Noi, però, non ce ne facciamo granché, e allora decidiamo di affittarle a chi può utilizzarle per trasmettere un segnale televisivo, per esempio. Un’azienda affitta una certa frequenza per, diciamo, un miliardo per qualche decina d’anni, manda in onda le sue trasmissioni televisive, guadagna dalla pubblicità ed eventualmente dalla vendita di partite, film e altro in pay per view. Noi con quel miliardo rifacciamo le strade, paghiamo medici e insegnanti, oppure abbassiamo le tasse, il debito pubblico, oppure investiamo nella banda larga, nell’alta velocità o altro. [risate registrate]
Le frequenze hanno un valore enorme, perché si possono fare un sacco di soldi con le medesime. L’asta per le frequenze telefoniche per i servizi di quarta generazione è stata una gara sanguinolenta che si è rivelata una manna per le casse dello Stato, ben oltre le aspettative: quasi quattro miliardi di euro per quelle frequenze. Insomma sono talmente ambite che i concorrenti sono arrivati a scannarsi.
La stessa cosa avverrà a breve per le frequenze televisive liberate dal passaggio al digitale. [risate registrate] Si tratta di sei multiplex, cinque per la tv normale e uno per la tv sui cellulari, divisi in tre lotti: lotto A (con tre multiplex) per i nuovi entranti, B (due) per gli operatori già sul mercato (RAI, Mediaset e Telecom Italia) e C per il digitale mobile.
Come si potevano assegnare quelle frequenze?
- con un’asta pura e semplice e senza divisioni in lotti: chi offre di più vince;
- con un beauty contest senza divisioni in lotti: si scelgono i migliori aspiranti operatori e si fa un’asta dove chi offre di più vince;
- con un beauty contest con divisioni in lotti e aste separate per gli operatori “eleggibili” per vincere ogni lotto.
E invece no.
Niente aste. Le frequenze non andranno a chi offre di più, bensì si farà un beauty contest, cioè la commissione giudicherà chi è più “bello”, ovvero le regala a chi se le merita di più secondo i membri di questa commissione (nominata dal governo Berlusconi, guarda caso). Chiaro? Le mie frequenze, le tue frequenze vengono regalate a chi potrà farci un sacco di soldi. Mentre ci chiedono di pagare più tasse per far quadrare i conti, perché c’è la crisi, loro REGALANO (REGALANO) miliardi di euro in frequenze. Regalano. Ma non solo, perché una truffa senza la beffa non è abbastanza.
Si sarebbe potuta scegliere la terza opzione, ma in modo differente. Dovete sapere che esistono frequenze migliori e frequenze peggiori: le frequenze migliori sono quelle pulite, assegnate a Ginevra; quelle peggiori richiedono maggiori investimenti tecnici e c’è il rischio che si sovrappongano alle emittenti di confine francesi, svizzere, austriache, eccetera. Per le prime gli operatori sono disposti a vendere madri e figlie vergini, come ha dimostrato l’asta per il 4G, in cui tre quarti del guadagno provenivano dalle frequenze migliori.
Indovinate qual è il lotto più ambito? Bravi, per puro caso, il lotto più ambito è il B. E, sempre per purissimo caso, i vincitori dei due multiplex migliori saranno RAI e Mediaset, perché Telecom è insignificante rispetto ai due colossi.
Si sarebbe potuto fare diversamente pur favorendo RAI e Mediaset. I due multiplex migliori potevano finire uno nel lotto A e uno nel lotto B, dando modo a tutti di scannarsi dove volevano. Più soldini per noi (per me, per te, per i tuoi figli, eccetera).
Invece no. Le regalano.
Il tutto per favorire Mediaset. Ci priviamo di soldi nostri per regalarli a Berlusconi. E dato che è Berlusconi che assegna tali frequenze e ne è beneficiario, trattasi di furto ai danni di tutti (tutti, di destra, di sinistra, di centro, di sopra, di sotto, chiunque sia italiano viene derubato, a prescindere da credo politico, religioso, calcistico, culinario e quant’altro, perfino gli evasori vengono derubati), perché il governo di Silvio Berlusconi assegnerà all’azienda di Silvio Berlusconi potrà trasmettere per vent’anni su certe frequenze risparmiando centinaia di milioni di euro (al minimo), ma incassando comunque miliardi da pubblicità e pay per view. Silvio Berlusconi sta rubando le nostre frequenze e quindi ci sta rubando soldi.
Intanto il governo guidato dal medesimo deve fare cassa per far quadrare i conti, come ben sappiamo. E lo sta facendo mettendo le mani nelle tasche mie e tue. Parliamo di un centinaio di miliardi. Non i milioni che risparmia lui: miliardi.
Una piccola parte (un miliardo e mezzo se tutto fosse andato male), magari, si poteva prendere dall’asta delle frequenze di cui sopra. Mica è un esproprio proletario, è libero mercato. Le frequenze sono mie, le do a chi offre di più, chi perde non sborsa un centesimo, chi vince si rifarà vendendo pubblicità ed eventi a pagamento, e siamo tutto contenti.
Così invece no: Mediaset, tra gli altri, si prenderà le frequenze (migliori) del lotto aggratis, mentre noi dovremo pagare qualche miliardo di tasse in più che avremmo potuto non pagare grazie ad una semplicissima asta.
Bisognerebbe spiegarlo ai supporter senza se e senza ma di Berlusconi che questo tizio si è arricchito con la politica sulla nostra pelle (ricordate questo articolo con tanto di grafico?) e continua a farlo mentre ci chiede di fare sacrifici col cuore grondante di sangue, mentre lui conta le sue banconote prima di darle a leccapiedi e prostitute. Bisognerebbe spiegarlo che mentre Berlusconi ci abbraccia ci deruba di portafogli, cellulare, orologio, braccialetti, collanine, denti d’oro. A tutti. Comunisti, fascisti, democristiani, bambini, donne, uomini, anziani, gay, etero, tutti.
Bisognerebbe, ecco. Fare un tentativo, prima di chiamare la neuro… Non conosco nessuno sano di mente contento di essere derubato (tranne quelli che truffano le assicurazioni, beninteso).
E poi convocare una Norimberga per danno erariale.