Saprete che Daniele Luttazzi tiene sul suo blog “La Palestra”, un luogo dove Luttazzi pubblica alcune battute inventate dai lettori, quelle che ritiene divertenti (sì, una copia specie di Spinoza). Spesso escono fuori delle linee deliziose. E, sia chiaro, adoro Luttazzi, a prescindere dal fatto che riprenda battute di altri autori: più volte ho dimostrato apprezzamento verso il suo genio (i contributi di Luttazzi alla satira e alla letteratura in generale sono molto maggiori delle battute copiate, non c’è dubbio).
Ciò che proprio non mi va giù è questo:
Le illustrazioni della Palestra fanno parte del mio Vuseum. Le ho raccolte in anni di peregrinazioni web. Belle, eh? Non so chi siano gli autori, ma potete risalire a loro tramite il sito TINEYE.COM.
Ogni giorno, in testa alla Palestra del giorno, Luttazzi pubblica anche delle immagini, pescate sul web senza mai citarne gli autori. Ciò non è bello: è una mancanza di rispetto per gli autori, che magari hanno anche rilasciato le loro immagini con licenze libere, chiedendo soltanto di essere citati. A volte non chiedono neppure quello, ma è bello che lo si faccia lo stesso: lo ha fatto, ad esempio, il sito del premio Nobel. Ha prelevato una foto del laureato Geim e l’ha piazzata sul sito con il nome dell’autore, pur non essendo richiesto.
È uno sforzo che si potrebbe anche fare, che Luttazzi, prima di pubblicare un’immagine, la cerchi lui stesso su Tineye e scriva il nome dell’autore. Capisco che, durante uno spettacolo, dire “questa è una battuta del comico americano X” rallenta l’azione, ma siamo sul web, accidenti, una citazione di dieci lettere, nome e cognome o nickname, si può fare. Invece niente. Non sono un fan della RIAA, ma nemmeno della copia selvaggia (( Infatti in fondo ai miei post o all’interno dell’immagine stessa nel caso dei immagini in pubblico dominio mi prendo la briga di scrivere l’autore con rimando alla pagina originale. È una rottura di maroni in più, ma è giusto farlo, perché spero che se qualcuno sarà abbastanza pazzo da “rubarmi” un pezzo o un disegno, scriva chi è la mente malata che l’ha partorito. )) .
Tra l’altro dopo un giorno l’invito a cercare su Tineye sparisce, per cui gli autori, in molti casi, resteranno privi d’attribuzione. E soprattutto, perché mai dovrei cercare il nome di qualcuno? La maggior parte della gente neppure sa cosa sia Tineye, e anche cercare la fonte originale delle immagini non è che sia troppo semplice. Ad esempio quella di lunedì è Floating Islands di Roger Dean e il sito dell’autore non è il primo, bensì il nono. Il primo risultato contiene la riproduzione dell’opera e un rimando ad un altro sito che contiene una raccolta di immagini di Dean.
In calce al sito di Dean, soprattutto, c’è anche un bel © che significa che anche il diritto di riproduzione è riservato, quindi Dean avrebbe tutte le ragioni per incazzarsi. Lo dico anche per Luttazzi, se un artista permaloso o in cerca di quattrini facili lo becca rischia di passare un brutto quarto d’ora (senza neppure una citazione dell’autore dubito che possa passare per fair use o fair dealing – per quanto riguarda l’estero -, né per l’articolo 70 della 633/41, che espressamente richiede la citazione dell’autore – per quanto riguarda l’Italia).
Mi chiedo che succederebbe se io, da oggi, cominciassi a pubblicare battute di Luttazzi scrivendo da qualche parte “ogni giorno pubblico delle battute che ho trovato in giro sul web o su libri che ho comprato. Fanno scompisciare, vero? Potete risalire all’autore cercando su GOOGLE.COM”.
L’immagine in apertura non so di chi sia né chi rappresenti.
Ma potete risalire al sito originale cercando su TINEYE.COM.
Forse, non ho controllato.
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Ma quanto sei pirla, ti preoccupi tu al posto degli autori originali? Se nessuno si e’ lamentato fino ad ora ci sara’ un motivo.
Che non lo sappiano ancora, ad esempio? (Grazie per il pirla, eh)