse. La ripresa in un regime di stretta fiscale (se non è controbilanciata da una politica monetaria espansiva, che però non può fare miracoli – si vedano gli USA e i QE 1, 2, 3, …,n) semplicemente non esiste.

Eppure più tasse è l’unica ricetta che i parrucconi europei riescono a mettere in campo.

Tanti auguri, ne avremo bisogno: tutto quanto ho espresso finora mi è stato insegnato durante il triennio all’università, ma i parrucconi europei, e chi li consiglia, sembrano non saperne alcunché.

Intanto, altro facepalm.

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10 Comments

  1. Ciao, mi chiamo Giuseppe e non penso tu sia un catastrifista, leggo da qualche mese i tuoi articoli e li trovo interessanti. Dallo scenario che descrrivi forse conviene cominciare a coltivare l’orto vicino casa visto che non mancherà molto che ci mangeremo gli uni con gli altri!!!
    Penso tu sia una persona che sa il fatto suo e ti invito a mandare i tuoi articoli ai politici, alla fine sono loro i “parrucconi europei” votati da noi.
    Ti consiglio inoltre di addentrarti un pò più in politica, forse cervelli nuovi e giovani servono al paese!!!
    Il mio voto è assicurato.
    Continua a scrivere e buon lavoro.
    Giuseppe

    p.s.: purtroppo ho votato a destra, mi aspettavo di meglio

    1. Grazie per i tuoi (forse esagerati) complimenti. Dici bene, non sono un catastrofista, dico solo che a mio (e non solo mio) modo di vedere abbiamo preso un sentiero che ci porta ad andare peggio prima che vada meglio. Forse ridursi all’orto no, però fossi nel popolo italiano una piccola parte dello stipendio ogni mese cercherei di metterlo sotto il materasso, just in case.

      >ti invito a mandare i tuoi articoli ai politici

      Sarebbe un ottimo consiglio, se non fosse che, da quanto sono in grado di capire, non sarebbero capaci di fare tesoro, perché non sono niente di originale, ma proprio economia di livello base.

      >Ti consiglio inoltre di addentrarti un pò più in politica, forse cervelli nuovi e giovani servono al paese

      Purtroppo soffro di una malattia che un politico non può permettersi: l’allergia ai compromessi al ribasso.

      Ti ringrazio per la fiducia (e quanto al voto, in sincerità, qualunque altro partito avessi votato, avresti potuto aspettarti di meglio).

      1. ce lo vedo tooby al posto di tvemonti 😛
        almeno avremmo qualcuno che un minimo (per me anche di più, dico minimo tanto per dire… non ti offendere :P) di economia la capisce 😀

      2. Capisco il tuo ripudio al mondo della politica, io sono un Ingegnere civile, mi occupo di edilizia, e ti assicuro che se ne vedono di tutti i colori!!!!
        Se vuoi lavorare con le amministrazioni comunali purtroppo devi essere sempre a disposizione, senza battere ciglio. Ti danno qualche lavoro (ma non per il merito, anche se quello lo devi avere per portare a termine l’incarico), come affidamento diretto, ma ti senti in obbligo (politico) per le prossime elezioni amministrative. Se pensi ad una realtà ristretta come un paese che fuzione secondo la logica del “dare per avere” è inimmaginabile ad alti livelli, ove gli importi sono milionari.
        Purtroppo si dovrebbe partire dal basso a cambiare le cose, forse con persone che pensano al futuro del proprio paese (inteso come cittadina in cui vivono) e poi pensare al paese in generale!!
        Mi rendo sempre conto che è difficile fare gli interessi di tutti, ma forse non sarebbe male cominciare a fare gli interessi di molti anzicchè di pochi. Purtroppo questo lo si può fare solo esponendosi in prima persona, come dice qualcuno “scendendo in campo”!!!
        Ahimè io non sono pratico di questo mondo e ho anch’io la tua stessa malattia, ma se vogliamo cambiare le cose non possiamo permettere di lasciare il campo al delfino di turno, figlio “di” o portaborse “del”, la cura alla malattia è la malattia stessa, con l’accortezza di trattare tutti allo stesso modo, usando la logica di “dare per andare avanti”.
        Non mi dilungo più di tanto, ma facciamo ascoltare le nostre idee e se ciò non è possibile allora muoviamoci per imporle in prima persona, altrimenti sto paese non cambia!!
        Saluti, Giuseppe

        1. Concordo. Magari quando sarà diventato un po’ più vecchio e un po’ più saggio questa malattia si sarà addormentata e vedremo.

    1. In verità questi magheggi contabili li fanno tutti, poiché sono legali, e tutto sommato non preoccupano. La questione del debito pubblico non tocca granché la sua quantità, bensì la capacità di un Paese di pagarne gli interessi. Se si è in grado di pagarli, anche un debito del 300% del PIL non fa paura. La solidità dell’economia tedesca fa il resto. L’articolo che segnali ha il disgustoso sapore del revanscismo insensato: pensiamo a casa nostra, invece degli altri, non è che se la Germania starà peggio noi cominceremo a stare magicamente meglio.

  2. Non concordo su buona parte dell’analisi. Milton Friedman ha conseguito grazie a Reagan ed al potere delle università amaericane il suo immeritato Nobel. La detassazione ha prodotto speculazione e non in investimenti e si é rivelata una rande bufale yankee! Il ragionamento non vale su scala ultra nazionale.

    Quanto alla Gb che è il principale fattore, a mio avviso, dovrà abbandonare  la UE prima o poi .O a seguito di un referendum che i politici di destra e sinistra temono ,conoscendone il risultato.O per default considerato il rapido indebitamento a fronte del niente di PNL prodotto.Non si vive né di transazioni ,né di finanza ….
     Le tra aree di business reale sono UE-CINA-USA e gli arabi . I cinesi e gli arabi si stanno spostando su euro.Ecco l’allarme e la paura e gli anatemi.
     Gli USA non sono più in grado di indicare la via. Il discorso Tobin deve essere valutato non solo in termini di traders , ma anche per aree d’influenza e di consumo .Oggi la UE vale 450 milioni di consumatori. gli USA 300 e la Cina di oggi  altrettanto.
    Con un maggiore coesione ed una politica fiscale coerente  la Tobin Tax  può funzionare ed obbligherà le 5 banche americane e le due inglesi che praticano lo sport a mutare le regole del gioco. Non sono i cestiti ricavabili il target, ma obbligare le banche a stare al gioco. Il libero mercato non esiste. Esistono seri correttivi per preservare il sistema. L’alternativa é il passato. 

    1. >Milton Friedman ha conseguito grazie a Reagan ed al potere delle
      università amaericane il suo immeritato Nobel. La detassazione ha
      prodotto speculazione e non in investimenti e si é rivelata una rande
      bufale yankee! Il ragionamento non vale su scala ultra nazionale

      Come puoi leggere qui http://blog.tooby.name/2011/07/05/perche-economicamente-parlando-il-mondo-non-funziona/ non sono un fan né di Reagan né di Friedman. Come puoi leggere invece qui  http://blog.tooby.name/2011/08/06/economics-for-dummier-dummies-speculazione-un-disegnino/ e in altri numerosi altri articoli, la speculazione nei termini cattivi, di “attacco” che numerosi disinformatori dipingono per spostare l’attenzione dai problemi veri (per l’Italia una crescita del debito pubblico più veloce della crescita zero, l’elevata tassazione, la scarsa efficienza dello Stato e molto altro) semplicemente non esiste. Qui non si tratta di detassare, bensì di non tassare, cosa ben diversa. I capitali sono i fattori produttivi più mobili che ci siano, più li tassi e più se ne vanno: una cosa è tassare i profitti, che è cosa giusta, poiché nel mentre s’è creata ricchezza, un’altra è tassare le transazioni, perché altro non fa che alzare il prezzo di carico e quindi frenare i profitti, è come se tassassero un muratore per ogni mattone che piazza, o un commerciante per ogni volta che apre il registratore di cassa (in aggiunta a tutte le altre tasse esistenti, ovviamente). E se io posso tranquillamente evitare, io questa tassa la evito (idem per il muratore e il commerciante: o vanno a fare quel mestiere dove questa tassa non esiste o cambiano lavoro – e intanto sono un costo a carico dello Stato e tu ti ritrovi senza muratori e commercianti), mentre tu Stato non solo perdi mercati più liquidi e quindi più efficienti, e quindi crescita economia, ma perdi pure le tasse sui profitti.

      Tutto questo non è roba di Friedman, è economia elementare, roba che vale per tutti, la base su cui Keynes, Friedman, Hayek e tutti gli altri hanno elaborato le proprie teorie, poiché sono le poche cose che sappiamo per certe di questa scienza, negarla è come negare l’esistenza degli atomi.

      >Quanto alla Gb che è il principale fattore, a mio avviso, dovrà
      abbandonare  la UE prima o poi .O a seguito di un referendum che i
      politici di destra e sinistra temono ,conoscendone il risultato.O per
      default considerato il rapido indebitamento a fronte del niente di PNL
      prodotto.Non si vive né di transazioni ,né di finanza ….

      Una volta fuori dalla UE, a maggior ragione i capitali usciranno dall’Europa per andare oltremanica, e questo deprimerà gli investimenti, i consumi, il gettito fiscale, e quindi il prodotto interno lordo. Dubito fortemente che la Gran Bretagna andrà in default e dubito anche in un’uscita via referendum, a meno che l’Europa non voglia seguire strada veramente stupide. Ma allora non potrei che essere d’accordo con la loro scelta. Piuttosto dubito che entreranno nell’Euro, ma l’area di commercio comune a loro serve, e molto.

      > Le tra aree di business reale sono UE-CINA-USA e gli arabi . I cinesi e
      gli arabi si stanno spostando su euro.Ecco l’allarme e la paura e gli
      anatemi.

      Questa non l’ho capita.

      > Il discorso Tobin deve essere valutato non solo in termini di traders , ma anche per aree d’influenza e di consumo

      Questa invece non ha senso.

      >Con un maggiore coesione ed una politica fiscale coerente  la Tobin Tax  può funzionare

      Potresti spiegare perché? Perché dopo la Tobin Tax chi può non dovrebbe portare i soldi laddove la TT non c’è?

      >Non sono i cestiti ricavabili il target, ma obbligare le banche a stare al gioco.

      Il che equivale a dire: «Mi taglio il pene per obbligare mia moglie a non tradirmi».

      >Il libero mercato non esiste

      Non ancora, purtroppo.

      Il tuo commento mi pare piuttosto confuso e, pare, piuttosto viziato dall’ideologia e non poggiato su base razionale, e soprattutto non ribatte nemmeno ad una delle mie obiezioni, ancor di più quando ignora l’evidenza del caso Svezia. Dopo avere applicato la Tobin Tax, s’è ritrovata con meno gettito del previsto e mercati meno efficienti, il che ha creato grave danno all’economia reale (dopo il 1984 la crescita svedese, compatibilmente coi modelli [e non sono neppure modelli avanzati, bensì economics 101!], si arrestò e addirittura decrebbe all’inizio degli anni Novanta). Sai come hanno risposto i grandi sostenitori della TT al caso Svezia? “La Svezia ha sbagliato, la tassa doveva piazzarla sul mercato valutario, non sull’equity, non su reddito fisso, non sui derivati, così come teorizzato da Tobin”; quindi ti chiedo (e mi chiedo) perché l’Europa, riproducendo pedissequamente quell’esperienza (compresa la NON tassazione delle transazioni sul mercato valutario), dovrebbe essere nel giusto?

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