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[Economics for dummies] La favola della speculazione in una semplice metafora

Trapped woman on a car roof during flash flooding in Toowoomba 2Delle due l’una: o in giro ci sono troppi commentatori economici che si sono laureati in economia a Prinztonn per corrispondenza e dopo aver perso tanti fascicoli oppure ci sono in giro troppi bugiardi.

Non è un attacco all’Italia, non è speculazione. Lo spiego per l’ennesima volta usando una metafora non finanziaria.

Voi avete una casa. Più a monte degli operai stanno facendo dei lavori: secondo voi quei lavori causeranno prima o poi un’alluvione, uno smottamento che causerà molti danni alla vostra abitazione. Che cosa fate?

Avete probabilmente tre soluzioni. La prima è protestare, denunciare al fine di fermare gli operai, o almeno per fargli fare dei lavori ulteriori per evitare l’alluvione. Dato che non vi danno retta fate una petizione nel quartiere, ma la metà degli abitanti vi prende per disfattista o comunque a loro non frega niente, anzi meno male che l’operaio c’è. Secondo il tribunale tutto si sta facendo a norma di legge e non si può intervenire. Si passa alle altre due soluzioni.

La seconda soluzione è vendere la casa e comprarne una in una zona migliore. Purtroppo, però, quando dite ai compratori che c’è il rischio di un’alluvione, questi vi chiederanno un forte sconto sul prezzo che vi potrebbe rendere difficile l’acquisto dell’altra casa.

La terza è comprare un’assicurazione che copra i danni derivanti dall’eventuale alluvione.

Voi vedete speculazione da queste parti? No, voi vedete uno che è preoccupato per la propria casa.

Usciamo dalla metafora.

Voi avete dei BTP. Più a monte dei politici da decenni fanno manovre finanziarie che gonfiano il debito pubblico, non favoriscono la crescita e aumentano sempre le tasse: secondo voi queste manovre prima o poi causeranno danni ai vostri BTP (ovvero lo Stato fallisce e voi non riavrete i vostri risparmi). Che cosa fate?

Avete probabilmente tre soluzioni. La prima è protestare, denunciare quelle manovre per costringere i governanti a fare la cosa giusta. Dato che non vi danno retta preparate manifestazioni, scrivete su giornali, su blog, su volantini, ma metà della popolazione nazionale vi dice che siete dei disfattisti. Secondo il Presidente della Repubblica tutto si sta facendo a norma di legge e anzi dovremmo anche ringraziare. Passiamo alle altre soluzioni.

La seconda soluzione consiste nel vendere i BTP e comprarne altri più sicuri, come quelli tedeschi (cioè volare verso la qualità, in gergo flight-to-quality). Dato che però ne avete tanti (per esempio 10 miliardi, come Deutsche Bank, che non è la banca centrale tedesca) c’è il rischio che ne facciate crollare il prezzo se li vendete tutti in una volta. Passate quindi alla terza soluzione.

La terza è comprare un’assicurazione che copra le perdite in caso lo Stato italiano fallisca davvero, in altre parole comprate dei cosi che si chiamano CDS.

Voi vedete speculazione da queste parti? No, voi vedete uno che è preoccupato per i propri soldi, ovvero non vedete uno che vuole fare soldi a scapito dell’Italia, voi vedete uno che teme per i propri quattrini, come un Tizio qualunque, come voi signor Rossi qualsiasi.

Inseriamo adesso nella nostra metafora gli speculatori cattivi.

Un tizio che abita in un’altra città, passando di lì per caso, nota gli operai al lavoro e capisce che quei lavori potrebbero causare un’alluvione molto presto. Decide quindi di comprare un pezzetto di terra di fianco a casa vostra, quello dove non cresce neanche l’erbaccia, dopodiché si reca dal vostro stesso assicuratore per comprare la stessa assicurazione. Se l’alluvione arriva entro un tempo ragionevole, lui ci guadagna grazie all’assicurazione, mentre voi, sempre grazie all’assicurazione, potrete rimettere a posto casa vostra. Se vi siete sbagliati e l’alluvione non arriva o l’alluvione non arriva quando l’ha prevista, questo speculatore perde dei soldi (voi no, perché avete una casa vera).

Riusciamo dalla metafora.

Uno speculatore cattivo, immaginiamolo ungherese naturalizzato statunitense, nota che i nostri governanti non stanno facendo niente per salvare l’Italia e che relativamente molto presto essa fallirà. Decide quindi di vendere allo scoperto dei BTP o, più probabilmente, decide di comprare dei CDS, gli stessi che ha comprato Deutsche Bank, con la differenza che lo speculatore cattivo non possiede dieci miliardi di BTP, mentre DB sì. Se l’Italia fallisce entro un tempo ragionevole, l’ungherese ci guadagna, mentre DB coprirà con l’assicurazione CDS il buco lasciato dai BTP, diventati ormai carta da riciclare. Se l’Italia non fallisce o ci mette troppo tempo, l’ungherese perde un sacco di soldi, mentre DB non perde nulla.

Conclusione.

Ci sono persone che vogliono approfittare di questa tragedia per fare soldi? Ci sono davvero speculatori cattivi come l’ungherese?

La risposta è sì. Ma attenzione alla prossima domanda.

Tutto questo accidenti di casino è causato dalla speculazione? La colpa è di questi ungheresi maledetti?

La risposta è no. Come ho precedentemente analizzato, infatti, la maggior parte del movimento cosiddetto speculativo è dovuto a soggetti come Deutsche Bank (o RBS, o HSBC, o altri), che si stanno liberando di titoli rischiosi (come quelli italiani) per passare a titoli più sicuri (come quelli tedeschi), o che, non potendo liberarsi dei titoli rischiosi, stanno riducendo l’esposizione acquistando delle assicurazioni (i CDS). Gli ungheresi ne stanno solo approfittando (loro sono responsabili solo del fatto che un giorno lo spread è a 280, il giorno dopo a 310, quello dopo a 250, quello successivo a 340, ovvero delle oscillazioni, del rumore; non sono responsabili del fatto che quello spread, nonostante faccia un po’ zig e un po’ zag, continua a correre sempre verso l’alto).

Quella della speculazione è una favola perché chi non la conosce (cioè quasi tutti, se pure i commentatori economici ci cascano come allocchi) se la possa prendere con gli ungheresi invece di prendersela con i veri responsabili, cioè chi sta a Roma e da qualche giorno a Monza. È un fatto che l’Italia abbia un debito pubblico enorme; è un fatto che l’Italia in dieci anni è cresciuta meno del Portogallo; è un fatto che la manovra che ci dovrebbe salvare dall’alluvione in realtà ci fa solo galleggiare un altro po’ prima della prossima ondata, perché nessun Paese inizia a crescere aumentando le tasse (questo hanno deciso Berlusconi e Tremonti: alzarci le tasse, come tutti quelli che l’hanno preceduti, in particolare dal 1992 in poi). È un fatto che siamo messi MALISSIMO.

Insomma, e torniamo per l’ultima volta nella metafora, gli operai vi stanno dicendo che l’alluvione sarà colpa dell’ungherese che sta facendo delle foto davanti casa vostra. Voi gli credete, vi voltate, andate dall’ungherese e lo accusate di essere un maledetto ungherese che vuole deturpare il paesaggio, come tutti i maledetti ungheresi da “Romolo e Remolo” a oggi. Mentre voi ve la prendete con quel povero cristo, gli operai continuano a distruggere la montagna, e all’improvviso una massa di terra e fango si dirige verso casa vostra.

L’ungherese se ne accorge e scappa via in macchina. Voi, mentre ancora state urlando insulti all’ungherese, venite inghiottiti dal fango.

L’ungherese, per la cronaca, non era uno speculatore. Era un turista che passava di lì per caso.

Intanto il presidente, pardon, l’operaio, inforcato l’elicottero, è fuggito ad Hammamet. O meglio, ad Antigua.

Nel fango ci siamo rimasti noi, i nostri cari, i nostri beni, tutto.

Mi spiace, io al momento in questa favola non vedo il lieto fine: il 5 agosto è prossimo, ormai.

Photo credits | Kingbob86 (Timothy) (http://www.flickr.com/photos/kingbob86/5341730273/) [CC-BY-2.0], via Wikimedia Commons

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